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NEWS: Carige, chiusa la prima indagine

La Procura di Genova ha chiuso ieri la prima tranche di indagini dell’inchiesta che, nel maggio scorso, ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’ex presidente di Banca Carige, Giovanni Berneschi, e di Ferdinando Menconi, già ad del gruppo assicurativo dell’istituto, composto dalle società Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova. Ai due, e ad altri otto indagati, sono stati contestati, a vario titolo, le accuse di associazione per delinquere per commettere delitti di appropriazione indebita e/o truffa, truffa aggravata, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori. L’avviso di conclusione indagini riguarda anche la nuora di Berneschi, Francesca Amisano, e poi Sandro Calloni, Alfredo Averna, Ernesto Cavallini, Ippolito Giorgi di Vistarino, Pier Maurizio Priori, Andrea Vallebuona e l’avvocato svizzero Davide Enderlin.
La seconda tranche dell’inchiesta, per la quale le indagini non sono ancora concluse, riguarda il centro fiduciario di Carige e i finanziamenti che la banca ha accordato, nel tempo, ad aziende e imprenditori che Berneschi, secondo la Procura,trattava con eccessivo favore.
Il documento depositato ieri, spiega che Berneschi e Menconi, «avendo ricoperto ruoli apicali» in Carige e nelle società assicurative, «orientavano le scelte strategiche delle stesse inducendo a effettuare operazioni finanziarie» il cui profitto «veniva canalizzato, in gran parte, nella disponibilità degli stessi anche con l’utilizzo di soggetti giuridici esteri».
In pratica, utilizzavano le imprese in questione «per l’acquisto a prezzi gonfiati di immobili e/o società proprietarie di immobili o partecipazioni azionarie; il provento illecito veniva in parte poi canalizzato anche attraverso circuiti internazionali nella disponibilità»dei due.
In particolare, la Procura indica alcune operazioni. Ad esempio quella con cui Carige Vita Nuova fu «indotta ad acquistare la partecipazione totalitaria della I.H. Roma srl società proprietaria di due alberghi» di Roma, al prezzo complessivo di 70,52 milioni, «cifra risultata essere di circa il 50% superiore al reale valore della partecipazione, utilizzando valutazioni gonfiate del valore dei due alberghi»; con «il conseguente trasferimento di parte del prezzo pagato», circa 16,32 milioni, «su conti esteri i cui reali beneficiari erano gli stessi Berneschi e Menconi che utilizzavano tale cifra per l’acquisto mediato dell’hotel Holiday Inn di Lugano».
Prosegue nel quotidiano
Fonte: Il Sole 24 Ore

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