“Il Risk management delle infrastrutture” – Intervista a Massimo Michaud (Presidente Cineas) di Cristiano Morales È sempre stimolante incontrare Massimo Michaud con cui ho avuto il piacere di collaborare direttamente qualche anno fa. Michaud è un manager di lungo corso in campo assicurativo e dei servizi finanziari in generale. Dopo un’esperienza di 10 anni in McKinsey, ha rivestito il ruolo di CEO per l’Italia di numerose compagnie: Axa, Aviva e Allianz e di CEO in Belgio per Generali. È stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Nationale Suisse Vita e Danni e consigliere di amministrazione presso compagnie assicurative internazionali. Vicepresidente di ANIA dal 2006 al 2008, si è occupato in particolare di progetti e ricerche nell’ambito della sanità e in materia di legislazione sulle calamità naturali. Attualmente è socio di Kinetica, società di consulenza manageriale strategica da lui fondata, con focus sull’Innovazione e sulla Corporate Governance. È inoltre Presidente di CF Assicurazioni e CF Life e fondatore dell’Agenzia assicurativa Acqua.L’ho incontrato il 19 aprile 2019, esattamente ad un anno dal suo insediamento in Cineas in veste di Presidente (il Cineas è, per i pochi che non lo sapessero, il Consorzio fondato dal Politecnico di Milano e dall’ANIA nel 1987, leader nella diffusione della cultura del rischio e nella formazione sulla gestione dei rischi e dei sinistri – www.Cineas.it).Fatta questa doverosa premessa, vi riporto i tratti salienti dell’incontro sul tema “Il risk management delle infrastrutture”.
Cristiano Morales: “Caro Massimo, anzitutto le chiedo un breve bilancio della sua esperienza in Cineas ad un anno esatto dalla sua elezione a Presidente.”
Massimo Michaud: “Beh, forse è un po’ presto per fare un bilancio. Ho ereditato una struttura di eccellenza per la diffusione della cultura del rischio dedita allo studio e all’affinamento delle strategie di governance dello stesso e dotata di un corpo docente di grande qualità. Il Cineas ha consolidato in tutti questi anni di attività la capacità di trasmettere attraverso una formazione basata su casi reali e su metodi di avanguardia, principalmente al mercato assicurativo, il proprio sapere e stiamo utilizzando oggi nuove forme comunicative e nuove ambiti di studio ed approfondimento per ampliare ulteriormente l’offerta formativa. Il nostro obbiettivo è di presentare l’offerta Cineas a platee sempre più ampie anche di non addetti ai lavori e a settori di mercato che non hanno avuto ancora l’occasione di venire a contatto con il Cineas.Ho notato un fenomeno interessante e positivo ma al contempo paradossale. Molti dei frequentatori dei nostri corsi sono studenti “ricorrenti” sintomatico del fatto che chi ha frequentato un corso in Cineas e ne ha apprezzato i contenuti e l’approccio formativo ne ha frequentati altri e poi altri. C’è però tutto un mondo di potenziali frequentatori che potrebbero beneficiare di questo patrimonio culturale e che magari non conoscono la nostra realtà. Siamo partiti così dai settori dove eravamo più presenti e conosciuti, il settore assicurativo appunto e, in particolare, quello peritale, cercando di coinvolgere oltre ai liquidatori e ai periti altre figure tecniche chiave come ad esempio gli assuntori fino a spingerci verso i vertici aziendali i quali, pur conoscendo la valenza culturale delle nostre iniziative, non sempre conoscono nel dettaglio le nostre attività. Abbiamo anche ampliato la nostra proposta formativa verso settori poco praticati in passato come ad esempio il settore industriale. Un settore che manifesta da anni una sensibilità crescente alla gestione del rischio (l’osservatorio Cineas – Mediobanca sulla diffusione del risk management ci conferma tale trend) e che chiede risposte concrete sulla governance dei cosiddetti nuovi rischi, come ad esempio i rischi del patrimonio immateriale, i rischi cyber, i rischi legati alla business continuity.Un altro settore di forte interesse per noi è quello sanitario. Oltre ai numerosi risk managers che si sono formati nel nostro master Hospital Risk Management, vorremmo coinvolgere le intere strutture sanitarie, a partire dai direttori sanitari.”
Cristiano Morales: “Quale approccio state valutando per coinvolgere il maggior numero possibile di figure professionali anche di settori che non hanno ancora interiorizzato una forte awareness del rischio?”
