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Nella fattispecie, era stata respinta nel merito la domanda di un lavoratore di riconoscimento della natura professionale della malattia provocata dalla condotta mobbizzante del datore di lavoro. Non era stato, quindi, ritenuto indennizzabile il danno da “costrittività organizzativa” come il mobbing.
Il lavoratore ricorre in Cassazione rilevando che la “costrittività organizzativa” è indennizzabile ai sensi del DPR n. 1124/1965, anche se non inserita in tabella, in quanto rischio specifico improprio comunque tutelato. Inoltre, rileva che, con il decreto 11.12.2009, il Ministro del Lavoro ha approvato una nuova tabella “in cui ha inserito espressamente le disfunzioni della organizzazione del lavoro, vale a dire la cd. costrittività organizzativa, nella lista due.”. Infine, rileva l’omesso esame delle ragioni per le quali aveva subito una sottrazione di compiti da parte del presidente della cooperativa, costringendolo a un’attività forzata.
Gli Ermellini ritengono infondato il primo motivo e dichiarano assorbito il terzo. Il secondo motivo viene, invece, ritenuto fondato. Essi precisano che, come da orientamento in materia di assicurazione sociale (art. 1 D.P.R. n. 1124/1965), non rileva solo il rischio specifico delle lavorazioni, ma anche quello improprio.
La stessa Corte Costituzionale ha riconosciuto la copertura assicurativa a malattie diverse da quelle incluse nelle tabelle, purché si dimostri la causa di lavoro; nonché la legge n. 38/2000 all’art. 10 comma 4 prevede che “sono considerate malattie professionali anche quelle non comprese nelle tabelle di cui al comma 3 delle quali il lavoratore dimostri l’origine professionale.“
Qualsiasi attività lavorativa deve ritenersi assicurata dall’Inail anche se esclusa dalle tabelle, se il lavoratore dimostra che è causa della malattia: ne consegue che “nell’ambito del sistema del TU, sono indennizzabili tutte le malattie di natura fisica o psichica la cui origine sia riconducibile al rischio del lavoro, sia che riguardi la lavorazione, sia che riguardi l’organizzazione del lavoro e le modalità della sua esplicazione; dovendosi ritenere incongrua una qualsiasi distinzione in tal senso, posto che il lavoro coinvolge la persona in tutte le sue dimensioni, sottoponendola a rischi rilevanti sia per la sfera fisica che psichica.”
Ogni forma di malattia professionale causata dall’attività lavorativa è, dunque, indennizzabile dall’Inail, anche se non compresa nelle tabelle, purché il lavoratore dimostri il nesso di causa.
Avv. Gian Carlo Soave.
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