USURA e ANATOCISMO bancario: "Facciamo Chiarezza" di Graziano Cavallini - Il Broker.it

USURA e ANATOCISMO bancario: "Facciamo Chiarezza" di Graziano Cavallini

Banche fallite, Banca d’Italia e MEF sapevano dal 2014 che il FITD non poteva intervenireDalla stampa la conferma che “Sistema” sapeva prima del Decreto Salvabanche
 
Per motivare il titolo ma soprattutto il sottotitolo, faccio un passo indietro. Nell’articolo del 07/01/16 Banche&risparmio: azioni e obbligazioni andate in fumo un film già visto in chiusura illustravo quali erano i motivi per cui secondo me il “Sistema” intendendo per esso, Banche, Banca d’Italia e Governo avevano già deciso il destino di Ca.Ri.Fe, CariChieti, Banca Etruria e Cassa Marche, anteponendo I propri interessi a quelli di clienti, dipendenti e istituti di credito oggetto del Decreto del 22 Novembre 2015.
bankNei giorni scorsi la stampa locale, La Nuova Ferrara e Il Resto del Carlino Ferrara hanno ripreso la notizia data da Il Messaggero e La Stampa secondo cui la Banca d’Italia avrebbe depositato al T.A.R. del Lazio una memoria difensiva relativa ai ricorsi presentati contro il Decreto, nella quale vi sarebbero le prove che Ministero dell’Economia e Banca d’Italia erano a conoscenza fin dall’Ottobre del 2014 che la Commissione Europea considerava l’intervento del FITD (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi), aiuti di Stato.
Più precisamente nella memoria verrebbero citate 3 lettere inviate dalla Commissione UE la prima ad Ottobre 2014 nella quale espone le proprie perplessità sull’intervento del FITD in TERCAS , la successiva a Dicembre sempre dello stesso anno, in cui invita MEF e BankItalia a desistere dall’utilizzare il Fondo come strumento di risoluzione delle crisi bancarie e l’ultima a Febbraio 2015, nella quale comunica l’apertura di una procedura formale sull’intevento FITD in TERCAS (Cassa di Risparmio di Teramo) ora parte della Banca Popolare di Bari. Ve ne sarebbe poi una quarta datata Agosto relativa a Ca.Ri.Fe in cui la commissione contesta al MEF di essere stanta informata della delibera di intervento del FITD a cose fatte, che però non farebbe parte della memoria.
Queste notizie non fanno altro che confermare quanto da me affermato nell’articolo del 07/01/16, ovvero che MEF e Banca d’Italia hanno operato a vantaggio delle Banche, contro l’interesse generale.
Come detto la stampa locale ha ripreso la notizia, la Nuova Ferrara il giorno 10/03 a pag. 9 ha pubblicato un articolo dal titolo “Ca.Ri.Fe. già nel 2014 il no dell’Europa”.
Il giorno successivo Il Resto del Carlino Ferrara intervista il presidente della Fondazione Ca.Ri.Fe, dott. Riccardo Maiarelli, il quale ripercorre le tappe che vanno dal momento in cui MEF e BankItalia “consigliano” la soluzione FITD fino al Decreto salva Banche e prende di mira l’ex assessore al bilancio del Comune di Ferrara ed ora consigliere economico di Palazzo Chigi dott. Prof. Luigi Marattin, il quale nel pieno della polemica scatenata dal Decreto, rispose a chi dava la colpa a Governo, BankItalia e Consob, che le responsabilità erano da ricercare nella mala gestio degli amministratori che avevano gestito la banca precedentemente, mentre Governo e Banca d’Italia hanno fatto il possibile ed anche di più per salvare il salvabile.
bankitalia-640Il 12/03 Marattin risponde a Maiarelli sempre sul Il Resto del Carlino Ferrara, rincarando la dose per quanto riguarda le responsabilità degli amministratori, ma confermando quanto detto a Dicembre, ovvero che la soluzione FITD non era praticabile ed aggiungendo un particolare che ritengo sconcertante, a Luglio 2015 Ca.Ri.Fe era fallita perché il patrimonio era azzerato e perdeva 6 milioni al mese.
Il 13/03 Il resto del Carlino Ferrara pubblica a pag. 5 l’articolo Carife, la tirata d’orecchi della UE “Siamo stati informati a cose fatte”.
