Volatilità dei prezzi, costi in aumento ed emergenze climatiche comportano più rischi, anche in agricoltura. E tutelare il reddito delle aziende è sempre più difficile. Da qui una nuova strategia nazionale per fare fronte a queste incognite, impostata su tre cardini assicurativi: polizze personalizzate contro almeno due o tre avversità climatiche, fondi di mutualizzazione e un innovativo strumento per tenere sotto controllo la contabilità.
Le opportunità sono state illustrate ieri all’Expo di Milano da ministero delle Politiche agricole e Ismea agli stakeholder di settore: istituzioni, organizzazioni agricole, consorzi di difesa, compagnie di assicurazione. Tutti accomunati da un sistema assicurativo considerato all’avanguardia, ma che presenta anche alcuni elementi di criticità. Che ora possono essere superati facendo leva sulle novità introdotte dalla nuova Politica agricola comune, un impianto di norme che fino al 2020, attraverso il pilastro dello Sviluppo rurale, proprio per incentivare la diffusione di questi strumenti assicurativi dispone di 1,64 miliardi. «L’Italia è tra i paesi europei che hanno la più solida tradizione nel sostegno pubblico alla gestione del rischio – ha osservato il presidente dell’Ismea, Ezio Castiglione –. Oggi, grazie agli incentivi dello Stato, sono circa 85mila le imprese che sottoscrivono annualmente una polizza assicurativa, con un’incidenza complessiva sulla produzione agricola nazionale del 15%, che sale al 23% per le colture arboree, per un valore assicurato che nel 2014 ha sfiorato gli otto miliardi».
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Fonte: Il Sole 24 Ore
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