Con sentenza n. 42018/2022, la Cassazione ha stabilito che il conducente non è responsabile dell’investimento del pedone sbucato all’improvviso, in assenza di strisce pedonali, in una strada priva di indicazione della velocità da rispettare. Il principio di precedenza non è illimitato: è, infatti, possibile che il pedone tenga una condotta imprevista e imprevedibile tale da causare da sola l’evento.

Nel caso in esame un automobilista, mentre circolava su una strada urbana, fuori dal centro abitato, ad una velocità di circa 50 Km. orari non essendo segnalato alcun limite di velocità da rispettare, investiva un pedone comparso improvvisamente dopo una curva, da un punto di accesso non segnalato e privo di strisce pedonali.

Il Tribunale riteneva il conducente non responsabile per il superamento del limite di velocità non segnalato e, pertanto, non conoscibile.

La Corte d’Appello accoglieva invece il ricorso delle parti civili costituite, ignorando l’esito delle perizie.

Il conducente ricorre in Cassazione lamentando la contraddittorietà della motivazione e il travisamento della prova sul limite di velocità.

La Suprema Corte accoglie il ricorso ritenendo che non è stata raggiunta la certezza della responsabilità del conducente oltre ogni ragionevole dubbio: la Corte di Appello, infatti, ha ritenuto il conducente responsabile per colpa specifica del decesso del pedone trascurando le circostanze in cui l’occorso è avvenuto.

Pur essendo vero che spetti al conducente tenere una condotta prudente nei confronti dei pedoni, è anche vero che “in tema di omicidio colposo, per escludere la responsabilità del conducente per l’investimento del pedone è necessario che la condotta di quest’ultimo si ponga come causa eccezionale e atipica, imprevista e imprevedibile, dell’evento, che sia stata da sola sufficiente a produrla.”

Il pedone, dunque, può anche essere totalmente responsabile dell’evento.