L’Avv. Soave risponde: «Responsabilità medica»
La Cassazione, con ordinanza n. 16874/2022, ha stabilito che è responsabile la ginecologa che, non avendo diagnosticato e curato in tempo un tumore, non ha permesso alla paziente di vivere più a lungo e in condizioni migliori.
Nella fattispecie una donna ricorre in giudizio contro una ginecologa e l’ospedale per chiedere il risarcimento dei danni sofferti, in quanto pur essendo emersa durante la visita una patologia tumorale il medico non prescriveva ulteriori accertamenti.
Durante il giudizio la donna decede e il giudizio viene proseguito dagli eredi solo nei confronti del sanitario in quanto l’ospedale viene sottoposto ad amministrazione straordinaria.
Il Tribunale condanna il medico al risarcimento del danno e tale decisione viene confermata in appello.
La ginecologa ricorre in Cassazione rilevando l’omesso esame di un fatto decisivo e il mancato rinnovo della C.T.U. da parte della Corte di Appello che si sarebbe attenuta in modo acritico alle conclusioni del consulente.
Secondo gli Ermellini il ricorso non è ammissibile in quanto il giudice di secondo grado non si è limitato a recepire le conclusioni del C.T.U. e ha respinto la richiesta di rinnovazione della consulenza in quanto al momento della visita medica il tumore si trovava già al secondo stadio.
Una diagnosi immediata avrebbe potuto garantire un intervento tempestivo e una vita più lunga in condizioni migliori.
Avv. Gian Carlo Soave.
0 Comments
Leave A Comment