Con piacere vi invitiamo a leggere il pezzo scritto dal noto e stimato giornalista Sergio Luciano per Libero/Affaritaliani.
Un’analisi estremamente lucida dei benefici che potrebbero derivare dall’obbligatorietà della scatola nera e delle forze – non i grandi poteri secondo l’autore ma un sottobosco di portatori di interessi particolari – che ne verrebbero danneggiate e che egoisticamente si oppongono al “bene comune” quali, sempre secondo il giornalista, avvocati, liquidatori, riparatori e perfino gli stessi agenti.
Riportiamo qui di seguito un passaggio del pezzo invitandovi a LEGGERLO INTEGRALMENTE SU AFFARITALIANI.
“Difficile una spiegazione pacata: la verità è che numerose categorie professionali oggettivamente oggi traggono di che vivere – in modo del tutto lecito, sia chiaro – proprio dall’enorme ruggine che cresce attorno ai sinistri automobilistici e che, con l’avvento della scatola nera, perderebbe gran parte del suo lavoro: avvocati, liquidatori, riparatori vari, gli stessi agenti d’assicurazione, tutta gente che spesso trae vantaggio oggettivo dal contenzioso, se non anche dalle truffe, in termini di parcelle incassate, o di pagamenti differiti proprio in forza delle procedure interminabili che oggi sovraintendono alla liquidazione degli indennizzi.
Non c’è, insomma, un unico “Grande Vecchio” che frena, c’è invece un sottobosco di gente di mediocre livello che in nome della propria pagnotta vede di buon occhio il differimento sine die di un’innovazione che sarebbe sacrosanta. E fa sentire il suo potere frenante fino in Parlamento. Un potere frenante velenoso e, in sé, criminale: perché, per gli automobilisti spericolati e indisciplinati, il sapersi “controllati” da una scatola nera, cioè sapere che in caso di incidente nessun avvocato potrebbe deviare le responsabilità da chi ce l’ha, sarebbe una ragione forte, per i trasgressori abituali, per cambiare costume di guida, come avvenne a suo tempo con la patente a punti e più di recente con il Tutor sulle autostrade. Ma c’è di più, ed è anche in questo caso un problema di sottocultura da rimuovere, per quanto qui non c’entri in modo altrettanto diretto la “pelle” della gente ma la tasca di tutti noi e del sistema Paese”.
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