Massimo Michaud: “Stiamo lavorando molto per coinvolgere i decisori nelle nostre attività. Abbiamo organizzato tavoli di confronto fra responsabili sinistri e responsabili di assunzione di compagnie di assicurazione, risk manager industriali o risk manager e figure apicali di strutture sanitarie, per condividere da una parte tematiche comuni legate alla gestione del rischio e condividere dall’altra nostre riflessioni. Abbiamo puntato anche sulla costruzione di partnership con soggetti o enti con forti connotazioni specialistiche mettendo a fattore comune la nostra capacità di portare cultura e di fare formazione. Innanzitutto, con i nostri soci fondatori: abbiamo avviato iniziative con ANRA, con ANIA, e rafforzato quelle con AIPAI. Pensiamo utile coinvolgere di più gli intermediari assicurativi e speriamo di poter sviluppare nuove iniziative con un altro socio fondatore, l’AIBA. Stiamo contattando anche altre rappresentanze professionali, soprattutto dell’industria, in un percorso di interscambio culturale e di studio.Le nostre iniziative riguardano i rischi operativi. Esistono infatti due grandi categorie di rischi: i rischi finanziari ed i rischi operativi. I primi sono appunto rischi legati agli andamenti dei mercati finanziari, nazionali ed internazionali, i rischi di cambio, i rischi di controparte, etc. Una categoria di rischi legati a doppia mandata con la situazione sociopolitica di ciascun paese. I rischi invece sui quali abbiamo concentrato la nostra attenzione sono i cosiddetti rischi operativi, i rischi che nascono dai comportamenti dei singoli collaboratori nelle imprese: di incidenti, di security, regolamentari, cyber, reputazionali per esempio. Nel passato, il Cineas ha giocato, ad esempio, un ruolo significativo a seguito del terremoto dell’Aquila di dieci anni fa: Cineas in collaborazione con la Protezione Civile, con i suoi periti ha contribuito a valutare oltre 20 mila immobili per i danni causati da questa immane catastrofe.Rischi operativi “emergenti” come il rischio cyber e molti rischi regolamentari stanno sempre più catalizzando l’attenzione dei risk manager e di conseguenza abbiamo predisposto opportune iniziative di approfondimento e di analisi. Tra i temi su cui ci stiamo sviluppando ci sono quelli della governance del rischio: ogni impresa ha dei vertici, dei managers, dei collaboratori e dalle interazioni di questi soggetti con i cosiddetti stakeholders (Clienti, Fornitori, etc.) nascono possibili rischi la cui prevenzione o mitigazione spesso è complessa ed onerosa. Recenti condanne di amministratori delegati di importanti gruppi industriali hanno mostrato la rilevanza di incidenti accaduti all’interno delle proprie strutture senza che questi ne avessero diretta responsabilità ma solo indiretta in quanto responsabili di impresa. Sono rischi difficili da valutare ed imbrigliare in procedure di mitigazione visto il coinvolgimento di parecchie persone o perché caratterizzate da strutture produttive complesse ed articolate in realtà operanti magari in vari paesi. Per questa tipologia di rischi servono modelli di Gestione del Rischio Operativo definiti a livello di Consiglio di Amministrazione per definire le procedure di intervento e limitarne i possibili impatti negativi (Temi affrontanti in un recente Convegno cui hanno partecipato Assonime, Aifi e ISPI).”
Cristiano Morales: “Il panorama formativo offerto dal Consorzio è molto articolato anche per venire incontro a varie esigenze formative. Mi può illustrare le varie soluzioni proposte?”
Massimo Michaud: “L’offerta formativa del Cineas è pensata per rispondere a diverse tipologie di interlocutori e a diverse necessità formative in un contesto di formazione continua e permanente delle persone. I corsi brevi sono corsi specialistici in risposta a specifiche esigenze di formazione, spesso innovative, e di aggiornamento di soggetti appartenenti a vari ambiti professionali, quali risk manager, assuntori, liquidatori. I corsi tailor made sono più articolati e vengono cuciti sulle esigenze di singoli committenti, utilizzano metodologie didattiche innovative, sono corsi formativi per specifiche figure quali i tecnici, gli intermediari. I master invece hanno lo spirito della formazione interaziendale. Si rivolgono a professionisti consolidati che necessitano di un approfondimento in uno specifico ambito settoriale o interdisciplinare. La connotazione “interdisciplinare” favorisce l’interscambio di esperienze e competenze rendendo ancora più interessante e profittevole la partecipazione a questi percorsi formativi. Da quest’anno i master si sono arricchiti: proponiamo un master che partirà a giugno per i tecnici e i professionisti volto allo sviluppo di competenze manageriali, di change management, di innovazione che, oltre alle competenze di tipo più specialistico, servono a completare la figura professionale a tutto tondo.”
