"Il Romanzo Assicurativo" - Francesco Di Prisco - N.I - Il Broker.it

"Il Romanzo Assicurativo" – Francesco Di Prisco – N.I

PARE QUASI CHE I MAJA CONOSCESSERO GIÀ GLI ARTICOLI 589 E 590 DEL CODICE PENALE…Quel giorno faceva molto caldo e l’umidità entrava nelle ossa; ma il contorno era a dir poco straordinario. Mozzafiato. Arrancavo con mia moglie accanto a me, affaticato ma curioso, avido di conoscere, scoprire le meraviglie che quei siti offrivano. Erano le 13 di un giorno a fine novembre 2008, in pieno Jucatàn. Un meraviglioso tempio Maja imponente, taciturno, sacro e misterioso stava immobile dinnanzi a noi. Lo guardavamo con timore riverenziale, come ci capita spesso di fare se davanti a noi è seduto il Direttore Generale della nostra Azienda. La guida sembrava una radiolina a transistor con il comando del volume inutilizzabile; urlava per farsi sentire da tutti (eravamo un gruppo di una decina di turisti perlopiù italiani), propinando informazioni, storie e aneddoti per rendere il suo racconto ancora più avvincente. Ce ne fosse stato bisogno!? D’un tratto mi cade lo sguardo su una stele di pietra color rossiccio, conficcata nel terreno polveroso, alta circa un metro e spessa quanto basta per reggere l’urto del vento che lì talvolta spazza via tutto ciò che cerca di ostacolarne il passaggio. Come un’enorme pacchetto di sigarette sulla cui faccia esposta a ponente vedo scolpite un’immagine e una scritta che però non riesco a decifrare. Attendo pazientemente che quel rullo compressore di Julio prenda un attimo fiato e quasi sottovoce gli chiedo in un maccheronico spagnolo
Oh… jovine che l’èstas iscripto su la pietra? E lo signo che significado puede aber?
Lui sorride, guarda tutti poi ritorna a fissare me. Ma non c’è da stupirsi perché lì, nonostante l’abbondante miseria, ridono quasi tutti! Così Julio approfitta per mettere pure in mostra una fila di denti intarsiati di argento, come da quelle parti usa fare chi vuole dimostrare che le sue tasche proprio vuote non sono! Un sorriso il suo con sapore sogghignoso… e “retrogusto” di.. ma quanto è scemo questo… pensando a me. La volpe di mia moglie, indovinate un po’… fa giusto un passo in là per estraniarsi dallo scomodo siparietto che mi sta mettendo alla berlina. Julio però improvvisamente si fa serio. Cambia persino tono di voce. Fa un passo avanti. Addita con braccio teso la stele. Ingoia un boccone di saliva. Sussurra, ma non troppo, perché vuole che tutti sentano bene mentre ci accomuna la sensazione che stia quasi per svelare una profezia
Senor… il dissegno està l’imago de un serpiente
Ma fino a lì penso ci fossimo arrivati tutti, in fin dei conti nonostante le rughe del tempo, si vedeva bene che poteva trattarsi di un serpente, magari a sonagli… vista quella zigrinatura sulla parte finale del longilineo aspetto. Dopo una brevissima pausa – da copione ormai consumato – Julio riprende soggiungendo…
Tciò ghe sta iscritto è mui diffisil de comprender Para que està iscritto in azteco ma… el significado è siempre attual…anche oggi!
“Quando siente el tintinnio de la mi coda, è max tardi, para que el peligro è dgià junto da la mi capeza!
(Quando senti il “suono” della mia coda è spesso troppo tardi perché il pericolo è già giunto dalla mia testa)
Non avevo certo intenzione di scatenare quel vespaio; ma tutti hanno iniziato a filosofeggiare sulla saggezza dell’antico popolo che non conosceva antidoti per il morso del serpente, sentenziando criteri di prevenzione perlopiù sui rischi ofidici, ad essi associando improbabili principi di buona condotta, diligenza comportamentale e giù di lì! Un po’ scosso per il trambusto causato, cerco almeno di riordinare le mie idee richiamando all’ordine quel paio di neuroni che mi sono rimasti nel cervello, spesso assorti o in altre faccende affaccendati…! Nel frattempo mia moglie, furbescamente dileguatasi, aveva già iniziato la scarpinata sugli scalini che conducono alla sala dei sacrifici. Il senso di quel monito mi intrigava, convinto che il capolavoro scultoreo potesse essere opera di un assicuratore di 1000 anni fa, non iscritto al RUI ma comunque preparato, che con un esempietto fatalmente attuale cercava di allertare la propria clientela sulla necessità di vigilare preventivamente su ogni sorta di rischio. Quali strane coincidenze con quanto cerchiamo di fare tutti noi quotidianamente.
Un lesto passaggio transoceanico e post-temporaneo (2008-2016) mi cala nella realtà odierna. Penso ai contemporanei conterranei Assicuratori di Responsabilità Civile verso Terzi a agli esempi cui sono costretti a ricorre al fine di promuovere l’efficacia delle omonime coperture assicurative. E sfacciatamente chiedo loro…
…ma quanti vasi fate precipitare da balconi o finestre, facendoli finire su auto parcheggiate sempre lì sotto?
…quanti pezzi di cornicione o tegole avete fatto cadere dai tetti degli immobili perché al Cliente avete cercato di appioppare anche l’RC del fabbricato?
… per non parlare dei quintali d’acqua sversati su scalini, pavimenti, pianerottoli e in ogni dove un tragico scivolamento coronasse degnamente il vostro funesto alert!
