Generali conferma le attese, utile netto +2,5% a 2,1 miliardi - Il Broker.it

Generali conferma le attese, utile netto +2,5% a 2,1 miliardi

Il gruppo Generali ha segnato nel 2016 un utile netto di 2,08 miliardi di euro, in progresso del 2,5%, sostanzialmente in linea con le attese. Il risultato operativo segna un record, raggiungendo 4,8 miliardi, in crescita dello 0,9% grazie al netto incremento del segmento vita (+5,5% a 3,1 mld) e alla crescita anche del danni (+2,9% a 2 mld) per effetto del continuo miglioramento del Combined Ratio (92,5%, -0,7 punti).
Il RoE operativo, principale target di redditività, si attesta al 13,5% (dal 14% del 2015), confermando per il terzo anno consecutivo il raggiungimento dell’obiettivo strategico (oltre il 13%). I premi complessivi ammontano a 70,5 miliardi (-3,9%), un po’ sotte le attese e riflettono un aumento del 2,1% nel danni a 21 miliardi, mentre il vita si attesta a 49,7 miliardi (-6,3%), per effetto – spiega una nota – «sia dell’approccio sempre più disciplinato nell’offerta, volto all’ottimizzazione del ritorno del capitale investito, sia dell’attuale andamento dei mercati finanziari».

Confermati i principali target al 2018

Nella nota sui conti 2016, la compagnia precisa che per quanto riguarda il target di net operating cash cumulativo di oltre 7 miliardi entro il 2018, il Gruppo ha raggiunto a fine 2016 i 3,5 miliardi, mentre per quanto concerne il target di oltre 5 miliardi di dividendi aggregati al 2018, il gruppo ha raggiunto i 2,4 miliardi a fine 2016. Infine, con riferimento al target del RoE superiore al 13%, il gruppo ha registrato un livello medio, calcolato sul biennio 2015-2016, pari al 13,8% (RoE annualizzato a 2016 è pari a 13,5%).
Dividendo 2016 sopra le attese
Il dividendo per azione che sarà proposto alla prossima assemblea degli azionisti di Generali è di 0,80 euro, in aumento dell’11,1% rispetto agli 0,72 euro dell’anno precedente. Le attese degli analisti puntavano a una cedola di 0,79 euro. Il payout ratio si attesta al 60% dal 55,3% del 2015. Il dividendo complessivo relativo alle azioni in circolazione è di 1.249 milioni. Il dividendo sarà in pagamento dal 24 maggio 2017 con data di legittimazione a percepire il dividendo il 23 maggio 2017 e stacco cedola a partire dal 22 maggio 2017.


Donnet: su di noi nessuna minaccia di scalata

Su Generali «non c’è nessuna minaccia di scalata da nessuno né all’estero né in Italia. Non esiste, non è una realtà». Lo ha detto il group ceo Philippe Donnet in una conferenza telefonica con le agenzie a commento dei conti 2016. «Siamo una compagnia che si sviluppa – ha aggiunto, interpellato a proposito di eventuali progetti di M&A -, noi vogliamo far crescere le Generali all’estero e anche in Italia, se ci sono opportunità. La nostra strada è una strada di rafforzamento e di crescita. Le acquisizioni possono aiutare, ma non c’è nulla sul tavolo». 
La vendita di asset non strategici
Il processo di vendita di asset non strategici annunciato da Generali all’Investor Day di novembre è stato avviato e procede bene, riscontrando molto interesse. Lo ha detto Donnet durante la conference call con le agenzie stampa. «Abbiamo avviato processi competitivi di vendita di ogni asset che vogliamo vendere. Questi processi procedono in modo molto positivo. Mi sembra che ci sia molto appetito per tutti questi asset», ha detto Donnet. Generali intende uscire da 13-15 mercati considerati non strategici, ricavando un miliardo di euro nell’arco del piano. Donnet non ha peraltro voluto commentare le indiscrezioni secondo cui la prima procedura di vendita riguarda l’Olanda.
«Le Generali devono restare un grande gruppo indipendente e italiano, con vocazione internazionale», ha sottolineato ancora il group ceo. «Non c’è nessuna minaccia di scalata da nessuno, nè all’estero né in Italia», ha aggiunto, rilevando che la cosa migliore da fare per difendere la compagnia è «creare valore per gli azionisti. È la migliore difesa e il modo migliore per farlo è l’esecuzione del nostro piano e lo stiamo facendo benissimo». Donnet non ha voluto commentare il tema della quota del 3% in Intesa Sanpaolo, acquisita quando la banca aveva allo studio un’integrazione con la compagnia assicurativa, ipotesi a cui ha poi rinunciato.
FONTE: il sole 24 ore

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