FACCIAMO CHIAREZZA: I° caso reale Conto corrente tabaccheria - Il Broker.it

FACCIAMO CHIAREZZA: I° caso reale Conto corrente tabaccheria

Come promesso inizio a descrivere casi reali, in modo che possiate rendersi conto di come vanno realmente le cose, in questo mondo sconosciuto ai più dove leggende metropolitane e mistificatori abbondano.
 
Nel mese di Maggio del 2012 si rivolge a me il titolare di una tabaccheria, perché la Banca chiede il rientro dello scoperto di conto oppure il credito verrà messo a sofferenza. Per sofferenza la Banca intende che il credito è di difficile riscossione, perciò il conto va chiuso e il debito che il cliente ha nei confronti della banca va iscritto tra i crediti deteriorati, questo è il passaggio precedente al decreto ingiuntivo che la Banca presenta in Tribunale per poter procedere al recupero del proprio credito. Nel caso in questione il credito è assistito da fideiussione perciò se non paga il cliente la Banca andrà a chiedere i soldi al fideiussore.
Breve sintesi della posizione:

  • Attività: tabaccheria
  • Conto corrente aperto il 24/05/1990
  • Affidamento di € 10.000,00 elevato a 15.000 nel 2010
  • Il fido è assistito da fideiussione prestata da un terzo.
  • Estratti conto esaminati da Gennaio 2001 a Dicembre 2011
  • In data 28/10/2011 la Banca comunica che il credito verrà iscritto a sofferenza
  • In data 31/12/2011 il conto viene chiuso dopo passaggio a sofferenza per                 € -19.567,30.

Come detto nella premessa dopo che il cliente aveva tentato senza successo di trovare un accordo per il rientro del debito, decide di rivolgersi a me e dalla perizia emerge quanto segue:
Conti
Si avete letto bene, al conto viene applicato un tasso del 119% considerando le Commissioni di Massimo Scoperto e del 75% senza tenerne conto.
Perciò eseguo il ricalcolo in base a quanto previsto dall’art. 117 commi 4, 6 e 7 del Decreto 385/93 e successive modifiche conosciuto come Testo Unico Bancario, dal quale risulta che (riporto testualmente il passaggio in perizia):
Il sottoscritto consulente, Graziano Cavallini, in relazione al rapporto di conto corrente unico n. 2819/……, intrattenuto con la Banca ………….., per il periodo esaminato dal 31/12/2000 al 31/12/2011, tenuto conto degli estratti conto analizzati, e di tutti gli altri elementi evidenziati nella presente relazione, ha accertato che:
1) RIELABORAZIONE DEBENZE AL TASSO LEGALE:
escludendo ogni forma di capitalizzazione degli interessi, disapplicando gli oneri non regolarmente convenuti, in applicazione della data operazione in luogo della data valuta, il Sig. ………. risulta CREDITORE della somma di € 27.490,66 (all. 11) contro il saldo debitore, indicato in e/c, di € 19.567,30 alla data del 31/12/2011.
Dopo aver inutilmente tentato un accordo stragiudiziale ed aver esperito tentativo di mediazione il cliente decide di promuovere la causa nei confronti della Banca.
In data 24/6/2014 in udienza giura il CTU nominato dal giudice il quale svolge la propria perizia ed in data 27/11 mi invia la bozza da cui risulta che :
(riporto sempre il passaggio in perizia):
3.1 Ricostruzione dal 2/10/2000 al 31/12/2011
Tabella B)
La Tabella B è il risultato della ricostruzione fondata sugli assunti su descritti, senza capitalizzazione alcuna.
La tabella ci restituisce il saldo del c/c ordinario n.° ……. rettificato con la disapplicazione di tutti gli addebiti non dovuti per le motivazioni esposte nel paragrafo 3.1
L’ultima colonna, invece riporta gli interessi debitori ricalcolati ai tassi come esposti nel paragrafo 3 senza alcuna capitalizzazione. Tali interessi sono sommati algebricamente al saldo ricostruito alla data del 31/12/2011 per determinare il debito/credito del correntista.
Poiché il saldo contabile del conto corrente alla data del 31/12/2011 è a debito per € 19.567,30 ne discende che le somme illegittimamente addebitate ammontano a € 24.861,35+€ 19.567,30= € 44.428,65.
1 Il CTU disapplica interessi commissioni e spese perché il cliente ma soprattutto la Banca non hanno prodotto contratto di apertura dell’affidamento e mancando le condizioni sottoscritte dal cliente il contratto è da ritenersi nullo.
 
La differenza seppur minima nei calcoli deriva dal fatto che il CTU per determinare il TEG usa la formula della Banca d’Italia che calcola tassi inferiori a quelli della formula riconosciuta dalla matematica finanziaria.
Questo caso dimostra che anche per conti con affidamenti di piccola entità può essere economicamente conveniente eseguire perizia.
In questo caso il cliente per il CTU da debitore di € 19.000 diventa creditore di 24.000.
Ora resto in attesa di conoscere gli esiti, la prossima udienza è fissata per per il 03/02/2015.
Alla prossima.

Graziano Cavallini
Graziano Cavallini

Graziano Cavallini

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