Polizze RC… come robuste “botti di ferro” propinate in quantità industriale dagli assicuratori, con promessa di riporci all’interno Clienti bisognosi di protezione, perché questa è da sempre una sorta di “sinapsi” cui ricorrono i venditori di polizze legando indissolubilmente il massimo della robustezza del contenitore alla delicatezza del suo contenuto. “Se fai la polizza è come fossi dentro una botte di ferro…”
Ma quali botti di ferro? Ma per piacere…!?
Ma se la tegola, il pezzo di cornicione o lo scivolone causano un bel danno fisico (grave o gravissimo) o la dipartita di un malcapitato terzo, che succede? La polizza di Responsabilità Civile funziona veramente come una botte di ferro!?
Temo proprio di no. Forse… anzi certamente la botte, presenta qualche falla.
La Responsabilità per fatto illecito (extracontrattuale) come da Art. 2043 del Codice Civile obbliga il danneggiatore a risarcire il proprio terzo. Se è assicurato sarà molto meglio perché le conseguenze venalmente misurabili del suo gesto, se non tutte almeno in buona parte, potrebbero essere ristorate non mediante prelievi dal suo portafogli ma da quello del suo assicuratore. Sin qui tutto chiaro, ancor più se diamo una scorsa all’Articolo 1917 del Codice Civile, che impone precisi obblighi risarcitori a carico dell’assicuratore anche in caso di spese legali (in ambito civilistico…) del proprio Cliente. Quel quarto di massimale, non depisti però da un’attenta vigilanza in ordine all’accadimento di danno involontario con conseguenze fisiche importanti. Così facendo si rischia di dimenticare che se da un fatto illecito derivano lesioni gravi o gravissime o morte di terzi, il responsabile dovrà rispondere non più solo verso la propria vittima o gli aventi diritto in caso di morte di quest’ultima, ma anche nei confronti di un altro Soggetto che chiamasi Stato, il cui intendimento sarà quello di provare che il comportamento posto in atto dal danneggiatore ha una rilevanza oltre che civile anche penale.
Art. 590 CP « Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni. Se la malattia ha una durata non superiore ai venti giorni e non concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste negli artt. 583 e 585, ad eccezione di quelle indicate nel n. 1 e nell’ultima parte dell’articolo 577, il delitto è punibile a querela della persona offesa. »
Art. 589 CP « Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme… »
In caso di procedimento penale per delitto involontario (es: lesioni colpose o omicidio colposo) quindi conseguente ad accadimento accidentale, l’autodifesa (autopatrocinio) non è ammessa. È un diritto difendersi purché lo si faccia ricorrendo obbligatoriamente ad un Legale Penalista, il cui compenso per l’attività svolta durante l’intero procedimento penale dovrà essere pagato dal soggetto che si presume abbia commesso il reato. Ci si ricordi che se l’Avvocato non te lo sei trovato tu… te lo propina d’ufficio il Tribunale. Nessun Avvocato ha in tasca la tessera dell’Associazione “Fate Bene Fratelli”… D’altro canto mi pare assolutamente corretto che un Professionista debba essere pagato per il lavoro che è chiamato a svolgere.
Anche in caso di assoluzione con sentenza passata in giudicato, il cittadino che ha subito un procedimento penale non può chiedere risarcimento allo Stato per le spese legali sostenute per la propria difesa.
Va aggiunto a quanto sopra detto che talvolta (sarebbe più corretto “spesso”) per la costituzione di valide prove a discolpa o per la produzione di elementi efficaci alla difesa, il Legale Penalista abbisogna di un valido supporto tecnico, rappresentato da attività peritali, anch’esse prive di gratuità.
E la botte di ferro… dove è finita? In Italia la cerco ostinatamente, ma l’unica soluzione che mi aggrada non è un unico contenitore con etichetta “RC”; gliene devo affiancare un secondo che titolerò con il nome di “Tutela Legale”.
Lì dentro… rimborsi per spese legali e peritali in caso di difesa penale per delitti colposi o per contravvenzioni o dolosi (salvo “buon fine”), ci sono eccome; ovviamente entro la capienza del massimale di polizza!
Rifaccio volentieri un salto in Messico a riconciliarmi con Julio che ho lasciato al caldo umido di Chichén Itzá. Caro giovanotto – gli dico – in Italia ma penso anche qui in Messico, le polizze di Responsabilità Civile non coprono le spese legali che si sostengono in ambito penale nel caso in cui si venga processati per lesioni involontarie come conseguenza del danno cagionato a terzi!  
Julio, ascoltami bene… non è per caso… che quel famoso scultore tuo conterraneo, a tempo perso faceva pure l’assicuratore? Non è per caso… che quel signore molto lungimirante voleva vendere prevenzione prima di pezzi di carta che si chiamano polizze? Non è per caso… che quell’esperto erpetologo si dilettasse anche a fare il chiaroveggente… che poi… per via di chiaroveggenza astrologica (calendari a parte) gli aztechi hanno dimostrato di azzeccarci parecchio! Non è che per caso!?
Insomma Julio… quello lì, come caspita sapeva che dall’altra parte del Pianeta circa mille anni dopo due maledettissimi Articoli del Codice Penale, che per giunta non hanno nemmeno una coda tintinnante che ti preavvisa… sono più pericolosi dei serpenti a sonagli!?
 “​​​​​​​​​KIKO”​​​​​​​​​ Francesco Di Prisco – (Formatore)

0 Comments

Leave A Comment