Ricavi a +30% per le aziende che gestiscono i rischi - Il Broker.it

Ricavi a +30% per le aziende che gestiscono i rischi

Il 25,3% delle imprese adotta un sistema integrato di gestione dei rischi.
Sicurezza sul lavoro e Cyber Security i rischi più temuti

Buone notizie: è aumentata da parte delle aziende la percezione dell’importanza di una gestione dei rischi integrata e puntuale.
E’ quanto è emerso dal quinto Osservatorio Cineas – MedioBanca dedicato al Risk Management, che ha coinvolto 272 medie imprese con fatturato medio di oltre 60 milioni dei settori metalmeccanico, chimico farmaceutico, alimentare, carta e stampa, metallurgico, beni per la persona e per la casa.
Rispetto al 2016 è in crescita il numero delle imprese che si è dotato di un sistema integrato per la gestione dei rischi (25,3% contro il 17,2% dell’anno precedente). Il 47,2% delle aziende coinvolte nell’indagine dichiara di avere un approccio segmentato, mentre il 27,5% non ne dispone ritenendo presumibilmente il risk management più fonte di costi che di benefici. Un errore di valutazione, perché in realtà i vantaggi derivanti dalla gestione integrata dei rischi aziendali sono molteplici e garantiscono maggiore competitività alle aziende.
I VANTAGGI DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RISCHI
Considerando le performance economiche, emerge che le aziende che gestiscono i rischi hanno ricavi superori del 30% rispetto a quelle meno sensibili al tema. Un risultato che conferma quanto la gestione e la prevenzione dei rischi, non solo la loro protezione, possano incidere sullo sviluppo di ogni realtà. E’ inoltre emerso come si amplii il differenziale in termini di redditività a vantaggio delle imprese più attente migrando verso una gestione dei rischi che esuli semplicemente dagli obblighi di compliance ma che si attenga più all’attivazione di leve di competitività. I maggiori benefici si registrano nell’ambito delle competenze professionali (+80%), degli aspetti reputazionali (+10%), della sicurezza informatica evoluta e protezione dall’hackeraggio (+14%) e della qualità del prodotto e della sua non replicabilità (+21%).
Ma quali sono i costi? Partendo dal dato relativo al giro d’affari delle medie imprese italiane che è pari a 154 miliardi di euro, si stima che la gestione del rischio valga 1,4 miliardi di cui 700 milioni di euro rappresentati da costi assicurativi, 500 milioni da costo del personale specializzato in questo ambito (meno di tre risorse in media) e 200 milioni di euro vengono corrisposti ai consulenti.
I RISCHI PIU’ TEMUTI DALLE AZIENDE
La sicurezza sul lavoro e la cyber security sono i rischi maggiormente sentiti dalle aziende. L’attenzione nei confronti della sicurezza informatica, in particolare, è cresciuta a ritmo elevato nell’ultimo periodo, complici i sempre più numerosi attacchi da parte di hacker e i conseguenti problemi di business continuity che ne possono derivare. Sul podio dei rischi maggiormente percepiti anche la difettosità del prodotto, seguito dal rischio reputazionale, che in epoca di social network vede amplificarsi le conseguenze, e il rischio ambientale. Seguono le interruzioni della supply chain, le imitazioni del prodotto e solo in fondo alla classifica il rischio legato alle catastrofi naturali.
COME SI TUTELANO LE AZIENDE DAI RISCHI
Un partner esterno, spesso un consulente, è la soluzione più adottata dalle aziende per poter meglio gestire i rischi aziendali. Il 28,8% del campione si affida invece alle compagnie assicurative, il 16,7% si organizza con risorse interne alla struttura mentre solo il 5,2% delle aziende intervistate ha un vero e proprio risk manager in organico. Fra le risorse che si occupano di gestione del rischio ben il 32,4% non ha una qualifica accademica. Le imprese però si stanno sensibilizzando anche sul tema della formazione: il 66% degli intervistati ha dichiarato di voler avviare un programma di iniziative formative sulla gestione dei rischi. Obiettivo i concetti base della gestione, per poi approfondire gli strumenti disponibili per affrontare una situazione di crisi e comprendere come garantire la continuità operativa.

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