Il digitale fa paura? | Il Broker

Il digitale fa paura?

Potrebbe sembrare anacronistico il titolo, ma come potrebbe preoccupare l’innovazione tecnologica del secolo che sta facendo diventare il nostro grande pianeta sempre più connesso, che sta unendo utenti al grido di “viva il social” e dove la grandezza personale si misura in “kilocontatti”? Invece il tema è più che attuale e comincia a preoccupare le persone ma anche le istituzioni sia per quello che riguarda il risvolto sociale ma anche (e forse questo preoccupa maggiormente) quello economico.

 

Il digital e il sociale

Ma come… il digital è social per antonomasia e il sociale è un problema? Ci riferiamo al sociale come rapporto tra individui e all’attitudine naturale che ha il genere umano a dialogare con i suoi simili e a formare gruppi con interessi e finalità comuni, tutto questo il digitale lo fa eccome, direte voi, si ma pensateci bene… lo fa favorendo l’isolamento del singolo e non l’incontro tra persone, siamo sempre più soli ed isolati e dipendenti dal nostro smartphone, palmare o laptop che sia. Questa attitudine arriva anche a degli eccessi tanto da scatenare vere e proprie patologie da dipendenza da social (si chiama FOMO ovvero Fear Of Missing Out) vedi qui e, citando uno studio degli psicologi Dr. Lee Hadlington e Mark Scase della De Montfort University nel Regno Unito, si afferma: “alcuni tratti della personalità influenzano le risposte delle persone ai problemi della tecnologia digitale: i più nevrotici ed estroversi hanno avuto reazioni più estreme ai guasti tecnici come l’interruzione del WiFi”. Quindi quando non possiamo accedere ai nostri amati social diventiamo insicuri, ci sentiamo persi ed isolati dal mondo, dimenticando che la fuori c’è un intero universo fatto di persone reali pronte ad essere conosciute, ma tanto a cosa serve? Posso conoscere tutte le persone che voglio semplicemente comodamente seduto sul mio divano. “Sempre più soli, anche in compagnia” titolava La Repubblica qualche tempo fa mettendo il dito sul problema reale, siamo comodi nel nostro mondo digitale e quando ci mancano i social ci rendiamo improvvisamente conto di essere davvero soli! Tutto questo ci fa dimenticare che le grandi pressioni e i grandi drammi sociali sono state storicamente ottenute isolando i popoli, lo stiamo facendo di nuovo, in maniera molto tecnologica ma lo stiamo facendo.

 

Il digital e l’economia

Il mondo digitale ha fatto in modo che non solo gli individui si sentano più connessi e vicini (seppur virtualmente) ma ha anche reso le economie globali, grandioso… fantastico! Basta aprire un sito e-commerce o vendere una app e si fanno milioni a palate! Non è così e il mondo finanziario mondiale se ne sta già accorgendo.

Leggo un interessante articolo su internet (ebbene sì, anche io!) titolato “La crisi del lavoro nel capitalismo digitale: i trend economici” e cito alcuni passaggi: “Adesso anche la World Bank (Banca Mondiale) e l’OECD (Ocse) lanciano l’allarme sui crescenti squilibri nel mercato. Dove si scopre che il digitale sta favorendo trend negativi per i lavoratori e i redditi. L’innovazione non sta portando a benefici diffusi sui cittadini. La soluzione richiede nuove politiche sociali”.

SoftBank di Masayoshi Son, la più grande banca d’investimento nel settore tech ha annunciato, nel suo rapporto trimestrale, una perdita di 6,5 miliardi di dollari e il suo fondatore ammette: «C’è stato un problema riguardante la mia valutazione. Qualcosa su cui riflettere».

Le performance negative in borsa di Uber, Slack, WeWork e Pinterest tra gli altri fanno riflettere gli operatori e fanno temere che, laddove ci si appresti ad un altro 2008, la crisi socio/finanziaria stavolta avrebbe dimensioni decisamente più gravi.

Tra i big del tech notiamo (sono notizie relativamente recenti) che Google, Amazon, Facebook e persino Apple rivolgono la loro attenzione al settore biotech e pharma (vedi qui), come mai questi colossi del tech stanno facendo confluire denari, energie ed interessi al settore della cura della salute? Forse che sappiano che il digitale ha già raggiunto il suo massimo?

Tutto male e tutto nero direte voi? No, non credo, è mia personale opinione che la verità sia nel mezzo, basta imparare ad usare il digitale per gli scopi per i quali è stato pensato, senza abusarne e senza sostituire lo schermo a quegli amici che magari non vediamo da tempo.

Ora vi lascio, per scrivere questo articolo ho trascurato Instagram e voglio andare a vedere cosa succede.

 

Ignazio Cogotti

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