Risposta: Tra le cause più frequenti degli incidenti stradali, vi è il colpo di sonno che è una repentina perdita dello stato di veglia del conducente.
Il colpo di sonno, a determinate condizioni, può essere considerato “caso fortuito”, ovvero un evento assolutamente imprevedibile.
In generale il colpo di sonno per integrare il caso fortuito deve essere determinato da cause patologiche di carattere imprevisto ed imprevedibile, sopraggiunto senza sintomi premonitori e per un’infermità che non aveva dato segni in passato.
In questa accezione il colpo di sonno rientra nella nozione di malore improvviso e, conseguentemente, scusare l’autore dell’incidente, mandandolo esente da responsabilità.
Ne restano esclusi, quindi, tutti i casi in cui i soggetti sono consapevoli della loro infermità e ciò nonostante si espongono colposamente al pericolo di addormentamento.
Il discorso è diverso nel caso di sonno fisiologico, ovvero il sonno per cause psico-fisiche come, ad esempio, sonno per affaticamento, caldo, uso di farmaci tranquillanti o consumazione di pasti e/o alcolici.
Il sonno fisiologico non è mai scusabile e il conducente risponde a titolo di colpa.
Segnalo una sentenza della Corte di Cassazione che ha ritenuto che lo stato d’incoscienza del conducente doveva dallo stesso essere previsto. Infatti, dopo una lunga giornata di lavoro, in cui l’uomo si era palesemente stancato, avrebbe dovuto decidere di non mettersi alla guida, prevedendo le eventuali conseguenze del suo comportamento. (Cass. 9172/2013)
Lo stato d’incapacità, a cui è andato incontro, era prevedibile e quindi evitabile, cosi che il conducente è stato ritenuto responsabile del sinistro.
La Corte di legittimità ha precisato che “in materia di circolazione stradale la giurisprudenza colloca il malore nell’ambito dei fattori incidenti sulla capacità di intendere e di volere e non nel caso fortuito”.
Il malore improvviso causa una mancanza di collegamento fra il comportamento del soggetto e le sue funzioni psichiche con la conseguente mancanza di determinazione nei movimenti che divengono automatici e inconsapevoli, ma non incidono sulla potenzialità intellettiva del soggetto che agisce, che comunque deve prevedere le conseguenze delle sue azioni.
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