Aon: i costi e le policy ESG sono i principali fattori di cambiamento nella mobilità del personale in Europa - Il Broker.it

Aon: i costi e le policy ESG sono i principali fattori di cambiamento nella mobilità del personale in Europa

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Aon plc (NYSE: AON), azienda leader a livello mondiale nei servizi professionali, ha pubblicato il suo annuale International People Mobility Report, che mostra un cambiamento del panorama della mobilità delle persone in Europa. Il contenimento dei costi e le policy ESG sono due dei fattori chiave che guidano i cambiamenti nella mobilità sul lavoro. A livello globale, il lavoro da remoto è aumentato dopo la pandemia di COVID-19, mentre i viaggi di lavoro stanno diminuendo. Inoltre, lavorare dall’estero non è più semplice come un tempo, perchè i Paesi emanano Leggi e restrizioni aggiuntive per gli international remote workers, inducendo le organizzazioni a riconsiderare le proprie policy.

Il contenimento dei costi è più importante che mai. Negli anni passati, il benessere e la sicurezza dei dipendenti rappresentavano gli elementi chiave che influivano sulla mobilità sul posto di lavoro. Sebbene questi argomenti siano ancora tra i primi tre fattori quest’anno, secondo il report di Aon i datori di lavoro guardano con maggiore attenzione anche ai costi. Ciò si deve principalmente a fattori quali la stabilità finanziaria e ad altre questioni geopolitiche. In assenza di cambiamenti in entrambe le aree, Aon prevede che il contenimento dei costi sarà una tendenza a lungo termine. Dopo i costi, le policy ESG sono una priorità fondamentale.

Nel 2022, la sicurezza e il benessere dei dipendenti erano in cima alla lista.

Inoltre, Aon vede cambiamenti significativi nelle politiche di immigrazione che influenzano la mobilità globale e si prevedono ulteriori cambiamenti nei prossimi anni. Ad esempio, alcuni Paesi potrebbero diventare più restrittivi in termini di immigrazione, mentre altri introdurre politiche per attrarre lavoratori e imprenditori più qualificati.

Lavorare da un’isola tropicale è meno comune e anche più complicato di quanto non lo fosse durante la pandemia di COVID-19. I governi hanno promulgato Leggi e aggiornato le politiche che regolano il lavoro da remoto a livello internazionale, mentre i datori di lavoro sono diventati meno flessibili con i lavoratori a distanza. Il 50% dei datori di lavoro afferma che il lavoro da remoto internazionale nella propria azienda è un’opzione in calo rispetto al 63% dello scorso anno.

Tra il 2022 e il 2023 si è registrata una crescita significativa delle opportunità di viaggio in ogni funzione aziendale. I viaggi non si concentrano più solo sulle esigenze commerciali e dirigenziali, ma riconoscono altri importanti aspetti di business, come l’istruzione e la formazione. Nonostante questo, ci sono dei limiti: ad esempio, quasi un’organizzazione su cinque (19%) non ha ancora definito quando reintrodurre le trasferte per la formazione. Questo suggerisce che viaggiare sia stato sostituito in modo permanente da altre soluzioni, come le videoconferenze.

Dalla ricerca è emerso anche che i lavoratori dei Paesi Bassi e del Belgio sono più propensi a consentire il lavoro internazionale da remoto, mentre in Italia e Spagna sono tra i più restii. Questo potrebbe essere in linea con la cultura lavorativa locale, oppure potrebbe essere dovuto a una differenza nelle tipologie di aziende, con un maggior numero di aziende multinazionali rappresentate dagli intervistati nei Paesi Bassi e Belgio.

“Mentre l’impatto quotidiano del COVID-19 è meno acuto nella maggior parte delle Region, sono emerse nuove criticità come la situazione in Russia e Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione globale e la carenza di talenti. Tutti questi fattori stanno plasmando il futuro a breve termine delle esigenze di mobilità internazionale”, ha dichiarato Michel Teunisse del team International People Mobility di Aon.

“Riconoscere le nuove esigenze della forza lavoro quando si trova in trasferta o in espatrio è un passo fondamentale per comprendere il mondo del lavoro attuale e come cambierà. Le aziende devono garantire un livello di sicurezza lavorativo adeguato anche in queste casistiche. Per questo noi di Aon offriamo alle aziende soluzioni assicurative che spaziano dalla polizza per business travel con assistenza medica 24/7 e copertura degli inconvenienti di viaggio, al programma di supporto per lavoratori residenti all’estero per conto di multinazionali italiane”, ha dichiarato Giuseppe Faragò, chief commercial officer di Aon.

I risultati dell’indagine offrono spunti e dati per i datori di lavoro che desiderano analizzare il proprio approccio alla mobilità internazionale, al fine di comprendere meglio gli sviluppi del mercato e prendere decisioni migliori per i propri dipendenti e clienti. I risultati del report sono tratti da un’indagine condotta su oltre 400 intervistati in Europa in 18 settori industriali e sono stati confrontati con le edizioni precedenti, per generare una visione del futuro della mobilità del personale sul posto di lavoro. I risultati del Report IPM 2023 di Aon analizzano il modo in cui i datori di lavoro rispondono al ripristino della libertà di movimento, gestendo al contempo le priorità aziendali in materia di viaggi, incarichi all’estero e lavoro da remoto internazionale.

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