Ogni italiano paga oltre 250 euro all’anno per “coprire” corruzione ed elusione fiscale in Sanità - Il Broker.it

Ogni italiano paga oltre 250 euro all’anno per “coprire” corruzione ed elusione fiscale in Sanità

Marco Vecchietti, Consigliere Delegato RBM Assicurazione Salute: “Il #SecondoPilastroSanitario può essere la soluzione per recuperare le risorse sottratte dalla corruzione, e per fermare anche liste d’attesa ed elusione fiscale”
 

Appalti irregolari per un totale di 3,4 miliardi (valore triplicato rispetto al 2015) scoperti dalla Guardia di Finanza. Nell’ultimo anno il 25,7% (il 37,3% al Sud) delle aziende sanitarie ha registrato episodi di corruzione, non sempre affrontati con efficacia e tempestività. Il settore più a rischio, secondo i responsabili anticorruzione delle strutture sanitarie, sono acquisti e forniture, liste d’attesa – 40,5% – e assunzione del personale. E non è tutto: il 51,7% delle aziende sanitarie non ha piani anticorruzione adeguati, e il 6% delle spese correnti annue del SSN si stimano siano corruzione e sprechi.
Un quadro tutt’altro che rassicurante del nostro Sistema Sanitario Nazionale è emerso nel corso del convegno “Curiamo la corruzione” di scena a Roma.
Questi dati vanno ad aggiungersi a quanto emerso dal rapporto “Corruzione e sprechi in sanità”, stilato nel 2016 da Transparency International Italia in partnership con Censis, Ispe-Sanità e Rissc, che aveva fatto emergere un dato tra tutti: ogni anno la corruzione nella Sanità sottrae 6 mld alla cura delle persone malate e alla ricerca, rendendo il SSN inaccessibile a una quota sempre più alta di persone. Un sistema malato in cui risulta coinvolta un Asl su tre. Se includessimo anche sprechi e inefficienze, secondo il senso più ampio di corruzione, il conto salirebbe presto ad oltre 23 miliardi di euro.
E a questo quadro, poi, bisogna aggiungere anche gli oltre 9 mld l’anno di mancate fatturazioni per prestazioni specialistiche e badanti che sottraggono ulteriori risorse al finanziamento del sistema nel suo complesso. Insomma, un conto di oltre 250 euro all’anno che ogni cittadino italiano paga per “coprire” corruzione ed elusione fiscale in Sanità.
La sanità è da sempre un terreno che interessa una mole notevole di risorse pubbliche investite, pari a circa 111 miliardi di euro l’anno, e per questo soggetta a rischio di frode e corruzione. Anche la percezione dell’opinione pubblica non è positiva. Il 40 per cento degli Italiani– contro il 30 per cento della media UE – ritiene che la corruzione sia diffusa tra coloro che lavorano nel settore della salute pubblica. Secondo una recente indagine CENSIS, il 28.8% degli italiani vorrebbe una comunicazione trasparente dei costi e delle prestazioni del welfare per poter confrontare le spese e limitare gli sprechi.
“Non basta adottare una logica repressiva – commenta Marco Vecchietti, Consigliere Delegato RBM Assicurazione Salute – ma bisogna cambiare lo schema di gioco per realizzare un allineamento di interessi con il cittadino e garantire finanziamenti aggiuntivi per la tutela della salute. In quest’ottica lo sviluppo di un Secondo Pilastro anche in sanità potrebbe avere un ruolo fondamentale. Le Forme Sanitarie Integrative (Fondi Sanitari e Polizze Salute) potrebbero intervenire contro l’evasione, la corruzione e gli sprechi su due canali: tramite la diversificazione delle liste di attesa, che potrebbero essere ottimizzate senza necessità di richiedere “favori impropri” attraverso la diversificazione dei flussi di accesso tra strutture pubbliche e strutture private, e l’obbligo di presentazione della fattura da parte degli assicurati per vedersi erogato il risarcimento della spesa sanitaria sostenuta. In questo modo non solo si recupererebbe gettito per l’Erario ma si arriverebbe alla copertura di poco meno della metà della spesa sanitaria pagata di tasca propria dai cittadini”.
 

 

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