La guida alle collaborazioni tra iscritti al registro unico - Il Broker.it

La guida alle collaborazioni tra iscritti al registro unico

da PLUS 24 di Sabato 26 Ottobre 2013
Gli agenti sono poco collaborativi. Questo è quanto si può affermare ad un anno dalla firma del decreto Sviluppo Bis che ha consentito la libera collaborazione tra iscritti al Registro unico degli intermediari assicurativi (Rui). Un’innovazione festeggiata dalla categoria con tanto di sondaggi che prevedevano una decisa volontà dei professionisti di creare partnership con colleghi a cui poi sono seguiti pochi accordi pratici. I numeri dello Sindacato nazionale agenti evidenziano, a dire il vero, timidi segnali di avvio. Secondo le stime del principale sindacato di categoria gli intermediari attivi nelle collaborazioni hanno superato abbondantemente le mille unità(sui circa 18mila iscritti alla lettera A del Rui). Oltre 3mila agenti hanno comunicato proprio allo Sna di essere pronti a intraprendere questa nuova modalità intermediativa. La scarsa diffusione di collaborazioni pratiche è motivata, probabilmente, oltre che da timori di ritorsioni da parte delle mandanti anche da dubbi e perplessità sulla reale fattibilità tecnica delle collaborazioni. Anche per questo il sindacato nazionale ha messo a punto un documento che «Plus24» è in grado di anticipare, che fornisce interpretazioni sulle questioni più controverse per dare una risposta ai numerosi quesiti pervenuti ai vertici dello Sna anche durante il giro d’Italia “Collaboriamo”.
Fra i dubbi e i timori evidenziati dalla categoria, lo Sna ha rilevato il rischio che le compagnie facciano pressione per irrigidire le collaborazioni, ad esempio invitando l’Ivass a emanare una normativa troppo stringente. «Naturalmente, il Sindacato vigilerà perché l’impianto delle collaborazioni resti tale e quale, ovvero nella direzione segnata dai legislatori nazionale ed europeo», spiega Claudio Demozzi, presidente dello Sna. «L’importanza di questo lavoro risiede nel fatto che nessuno, dal legislatore all’Ivass, ha ritenuto di dover dare indicazioni sulle modalità di svolgimento delle collaborazioni e sulle implicazioni di carattere giuridico, regolamentare e fiscale –, spiega ancora Demozzi –. Siamo certi che le interpretazioni delle norme fornite da Sna ed i suggerimenti conseguenti, frutto del lavoro congiunto con i nostri legali, saranno considerate come un punto di riferimento non soltanto dagli agenti. L’impostazione è volutamente liberista e peraltro coerente con le ultime indicazioni del ministero dello Sviluppo Economico di rinuncia all’emanazione di disposizione».
Va da sé che molti degli assunti contrastano con le posizioni recentemente assunte da altre associazioni di rappresentanza degli agenti minori, come Anapa che invece ha ribadito in un documento recente le preoccupazioni riguardo, in particolare, alla responsabilità solidale tra gli intermediari collaboranti, al problema del conto corrente separato nonché alla formazione.
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