Aumentare o non aumentare i tassi? Il grande dilemma della Banca centrale d’Inghilterra - Il Broker.it

Aumentare o non aumentare i tassi? Il grande dilemma della Banca centrale d’Inghilterra

L’11 maggio la Bank of England (BoE) ha deciso di aumentare per la dodicesima volta consecutiva il tasso di riferimento, portandolo al 4,5%. Nel corso dell’ultima riunione, la BoE ha dichiarato di voler mantenere la rotta per garantire un ritorno dell’inflazione al 2%, non escludendo ulteriori rialzi in caso di inflazione persistente. I dati mostrano un rallentamento dell’inflazione globale, scesa dal 10,1% all’8,7% tra marzo e aprile, ma l’inflazione di base ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 30 anni.

Il Regno Unito, spesso considerato a metà tra Stati Uniti e Europa, è in una situazione delicata. Gli Stati Uniti hanno a interrotto a priori il ciclo di rialzi mentre la BCE non esclude altri aumenti. Il FMI ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l’economia britannica. Coface, continua a prevedere un rallentamento nel 2023. Il dilemma per la BoE è al culmine.

 

L’annebbiamento della politica monetaria britannica

Finora, la BoE è stata generalmente più vicina al ciclo della Fed rispetto a quello della BCE Ed è stata quindi la prima grande banca centrale ad alzare i tassi nel dicembre 2021 e ha effettuato aumenti combinati di 440 punti base. La Fed ha iniziato il ciclo a marzo 2022 e da allora ha aumentato il tasso di 500 bps, mentre la BCE ha iniziato ad alzare i tassi a luglio 2022 (+375 bps in totale).

Il persistere dell’inflazione – più alta nel Regno Unito che in altri paesi – è il motivo principale per cui la BoE si interroga sul ritmo del suo ciclo di rialzi dei tassi. Ad aprile l’inflazione si è attestata all’8,7%, mentre è scesa al 4,9% negli Stati Uniti e al 7% nell’Eurozona. Ad aprile 2023 l‘inflazione di base – che esclude energia e alimentare – era del 6,8% nel Regno Unito, mentre era del 5,5% negli Stati Uniti e del 5,6% nell’area dell’euro.

Sebbene l’economia britannica si sia dimostrata più resiliente di quanto atteso, dovrebbe comunque registrare un livello di crescita inferiore alla maggior parte delle economie comparabili. I dati del 1° trimestre del 2023 mostrano che il Regno Unito potrebbe evitare una recessione tecnica, ma le prospettive sono comunque poco positive, con l’economia che non è ancora tornata al livello di attività pre-pandemia e i servizi finanziari che rappresentano una quota importante dell’economia.

 

L’economia britannica e la BoE al bivio

Oggi le banche centrali devono trovare un equilibrio tra lotta all’inflazione, rallentamento della crescita e, dopo le turbolenze nel settore bancario statunitense, la stabilità finanziaria.

In un contesto di crescita positiva e con un’inflazione più simile a quella di altri paesi, probabilmente la BoE avrebbe seguito la Fed, come ha fatto finora, sospendendo gli aumenti dei tassi. Tuttavia, il persistere dell’inflazione potrebbe costringerla ad alzare ancora i tassi, malgrado questo metterebbe ulteriormente pressione su imprese e famiglie che hanno visto i tassi di interesse più che raddoppiati in un anno. Al contrario, non aumentare abbastanza i tassi potrebbe portare a un’inflazione duratura, con una spirale prezzi-salari dalla quale sarebbe molto difficile uscire.

Ora regna l’incertezza sulla traiettoria del ciclo monetario. Alcuni si aspettano ancora che la BoE mantenga il tasso invariato fino alla fine dell’anno, mentre i mercati prevedono due o quattro ulteriori aumenti di 25 punti base entro la fine dell’anno.

 

Negli ultimi nove mesi, l’economia britannica ha sfidato le aspettative di molti economisti, grazie in particolare al buon andamento dei servizi. Ma le prospettive per il settore terziario sono peggiorate a causa delle turbolenze nei mercati finanziari e delle difficili trattative con i sindacati che hanno portato a nuovi scioperi.

 

Che la BoE si trovi a un bivio è ormai certo. Il rischio di un’inflazione persistente è superiore al rischio di una maggiore instabilità finanziaria e di una prolungata flessione dell’attività nel Regno Unito? Coface prevede almeno un ulteriore aumento dei tassi in occasione della riunione della BoE del prossimo 22 giugno, con ulteriori rialzi che dipenderanno dai dati sull’inflazione di base e dall’andamento dei salari di maggio e giugno.

 

“Incertezza e instabilità sono gli elementi che attualmente caratterizzano più di tutti l’economia britannica, difficoltà che si sommano a una situazione già complessa per la Bank of England, a metà tra le posizioni della Fed e della Bce” – commenta Ernesto De Martinis, Ceo di Coface in Italia e Head of Strategy Regione Mediterraneo & Africa. “É ragionevole ritenere che la Bank of England aumenti ancora i tassi di riferimento, per la tredicesima volta, non arrestando un trend che, da un lato, è giustificato dal livello elevato dell’inflazione ma, dall’altro, diviene sempre più duro da sostenere da parte delle realtà imprenditoriali e famigliari”.

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