Speranza - IL PUNTO! - N.XVI del 2014 di Mirko Odepemko - Il Broker.it

Speranza – IL PUNTO! – N.XVI del 2014 di Mirko Odepemko

MIrko Odepemko 3Eccoci arrivati anche a questo nuovo numero de “Il Punto!”. Sarà l’ultimo numero prima della pausa estiva e ci ritroveremo subito dopo l’estate.
Sono felice di annunciarvi che per rispondere alle molte email di suggerimenti, richieste e confronto che mi spedite, ho deciso di dare cadenza mensile al “punto!” stesso. Infatti ci ritroveremo il primo sabato del mese: da ottobre.
Vorrei soffermarmi su una notizia in particolare uscita proprio oggi su Milano Finanza dal titolo: “Assicurazioni verso il rilancio in nove passi”. Sinceramente ho letto con molta attenzione quanto detto dal giornalista e dall’esperto che evidenzia cosa dovrebbero fare i ceo delle Compagnie Assicurative nei prossimi anni. Non vorrei sembrare saccente, ma mi chiedo se ci voglia un esperto per indicare i nove punti evidenziati, soprattutto, a dei ceo delle Compagnie medesime.
Il nucleo dei nove punti è evidenziato in questo passo dell’articolo: “Oltre all’urgenza di innovare, grazie anche alla digitalizzazione, il modello distributivo delle agenzie assicurative, per ritrovare un equilibrio economico che appare precario, con un calo di profittabilità del 30% subito nel periodo 2007-2012.”
dubbioSinceramente leggo di digitalizzazione da anni e, soprattutto, non capisco per quale motivo si è aspettato che il modello distributivo Agenziale perdesse nel quinquennio ben il 30% di profittabilità.
Per quale motivo non si riesce ad avere una visione di lungo periodo? Perché si deve sempre ricorrere ai ripari? Quale è la risposta vera che sta dietro a questa tipologia di politica economica?
Sono domande alle quali non so veramente dare risposta, quello che però vedo e vivo, negli ultimi anni, è della grande incompetenza, poca professionalità delle reti (sempre più lettere E), poca capacità di conoscere, da parte dei vertici, le caratteristiche vere ed intrinseche delle reti stesse e delle esigenze che loro traslano alle direzioni essendo, tutti i giorni, a contatto con i Clienti.
Ultimamente, ormai da anni, mi confronto con DG di molte Compagnie – alcuni di loro sono diventati ottimi amici – e da parte di alcuni di loro sento ed evidenzio, confrontandomi, ogni santo giorno, della vera e propria non conoscenza delle regole – non scritte – delle reti che gestiscono. Ogni modello di rete – agenti, broker, mediatori, bancassurance – hanno diverse caratteristiche e regole e i modelli pre confezionati – anche derivanti da altri Stati – non possono essere imposti alle reti. Mi spiego meglio, possono essere imposti, ma non porteranno a nessun risultato atteso!
nessunoAltro dubbio che mi assale e al quale non so dare risposta.Vedo personaggi assunti che non conoscono le reti e che nessuno, tranne chi li assume, li conosce. Mi spiego meglio: manager o finti tali che dicono di conoscere componenti – broker e agenti – delle reti e poi, se indaghi (ma credo che nessuno lo faccia), nessuno – da Trento a Catania – li conosce e, cosa più grave, nessuno sa che risultati hanno portato nelle esperienze precedenti. Nomi sconosciuti che millantano risultati e poi non li raggiungono. Io ho sempre pensato e oggi più che mai: “la storia si fa con i fatti e non con le chiacchiere”.
Credo che molte cose debbano cambiare partendo dal middle  management sempre più allineato e poco propositivo nel dare suggerimenti e confrontarsi con i vertici. Vertici che sono diventati tali per inspiegabili ascese, non più dettate dall’esperienza (vi ricordate i maestri di bottega che insegnavano al garzonetto, piano piano, i trucchi del mestiere), ma da fantomatiche caratteristiche inspiegabili per i più. Per fortuna non tutti hanno tali caratteristiche, per fortuna!
Dubbi che ogni giorno mi affliggono e che, sinceramente, non mi permettono di vedere ancora la famosa luce in fondo al tunnel. Il comparto potrebbe crescere e crescere con profittabilità, ma deve esser guidato e controllato con maggiore visione a lungo termine e con regole certe senza nessun conflitto di interessi come si può vedere in altri Stati europei dove ogni manovra fatta riguarda obiettivi per i mesi futuri e non manovre per uscire da errori del passato; almeno non solo!
Vi auguro una splendida estate con il Cuore.
la speranza di klimtVi lascio con due opere di Klimt autore che adoro e precisamente il quadro “La Speranza prima” del 1903 dove la stessa donna incinta manifesta una maternità che non conosce dolcezza ma che appare pervasa da un vago senso di inquietitudine denunciato dalle irregolarità che si percepiscono nel corpo, nel gesto e nello sguardo.klimt la speranza secondaL’altra opera di Klimt è “La speranza seconda” del 1907 dove vi è una visione della maternità assolutamente antitetica, in apparenza, in quanto è una visione della maternità meno disperata, meno inquietante, ma pur sempre pervasa dall’oscura presenza di un destino ineluttabile, di un presagio incombente.
Mirko Odepemko

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