Domanda: Danno biologico e assicurazione INAIL
Risposta: Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 38/2000, il danno biologico è compreso nella copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali gestita dall’Inail. Le somme erogate da quest’ultima, secondo i criteri di cui al citato articolo, sulla base di una “tabella delle menomazioni”, non esauriscono il diritto al risarcimento del danno biologico in capo all’assicurato.
Ciò premesso, si segnalano due pronunce della Corte di Cassazione in tema di quantificazione del danno biologico ai fini dell’assicurazione Inail.
Con la sentenza n. 3074/2016, la Suprema Corte si è pronunciata in ordine alla richiesta del risarcimento del danno biologico a seguito di malattia professionale contratta da un dipendente tale da cagionarne la morte.
I congiunti del defunto avevano ricorso per ottenere il riconoscimento del danno differenziale dato dal maggior pregiudizio sofferto in concreto rispetto all’indennità erogata dall’Inail.
La Corte ha statuito che le prestazioni erogate da quest’ultima non esauriscono il ristoro del danno al lavoratore per infortunio o malattia professionale e, quindi, anche la maggior somma risarcibile a titolo di responsabilità civile del datore di lavoro, in quanto il risarcimento del danno biologico si fonda sull’art. 32 Cost, mentre il fine dell’indennizzo è lo scopo solidaristico ex art. 38 Cost., a prescindere, dunque, da un illecito.
Secondo la Cassazione la differenza tra risarcimento del danno biologico ed erogazione Inail presuppone che le somme corrisposte da quest’ultima siano decurtate dal risarcimento che spetta al lavoratore. Considerato poi che il danno biologico riconosciuto dall’Inail non ha natura risarcitoria, la corresponsione della rendita Inail viene meno con la morte del lavoratore mentre il diritto al risarcimento si trasferisce agli eredi.
Con la sentenza n.8243 del 26 aprile 2016, la Suprema Corte si è pronunciata in ordine al caso di un dipendente che ha proposto ricorso per chiedere che gli fosse riconosciuta la malattia professionale derivante da mobbing.
Nella fattispecie i giudici di merito avevano ritenuto che la percentuale o entità di danno biologico, in ambito civilistico, fosse stata fissata al 5%, dovendosi applicare anche nei riguardi dell’assicurazione dell’Inail, in quanto il lavoratore non aveva provato l’aggravamento del danno biologico. La Corte accogliendo l’istanza del ricorrente di rideterminare l’entità del danno ex art. 13Dlgs 38/00, ha ritenuto che la determinazione del danno non patrimoniale non si effettua con gli stessi criteri applicabili in sede civilistica poichè in sede previdenziale vanno osservate le tabelle “delle invalidità e delle menomazioni” ex D.m. 12/7/ 2000. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello che, previo accertamento dei presupposti, avrà il compito di rideterminare il risarcimento.
Avv. Gian Carlo Soave.
L'Avv. Gian Carlo Soave risponde:"Danno biologico e Assicurazione INAIL"
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