Da fonte attendibile apprendiamo che l’ANIA intenderebbe sopprimere la rivista.
DIRITTO ED ECONOMIA DELL’ASSICURAZIONE.
Un nostro approccio verso il Presidente Aldo Minucci, per verificare la notizia, non ha dato alcun risultato: regna uno sdegnoso silenzio perché la plebe non deve interessarsi di queste cose, specialmente quando si tratta di cultura.
Abbiamo il sospetto che si tratti di incapacità da parte dell’ANIA di far fronte all’oneroso impegno non solo finanziario, ma sopratutto imprenditoriale, perché la rivista – affidata ad un nutrito comitato di redazione in cui sono quasi assenti gli assicuratori ed è formato in prevalenza da docenti universitari, le cui conoscenze in tema di tecnica e dottrina assicurativa potrebbero non essere all’altezza dei problemi del mercato – non raggiunge una larga diffusione.
Ma l’ANIA non si rende conto che gli italiani leggono poco e male; basti pensare che più della metà degli italiani non ha aperto un libro nel 2013 (telegiornale delle ore 19 dell’8.05.14 a proposito del salone del libro di Torino) e che il quotidiano più venduto è la Gazzetta dello Sport (la quale, tuttavia – se letta con diligenza – potrebbe già costituire una base elementare di formazione). Gli assicuratori sono italiani e, quindi…. Non si deve dimenticare però che la professione ha bisogno di un sostegno teorico/pratico e che in un ambiente come quello assicurativo italiano, assai povero di insegnamenti specializzati e di personalità adatte alla comunicazione ed alla divulgazione della sua cultura, bisogna avere il coraggio e la costanza di sviluppare – pure senza risultato economico immediato – anziché sopprimere, i mezzi dai quali il mercato possa attingere i fondamenti di un “mestiere” assai importante ma non troppo benvoluto, perché non compreso in quanto incapace di farsi comprendere. La prova è data dalla considerazione dei dati raccolti nel 2012 dalla Banca d’Italia, circa le coperture assicurative contro i danni possedute dalle famiglie italiane (case e terreni, persone, mezzi di trasporto, esclusa la r.c.auto): la percentuale delle famiglie in possesso di almeno una polizza era del solo 23% (25,5% nel 2010), ciò che, in termini assoluti, costituisce un numero di soli 5,6 milioni di famiglie assicurate su un totale di 24 milioni (ASSINEWS del 19.03.2014, fonte ANIA Trends). Quindi, uno sterminato campo di lavoro che per gli assicuratori resta irraggiungibile perché privi di lungimiranti iniziative di coltivazione.
Fonte: STUDIO G. de ZUCCATO – EUROBUSINESS SERVICE IN INSURANCE
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