La scatola nera è una commodity. Ciò che conta sono i servizi! - Il Broker.it

La scatola nera è una commodity. Ciò che conta sono i servizi!

di Massimo Rosa
Schermata 2013-10-10 a 16.49.12In questi ultimi mesi, seguendo con la consueta attenzione il tema della scatola nera, ho avuto modo di continuare a dialogare con compagnie, intermediari e costruttori osservando l’evoluzione del loro pensiero e credo sia il momento giusto per analizzare più attentamente il mercato.
Quando si parla di scatola nera è ormai quasi scontato – specie per i meno addetti ai lavori – perdersi un circolo vizioso fatto di:
– compagnie contrarie a doversi sobbarcare il costo dei servizi e per di più concedere sconti significativi
– assicurati da un lato interessati agli sconti ma da dall’altro timorosi di essere spiati
– produttori di hardware impegnati a trovare le migliori soluzioni tecnologiche e a confezionarle attraverso software e algoritmi in grado di soddisfare eseigenze assicurative
– data service provider pronti a gestire il traffico di dati, la loro integrità,  interoperabilità, privacy ed altri aspetti burocratici
– intermediari impegnati a comprendere se e come lucrare dall’introduzione della scatola nera offrendo contemporaneamente un beneficio economico ai loro clienti.
Ebbene la realtà si è probabilmente evoluta e questo scenario, risalente a soli pochi mesi fa non è più così realistico.
Ecco ciò che mi pare rilevante considerare oggi alla luce delle tante conversazioni avute con gli operatori di settore:
1) le compagnie, seppur in parte formalmente contrarie, possono trarre grande vantaggio dalla scatola nera nella misura in cui questa, anche con il supporto di broker specializzati, possa divenire un reale strumento di selezione della clientela. Una selezione a monte, ad opera del broker, ma anche una selezione a valle basata sulla capacità che la scatola offre di incentivare o disincentivare gli assicurati al rinnovo andandoli a premiare o penalizzare in base alla “bontà” degli stili di guida rilevati;
2) gli intermediari, broker innanzitutto, hanno l’opportunità di concedere sconti agli assicurati incrementando nel contempo la propria marginalità. Come? E’ molto semplice. Innanzitutto preselezionando a monte una clientela dalla bassa sinistrosità, che vive in area a non eccessivo rischio incidente o furto e che per storico dei sinistri e caratteristiche socio-demografiche e stile di vita offra buone garanzie circa un basso rischio sinistri. Insomma una clientela che tutte le compagnie vorrebbero assicurare e alla quale si può effettivamente concedere uno sconto significativo, idealmente anche superiore al 20%. Ebbene gli intermediari che già hanno saputo cogliere questa opportunità preselezionano clientela in target, negoziano sconti significativi del 25-30% o più con la compagnia. Utilizzano infine tale sconto per acquistare le scatole nere (a proprio carico), concedere uno sconto all’assicurato che può arrivare fino al 10% e trattenere una parte del margine ottenuto dalla compagnia per sè;
3) si crea in questo modo un gioco win win dove tutti i soggetti convolti guadagnano. le compagnie riduconono l’S/P selezionando gli assicurati e magari neanche pagano la scatola nera, gli assicurati ricevono sconti incentivanti e gli intermediari fanno maggiori margini senza contare che, insieme alle compagnie, riescono a fidelizzare il cliente per un periodo di 2,3, 4 anni grazie all’aver legato la copertura alla scatola nera;
4) la scatola nera, salvo rare eccezioni dove si punta sull’innovazione hardware, sta già diventando una commodity. Alcuni componenti hardware standard ben assemblati insieme e fatti funzionare da un eccellente algoritmo operativo. Nulla che non si possa comprare in Cina e sul quale si possa montare un proprio software proprietario;
5) la gestione dei dati certo è assai rilevante ed è probabilmente la parte della catena dove service provider, operatori telefonici e fornitori di mappe possono trarre il massimo vantaggio economico;
6) ma la parte più interessante, l’INTELLIGENZA del sistema diventa quella dove si lavora con i dati, si traggono indicazioni sul singolo assicurato, sulla sua guida, sulle zone di percorrenza, sulle abitudini di guida ma anche indicazioni generali su nuove categorie omogenee di guidatori che ancora si stanno definendo. Qui lo spazio di SERVIZIO è quasi infinito. Dal monitoraggio dei percorsi per capire se effettivamente l’assicurato guida nella regione in cui è assicurato o in un’altra, alla stima dei consumi reali dei mezzi commerciali per far fronte alle frodi operate dai trasporatori, alla possibilità di monitorare il parco auto assicurato rispetto al rischio furto, 24 ore su 24, con possibilità di inviare allert prevenendo il furto un po’ come alcune compagnie fanno sugli eventi naturali con gli alert grandine. Questi sono solo alcuni delle decine di esempi che si potrebbero fare;
