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Domanda: Quale è la disciplina della guida in stato di ebbrezza?
Risposta: Si segnalano, sull’argomento, due sentenze della Corte di Cassazione: la n. 44132/2015 e la n. 43854/2016.
Con la prima pronuncia si è stabilita l’applicabilità dell’art. 131 bis c.p. al reato ex art. 186, comma 2, lett. b) C.d.S., facente parte degli illeciti penali definiti attraverso la tecnica della “soglia”. Nella fattispecie, la Suprema Corte ha deciso favorevolmente sul ricorso di un automobilista che era stato condannato per guida in stato di ebbrezza, con l’aggravante di aver guidato tra le ore 22 e le ore 7.
Si evidenzia che, in passato, la Cassazione ha affermato che la particolare tenuità del fatto trova applicazione anche con riferimento a reati di pericolo astratto o presunto e, pertanto, anche al reato di guida in stato di ebbrezza. Per i reati soglia, occorre verificare se la manifestazione reale e concreta presenta un “ridottissimo grado di offensività rispetto alla cornice astratta”.
Il concetto di “soglie” non è incompatibile con il giudizio di particolare tenuità, poichè “la soglia svolge le proprie funzioni sul piano della selezione categoriale, mentre la particolare tenuità conduce ad un vaglio tra le epifanie nella dimensione effettuale secondo il paradigma della sussidiarietà in concreto”.
Vanno, quindi, verificate l’entità dello stato di ebbrezza, le modalità della condotta, la misura del pericolo o del danno cagionato.
Nel caso in oggetto, il tasso alcoolemico rilevato aveva valori vicini al limite più basso previsto dalla norma; a ciò si aggiungono le attenuanti generiche riconosciute all’automobilista.
Nonostante l’applicazione della causa di non punibilità, dovrà, comunque, essere comminata la sanzione della sospensione della patente, in quanto la causa di non punibilità applicata presuppone l’accertamento del reato.
La sentenza impugnata è stata, dunque, annullata con rinvio al giudice competente.
Con la seconda pronuncia, premesso che l’art. 131 bis c.p. prevede l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, la Corte di Cassazione ne ha evidenziato la natura sostanziale nonché l’applicabilità ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del D. L.vo n. 28/2015 che l’ha introdotto, compresi quelli pendenti in sede di legittimità.
Nella fattispecie, l’imputato, a seguito di un controllo a sorpresa, era stato fermato alla guida in stato alterato dall’assunzione di alcol.
Dall’alcooltest era emerso un valore di grammi/litro di poco superiore al limite minimo della “forbice di riferimento” previsto dal Codice della Strada.
Nel merito erano state riconosciute all’automobilista – incensurato – le attenuanti generiche, erano stati applicati i benefici della sospensione della pena nonché la non menzione.
Secondo la Suprema Corte, dunque, la sentenza di colpevolezza nei confronti dell’imputato per guida in stato di ebrezza alcoolica va annullata senza rinvio: la sua condotta è, infatti, ritenuta valutabile come non grave e, pertanto, il soggetto non è punibile.
Conclusivamente, anche se la guida in stato di ebbrezza è considerata un reato, chi lo commette non è punibile se il suo tasso alcoolemico supera di poco la soglia limite.
Avv. Gian Carlo Soave.
L'Avv. Gian Carlo Soave risponde:"Guida in stato di ebbrezza"
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