Schiaffo ai morti del Fereggiano, le assicurazioni non vogliono pagare i risarcimenti - Il Broker.it

Schiaffo ai morti del Fereggiano, le assicurazioni non vogliono pagare i risarcimenti

RESISTERE. È il verbo più usato dalle assicurazioni (Sircus del Gruppo Lercari) e dai Lloyd londinesi, che non intendono risarcire le famiglie delle 6 vittime dell’alluvione del Fereggiano. Opporsi alla sentenza del giudice Adriana Petri, che, oltre a condannare l’ex sindaco Marta Vincenzi a 5 anni di carcere, l’ex assessore Francesco Scidone a 4 anni e 9 mesi, il dirigente comunale Gianfranco Delponte a 4 quattro anni e 5 mesi, li obbliga a pagare in solido, insieme al Comune, circa 4milioni e mezzo di euro di provvisionali. «Le assicurazioni ritengono che la sentenza sia sbagliata e vogliono ricorrere in Appello – spiega l’assessore comunale alle Finanze, Franco Miceli – anche se noi cercheremo di indurre i Lloyd a rispondere agli adempimenti, venendo incontro alle esigenze delle parti civili ».
Da settimane è in atto un braccio di ferro tra Comune e assicurazioni. Da una parte il sindaco Marco Doria e la sua giunta, che vogliono risarcire. Dall’altra, i legali dei Lloyd che, in attesa di un ricorso formale in Appello contro l’intera sentenza di condanna, vogliono impugnarla immediatamente, chiedendo alla Corte di revocare nel frattempo le provvisionali. E però le assicurazioni non hanno titolo giuridico per ricorrere. Possono farlo i quattro condannati: Vincenzi, Scidone, Delponte e il Comune. Perciò i Lloyd vogliono costringere Palazzo Tursi in questo proposito.
Le provvisionali sono immediatamente esecutive, e l’altro ieri all’ex sindaca Vincenzi (Pd) è stato bloccato il conto bancario e il quinto della pensione (il resto le rimane libero a garanzia di sostentamento). Stessa sorte per l’ex assessore Scidone (ex Idv, funzionario del tribunale) e per il dirigente comunale Delponte. Ad entrambi, oltre il blocco dei conti correnti bancari e del il quinto dello stipendio, è stato sigillato l’intero Tfr (Trattamento di Fine Rapporto).
Ad avviare le ingiunzioni sono stati gli avvocati Giampaolo La Cognata, Maurizio ed Andrea Tonnarelli, difensori della famiglia di Angela Chiaramonte, di 40 anni, che il 4 novembre 2011 si trovava in via Fereggiano. In particolare, si sono mossi i tre fratelli dell’infermiera, a cui spettano 150mila euro, e dai conti bancari di Vincenzi, Scidone e Delponte saranno prelevati 50mila euro a testa.
Il resto dei pignoramenti verrà dopo. I legali, per ora e per strategia, hanno evitato i sigilli ai beni immobili: case e terreni. Si sono concentrati sui “beni presso terzi”: le banche dove sono depositati soldi e titoli. Anche se Maurizio Tonnarelli anticipa che nei prossimi giorni si passerà all’avvio delle procedure nei confronti del Comune: «Finora abbiamo voluto aggredire la “parte bassa”, più facile da recuperare – spiega l’avvocato – poi passeremo al resto ». Il resto è il milione di euro che spetta a Bernardo Sanfilippo, marito di Angela, ed al figlio. Eppoi, i circa 4 milioni spettanti ai famigliari delle altre vittime: di Spreja Djiala (di 28 anni) e le sue due figliolette Gioia (otto anni) e Janissa (di uno); di Serena Costa (di 19 anni) e di Evelina Pietranera (di 50 anni). Somme che, per la loro consistenza, dovranno essere prelevate dalle casse del Comune.
«La mia disponibilità a titolo personale ci sarebbe – ripete l’assessore Miceli – ma le decisioni non posso prenderle da solo: c’è una giunta e c’è un sindaco». E soprattutto ci sono le assicurazioni: loro devono sganciare i quattrini. Sebbene il Comune sia disposto ad anticipare la sua quota parte, per bloccare i pignoramenti. E però il Tribunale Civile per il 20 aprile prossimo ha convocato i “debitori”. In quella sede sarà valutato l’ammontare di quanto confiscato e si deciderà come, quando e quanto pagare>.
FONTE: la Repubblica

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