Riassumendo ad oggi vi sono due fronti:
• Il primo composto da Fondazione, Sindaco di Ferrara, associazioni dei consumatori e di categoria che sostengono che i responsabili siano da individuare in Banca d’Italia e CONSOB, per mancata od omessa vigilanza.
• Il secondo composto da Governo, esponenti locali e nazionali del PD, del Governo, che oramai in tutte le salse continuano a ripetere che è stato fatto tutto il possibile e che anzi è andata bene così perché poteva andare anche peggio.
Lascio volutamente da parte l’aspetto relativo al risarcirimento dei danneggiati per cui ho già espresso il mio punto di vista nell’articolo precedente, mentre vorrei soffermarmi su di un aspetto diciamo così particolare ma che non deve stupire, ogni tesi portata avanti si basa su mezze verità ed ommissioni.
Partiamo da chi sostiene la tesi che responsabili siano Governo, Banca d’Italia e MEF, hanno ragione perché come ho già scritto non hanno vigilato e tutt’ora non vigilano, perché la Banca d’italia è controllata dalle banche su cui dovrebbe vigilare, ed ora aggiungo che se ciò che Marattin sostiene circa la perdita di 6 milioni al mese di CARIFE fosse vero, ci sarebbero grossi interrogativi sull’operato dei commissari e sui dirigenti di BankItalia che venivano aggiornati sulla gestione.
Però si dimenticano od omettono di ricordare che le perdite si sono generate in periodo lungo oltre un decennio e se chi doveva vigilare per così dire era distratto, chi era al timone, o fingeva di non vedere o era incompetente, in entrambi i casi non doveva governare una Banca. Inoltre le associazioni datoriali di commercio, artigianato e agricoltura omettono di dire che Consiglio di Amministrazione e Organo di indirizzo della Fondazione erano composti da soggetti indicati da loro stessi, perciò invece di recitare il mea culpa cercano di spostare l’attenzione su altri.
Veniamo ora a chi invece sostiene che la colpa sia principalmente degli amministratori, ciò corrisponde sicuramente al vero, ma anche in questo caso c’è un ma, seppur per ragioni opposte alle precedenti. Certamente il disastro è stato costruito in oltre 10 anni e quindi amministratori, sindaci, revisori, dirigenti che si sono succeduti sono corresponsabili di aver portato Ca.Ri.Fe al fallimento, però mi chiedo, possibile che fino al 2009 Banca d’Italia sia stata latitante? E ancora da quella data in poi ha avuto 4 anni prima del commissariamento per raddrizzare la situazione, perchè non ci è riuscita? Di più, perché anche dopo il commissariamento avvenuto nel 2013 la Banca ha continuato a perdere? Ed infine se è vero che era fallita a Luglio del 2015 perchè nell’assemblea straordinaria per l’approvazione dell’intervento del FITD I commissari comunicano che a quella data il valore delle azioni è di 0,27 cent.,ed patrimonio poco sopra gli 11 milioni?
Questa vicenda secondo me dimostra ogni oltre ragionevole dubbio, che in Italia siamo lontani dall’avere una classe dirigente degna di questo nome. Abbiamo un’accozzaglia di arrampicatori sociali di dubbie capacità sia dal lato politica, che da quello della cosiddetta Impreditoria, il cui scopo principale è difendere gli interessi di pochi a discapito dei molti.
Ma quel che per me è insopportabile in questa vicenda in cui gli attori principali sono politici dirigenti o funzionari di organi dello Stato I quali devono portare avanti le ragioni dell’interesse collettivo e dall’altro le associazioni di categoria che hanno dei conflitti di interessi giganteschi a cui nessuno ha ancora deciso di mettervi mano, uno su tutti sedere nei consigli di amministrazione delle banche locali.

Dr. Graziano Cavallini
Dr. Graziano Cavallini

Alla prossima, Graziano Cavallini

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