Domanda: U.C.I. e veicoli immatricolati all’estero.
Risposta: La Cassazione, con sentenza n. 4669/2016, ha stabilito che la copertura assicurativa Uci si estende agli stessi danni coperti dalla polizza nazionale – quindi a quelli causati non solo alle persone ma anche alle cose – se nel sinistro sono coinvolti veicoli immatricolati all’estero.
Nella fattispecie una società aveva convenuto in giudizio l’UCI, insieme al conducente e al proprietario di un autoarticolato chiedendo il risarcimento del danno per avere ricevuto la merce – proveniente dall’estero – danneggiata, a seguito di una improvvisa frenata effettuata dal conducente del veicolo all’altezza di un’uscita autostradale.
In primo grado la domanda era stata accolta ma in secondo grado era stato dichiarato il difetto di legittimazione passiva dell’UCI.
La Corte di Appello, avuto riguardo al fatto che, ai sensi dell’art. 6 L. 990/1969, l’UCI provvede alla liquidazione dei sinistri provocati in Italia dalla circolazione di un veicolo estero, aveva ritenuto che “il citato articolo 6, al comma quarto, dispone che l’ente provveda alla liberazione dei danni cagionati in Italia, garantendo il pagamento agli aventi diritto nei limiti e nelle forme stabilite dalla presente legge”, ovverosia quelli per cui i veicoli a motore non possono circolare su strade pubbliche se non coperti dall’assicurazione per la responsabilità civile verso i terzi prevista ex art. 2054 c.c. che deve comprendere anche la responsabilità per danni alla persona causati ai trasportati, qualunque sia il titolo in base al quale è effettuato il trasporto.
La società ha, dunque, impugnato la pronuncia di secondo grado nella parte in cui viene affermato che la garanzia copra solo i danni fisici riportati dalle persone trasportate e non anche quelli alle cose trasportate.
La Suprema Corte evidenzia che, in forza dell’art. 6 L. 990/1969 ora art. 125 D.Lgs. 209/2005, l’obbligo di assicurazione per la R.C.A. vale anche per i veicoli immatricolati all’estero, una volta entrati in Italia.
Diversamente, bisognerebbe prevedere per il veicolo straniero che giunge in Italia l’obbligo di assicurarsi nonostante la polizza R.C.A. sia stata già stipulata nel Paese di provenienza.
In tal modo si evita altresì di rendere troppo difficile per le eventuali vittime la tutela dei propri diritti, come accadrebbe se il danneggiato dovesse chiedere il risarcimento dei danni ad un assicuratore straniero.
Il sistema funziona in quanto nei Paesi aderenti vengono risarcite le vittime di sinistri causati da veicoli immatricolati in altri Stati, fatto salvo il diritto di rivalsa nei confronti dell’assicuratore responsabile.
L’U.C.I. ha anche il compito di risarcire i danni al soggetto danneggiato in Italia da un veicolo con targa straniera.
Conclusivamente, la sentenza impugnata è stata dunque cassata con rinvio poichè il richiamo contenuto nell’art. 6 L. 990/1969 alla sussistenza dell’obbligo assicurativo dell’U.C.I. “nei limiti e nelle forme stabilite dalla presente legge” deve essere correlato con l’obbligo di “assicurazione per la responsabilità civile verso i terzi prevista dall’art. 2054 c.c.”, di cui all’art. 1 comma 1 della L. 990/1969
L’art. 2054 c.c. prevede il risarcimento del danno prodotto dalla circolazione dei veicoli sia a persone sia a cose, pertanto, la copertura assicurativa dell’U.C.I. per i veicoli immatricolati all’estero, come la garanzia relativa alla circolazione dei veicoli immatricolati in Italia, si estende anche ai danni causati alle cose trasportate.
Avv. Gian Carlo Soave.
L'Avv. Gian Carlo Soave risponde:"UCI e veicoli immatricolati all’estero."
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