Gli uffici della Consob stanno valutando i potenziali risvolti dopo le dichiarazioni con cui la figlia di Salvatore aveva espresso dubbi sulla solidità patrimoniale di Unipol. La compagnia bolognese ha a sua volta presentato una querela presso il tribunale di Torino.
MILANO – L’audizione dell’ex presidente della Premafin, il 20 maggio, non ha convinto la Consob. A quanto si apprende, la figlia di don Salvatore non sembra essere riuscita a motivare in maniera soddisfacente per quale ragione avesse espresso dubbi sulla solidità patrimoniale di Unipol e sulla riuscita dell’integrazione con Fonsai. Di più, Giulia Ligresti aveva anche dichiarato che “Mediobanca e Unicredit, esposte nei confronti di Fonsai, erano perfettamente a conoscenza” di tali criticità e per questo era stato varato un aumento di capitale “sproporzionato e non giustificato”, funzionale ad un’operazione di integrazione “con grande probabilità destinata a naufragare”.
Dubbi pesanti, che avevano portato la Consob a convocare Giulia Ligresti, per un’audizione. Le sue parole però non sembrano aver spiegato il perché delle sue affermazioni. Ora il passaggio successivo: gli uffici hanno aperto un fascicolo, per accertare se ricorrano gli estremi per aggiotaggio informativo. Dal canto suo, Unipol ha presentato nei giorni scorsi una querela nei confronti sempre di Giulia, presso il tribunale di Torino.
Il giorno dopo le dichiarazioni della Ligresti, diffuse il 13 maggio a mercati chiusi, si è avuta anche notizia della notifica di 14 avvisi di garanzia dalla Procura di Torino per il “buco” da 600 milioni nelle riserve di Fonsai, creato proprio sotto la gestione Ligresti. Per la Consob si tratterà ora di capire come hanno interagito i vari eventi sul mercato: il 14 maggio, Unipol e Fonsai hanno perso in chiusura rispettivamente il 3,05% e il 4,97%.
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