Cristiano Morales: “Mi soffermo sui master ed in particolare sul master dal titolo “Risk Management delle infrastrutture”. Un master ad ampio raggio e dai contenuti più che mai attuali. Quali sono i tratti salienti del percorso formativo e quali sono i “destinatari” a cui si rivolge?”
Massimo Michaud: “Questo master nasce dall’esperienza e dell’impegno del prof. Carlo Ortolani, il nostro vicepresidente, che tanto ha contribuito, nei diversi anni di collaborazione con il Politecnico di Milano, anch’esso socio fondatore, alla crescita ed affermazione del Cineas. Il master è espressamente dedicato ai rischi tecnici, ingegneristici, finanziari ed assicurativi legati al mondo delle infrastrutture.Non solo in Italia, ma anche in Germania e Francia ed i molti altri paesi ancora, la maggior parte delle infrastrutture stanno diventando obsolete, per usura o per il semplice degrado naturale dovuto al passare del tempo o sono soggette sempre più ad eventi climatici catastrofali sempre più frequenti in questi ultimi anni. È necessario aggiornare ed arricchire le competenze di progettazione e manutenzione di queste strutture ma è necessario altresì acquisire una maggiore consapevolezza dei rischi associati. Si tratta di un’esigenza primaria della società civile quella di mettere in sicurezza le nostre infrastrutture.Il master si rivolge ad imprese che operano nell’ambito delle infrastrutture, private e pubbliche, e a professionisti che con queste imprese normalmente collaborano in forza di conoscenze specialistiche. Anche gli operatori degli enti locali che si occupano di manutenzione e monitoraggio delle infrastrutture possono trovare in questo master contenuti formativi per l’accrescimento della consapevolezza dei rischi legati alla eventuale cattiva gestione di queste attività.Infine, gli assicuratori possono avvantaggiarsi di tali conoscenze per un’assicurazione più efficace dei rischi connessi. Sul fronte dei docenti si annoverano professionisti di primo piano in campo ingegneristico e scientifico, consulenti esperti di risk management e rappresentanti del mondo assicurativo. La scelta rappresenta un giusto mix di competenze in grado di affrontare in maniera approfondita tutte le tematiche tecniche alla base del programma di formazione e di approfondire gli aspetti economico finanziari legati alle attività di valutazione e successiva mitigazione del rischio o al trasformarsi di questo in realtà.”
Cristiano Morales: “Qual è lo stato dell’arte della diffusione della cultura del rischio nei diversi comparti economici? Il settore pubblico ha sviluppato la consapevolezza dell’importanza di queste tematiche così come, da qualche anno ormai, ha fatto il settore privato?”
Massimo Michaud: “Nel settore privato ho riscontrato un buon livello di attenzione a queste tematiche e alla cultura del rischio in generale.Ad esempio, uno dei rischi più importanti legati alle infrastrutture è il rischio reputazionale. Le conseguenze in termini reputazionali per una impresa operante in questo campo per un incidente più o meno grave che coinvolga esseri umani, danni economici a sistemi correlati in grado di avere riverberi sul benessere economico e psico-fisico di una comunità sociale più o meno ampia, sono spesso enormi e devastanti. Nel nostro Convegno si è ricordato come negli anni ’70, solo il 20% del valore di un’azienda quotata in borsa dipendeva dal valore del marchio. Al giorno d’oggi ben oltre l’80% del valore di un’azienda può essere messo in serio pericolo da un danno reputazionale. Per quanto riguarda la consapevolezza delle tematiche legate al rischio da parte del settore pubblico, abbiamo recentemente avviato contatti con l’ANCI e con altre rappresentanze di enti pubblici e speriamo, prima della partenza del master a giugno, di ottenere un buon grado interessa da parte di queste realtà. Tuttavia, sembra che il limite sia un altro: non si tratta spesso di una questione di consapevolezza del rischio ma, sembra, di mancanza di mezzi economici a disposizione del pubblico per la formazione. Ovviamente, il Cineas, che è un consorzio non a scopo di lucro, è pronto ad attivarsi per l’ottenimento di finanziamenti mirati a colmare eventuali deficit di budget per questo master.”
Cristiano Morales: “Bene, credo che quanto ci ha riferito rappresenti una valida proposta distintiva nello scenario formativo più ampio che si occupa di queste tematiche. Le auguro buon lavoro e la invito nuovamente, fra qualche mese, per approfondire altre iniziative che il Cineas, in prima linea nel contesto nazionale della formazione specialistica sulla gestione dei rischi e dei sinistri, deciderà di intraprendere. Grazie.”
Massimo Michaud: “Grazie Cristiano, sicuramente più avanti nell’anno accademico avremo modo di valutare l’interesse di queste iniziative e presentare quelle attualmente in gestazione “Cineas
Cristiano Morales per la redazione IL BROKER
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