Questa sarà l’ultima rubrica prima delle tanto agognate vacanze. L’Avv. Gian Carlo Soave tornerà con noi il 5 settembre 2017.
Domanda: Investimento del pedone. 
Risposta: La Corte di Cassazione, con sentenza n. 27513/2017, ha stabilito che risponde di lesioni personali colpose il conducente che ha investito il pedone nonostante quest’ultimo abbia attraversato fuori dalle strisce.
Dichiara, dunque, inammissibile il ricorso del motociclista condannato per il reato di cui all’art. 590 c.p. in quanto egli avrebbe potuto evitare l’occorso in considerazione del fatto che l’attraversamento improvviso è un rischio tipico e prevedibile.
Nel merito, la condotta dell’imputato – che aveva investito una donna – era stata ritenuta non idonea a prevenire situazioni di pericolo derivanti da comportamenti scorretti dei pedoni e, pertanto, era egli stato ritenuto colpevole.
In Cassazione il conducente lamenta che nessuna colpa poteva essergli attribuita poiché il pedone aveva attraversato imprudentemente fuori dalle strisce pedonali.
La Suprema Corte condivide quanto stabilito nel merito: se il motociclista avesse tenuto una condotta adeguata relativamente a velocità e livello di attenzione, considerato che il sinistro è avvenuto di giorno in un centro abitato ed in prossimità delle strisce pedonale, si sarebbe accorto della manovra incauta del pedone, evitando così l’evento.
In ottemperanza al principio di affidamento, l’utente della strada è ritenuto responsabile anche del comportamento imprudente altrui, purché questo rientri nel limite della prevedibilità.
Ne consegue che, qualora il conducente scorga sul suo percorso la presenza di pedoni che esitano a spostarsi, deve rallentare e, se del caso, arrestarsi. 
L’attraversamento del pedone è, infatti, un rischio prevedibile: il conducente deve quindi stare attento all’eventuale presenza di pedoni per adottare gli opportuni accorgimenti allo scopo di prevenire rischi di investimento.
Avv. Gian Carlo Soave

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