POLIZZE CREDITO - Rubrica di Silvia De Marco - Rischio Paese – l’Iran e le sue potenzialità. - Il Broker.it

POLIZZE CREDITO – Rubrica di Silvia De Marco – Rischio Paese – l’Iran e le sue potenzialità.

polizza-creditoRischio Paese – l’Iran e le sue potenzialità.
Vi chiederete perché inizio questa rubrica dedicata al Credito Assicurativo con un focus sul Paese Iran, la risposta va ricercata nella quotidianità del mio lavoro. Sempre più spesso le aziende con cui mi confronto chiedono soluzioni assicurative volte a garantire i crediti relativi ad esportazioni verso questo Paese. C’è chi si affaccia all’Iran in maniera più o meno timida attraverso forniture occasionali; chi invece, forse percependone già le potenzialità decide di instaurare veri e propri rapporti commerciali con realtà locali di medio/lungo periodo, senza per questo sottovalutarne i rischi che ancora presenta e che possono determinare problemi di diversa natura (legale, documentale, operativa) per le aziende stesse.
Quello che di fatto sancisce il ritorno dell’Iran nel commercio internazionale è la piena attuazione dei principali impegni assunti dal Paese confermati a Dicembre dall’ International Atomic Energy Agency (IAEA)
In seguito a questa conferma è stato raggiunto l’“Implementation Day”: ONU e UE hanno ritirato gran parte delle sanzioni, mentre gli USA ha provveduto a sospendere gran parte delle sanzioni secondarie.
Tutto questo consente sicuramente una riapertura progressiva deli scambi internazionali ed una attrazione degli investimenti esteri.
L’Italia prevede un incremento dell’export in questo Paese di quasi 3 €/mld nei prossimi 4 anni una cifra che rivela l’elevato potenziale del Paese, ma su cui pesa il condizionamento dell’effettivo ripristino del sistema dei pagamenti e del quadro politico-normativo.
Due aspetti devono essere presi in considerazione:
1.recuperare le quote di mercato perse non sarà facile considerando che concorrenti quali Cina, India, Russia e Brasile hanno subito molti meno vincoli negli ultimi anni guadagnandosi posizioni importanti all’interno del Paese;
2.l’impianto sanzionatorio rimane comunque ancora in vigore almeno fino al 2023.
L’accordo sul nucleare, proprio per questo, prevede una clausola di “snapback”, cioè garantisce che i contratti firmati durante il periodo di apertura non possano essere contestati.
Grafico n.1
 
grafico-1Questo facilita gli investimenti a breve mentre limita fortemente quelli più ingenti in infrastrutture che richiederebbero finanziamenti importanti in un lungo periodo quanto mai incerto.
Infatti nonostante l’Iran sia stato, dopo l‘accordo sul nucleare, reinserito nel circuito internazionale dei pagamenti (Swift) le transazioni in dollari verso il Paese rimangono vietate. Questo potrebbe portare erroneamente a pensare che rappresenti un limite per le sole banche americane ma non è così, in realtà ostacola tutte quelle che hanno riserve in dollari e operatività negli States, comprese le europee.
Paradossalmente sono proprio i piccoli istituti ad avere maggiore libertà di azione. In Italia diverse Popolari hanno assistito le imprese esportatrici anche nel periodo delle sanzioni e da Gennaio hanno ripreso anche a fare credito. (fonte La Repubblica).
Nel Paese, rileva un report di Sace, ci sono 31 istituti di credito, con un Core Tier 1 medio del 6,3%, un livello di patrimonializzazione molto basso rispetto agli standard europei, e un livello preoccupante di crediti in sofferenza, in media al 20% degli attivi, con punte fino al 40%.
Ma quali sono i settori in cui poter investire oggi in Iran? finanziario, bancario e assicurativo, oil & gas e petrolchimico, shipping, cantieristica navale e trasporti metalli, oro e altri metalli preziosi e software.
Restano in vigore le sanzioni riguardanti: armi e tecnologia balistica, metalli e grafite, beni e software destinati all’industria nucleare, congelamento degli asset e dei visti ed esclusione dall’operatività sul circuito SWIFT di alcune persone fisiche/giuridiche. (fonte Sace)
In Italia le Compagnie del Credito hanno ancora un approccio di chiusura verso le transazioni in Iran seppur qualcosa si sta muovendo, le richieste di copertura dei pagamenti dilazionati a breve vengono, ad oggi, declinate per Rischio Paese.
Soluzioni ad hoc per tutelare i propri crediti vanno ricercate in prodotti che prevedono oltre alla copertura dei crediti commerciali anche la copertura del Political Risk.
Ad oggi sul mercato, oltre a Sace che sta lavorando in prima linea, anche la Compagnia Credimundi, appartenente al Gruppo belga Credendo offre soluzioni globali che permettono di coprire le transazioni verso Paesi come l’Iran.
Le visite svoltesi negli ultimi mesi (Ministri Gentiloni, Guidi, Martina e Delrio e Vice-Ministro Calenda in Iran, Presidente Rouhani inItalia e Presidente del Consiglio Renzi a Teheran), sempre associate ad un’importante partecipazione imprenditoriale, hanno sicuramente favorito il rafforzamento dei contatti esistenti ed avviato una nuova fase che punta all’impegno del sistema produttivo italiano sia nel settore commerciale, sia in quello degli investimenti produttivi.
La realtà dei fatti è che il nuclear deal è stato raggiunto sulla base di certi compromessi, ma non dimentichiamoci che l’intero processo non giungerà a termine fino a che l’Iran non si dimostrerà “fedele” ai patti.
Cosa auspicarci? Che nel lungo-termine la situazione si risolva a livello internazionale, per evitare che Teheran incorra in altre sanzioni economiche.
 
Silvia De Marco

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