7) si apre così un mondo di servizi che rendono la scatola ancor più commodity. Con grande vantaggio per le compagnie che possono iniziare a conoscere realmenete il proprio cliente facendo tariffe iperpersonalizzate (a consumo o meno) e a selezionario anche premiandolo o penalizzandolo in base ai comportamenti effettivi. Con importante vantaggio per gli assicurati privati che possono guadagnare non solo uno sconto sulla polizza ma anche in sicurezza, in controllo del proprio mezzo, in controllo dei propri famigliari (es. figli neopatentati) cui affidano il mezzo stesso, etc. Con altrettanto vantaggio infine per gestori di parchi di veicoli, siano essi autonoleggi, società di trasporto privato o publico, etc, che possono monitorare i mezzi, migliorare la logistica, prevenire furti e frodi ad opera del proprio personale;
8) Si sta insomma sviluppando un modello nel quale – già lo sapevamo che sarebbe successo – il valore del mercato della scatola nera è solo una parte del complessivo indotto in temini di servizi che essa genera. Un bel vantaggio anche per le compagnie che potranno arricchire la propria polizza di SERVIZI NON ASSICURATIVI recuperando almeno in parte il costo della scatola. Qualche esempio? Possibilità per le concessionarie di pianificare tagliandi, assistenza, sostituzione di parti meccaniche. Pannelli di controllo intelligenti che aiutino a conoscere e migliorare il proprio stile di guida. Localizzazione del veicolo in caso si dimenticasse dove lo abbiamo parcheggiato. E molto altro…
9) Ciò senza contare i vantaggi sia sulla RCA sia sulle CVT. Chiari i primi, monitoraggio, antifrode, selezione clientela attraverso gli stili di guida, contestazione di sinistri in base al posizionamento effettivo del veicolo all’atto dell’evento, etc. Un paio di esempi tra i molti possibili? Riduzione dei furti totali grazie a funzionalità di blocco remoto del mezzo in caso di rimozione dal luogo di parcheggio. Sensori in grado di rilevare attraverso la scatola nera atti vandalici o grandinate.
Insomma anche in mancanza di regolamentazione da parte dello Stato latitante il MERCATO sta facendo la sua, o meglio le sue scatole nere e le sta costruendo sulla base di esigenze complesse di una pluralità di soggetti – compagnie, assicurati, parchi aziendali, noleggiatori, trasporto pubblico,… – oggetti tecnologici destinati, come già avvenuto per il telefono cellulare, a divenire contenitori di servizi.
Si profilano così prossimi futuri prodotti ad alto tasso di intelligenza capaci di rispondere a esigenze e mercati anche molto diversi tra loro, basti pensare a RCA e CVT. In realtà già oggi si può pensare a soluzioni specifiche per queste due differenti esigenze assicurative.
Una scatola nera con componenti di servizio minime e “low cost” ossia – indipendentemente dall’hardware – che non effettui trasmissioni continue di dati ma registri invece gli stili di guida e le dinamiche dei crash con magari una sola trasmissione giornaliera e quindi senza insatallazione (alimentata a batteria a lunga durata o pannello solare) basso traffico dati e nessun utilizzo di licenze per mappe per consultazione da parte dell’utente – ben può rispondere alle esigenze della compagnia che volesse operare in una mera logica di tariffe legate alla rilevazione dello stile di guida.
Lo stesso hardware che preveda invece trasmissioni continue della posizione e, quindi, localizzazione puntuale del mezzo magari dotata di un sistema di inibizione a distanza dell’accensione via App – che prevederà quindi molto traffico dati e l’utilizzo da parte dell’utete finale delle mappe di Google e quindi il pagamento di licenze, potrà invece – a maggior costo per canone dati e servizi – ben soddisfare anche le più sofisticate esigenze in ottica CVT. Questo ovviamente potendo integrare a costo pressochè nullo le funzionalità richieste per l’RCA.
Insomma ciò che fa e sempre più farà la differenza – fermo restando un livello qualitativo base della strumentazione e un eccellente livello di algoritmi e software – è l’INTELLIGENZA dei servizi offerti, la possibilità di PERSONALIZZARE e RENDERE MODULARI gli stessi e la loro capacità di soddisfare esigenze più o meno complesse.
Discorso analogo si potrebbe ovviamente fare per scatole destinate ad automobili private o piccoli mezzi commerciali vs. scatole rivolte al mondo dell’autotrasporto e della logistica. Due mondi dalle esigenze e quindi dalle soluzioni profondamente diverse dove il secondo rappresenta senza dubbio l’ambito dove intelligenza e fantasia possono trovare il massimo livello di applicazione (es. monitoraggio consumi, monitoraggio carico e scarico, localizzazione carico, pianificazione manutenzione, ottimizzazione percorsi, monitoraggio celle frigorifere, etc.).
Staremo a vedere ma la mia sensazione è che il mercato si sia già profondamente evoluto decreti si o decreti no.
Massimo Rosa

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