Oggi abbiamo deciso di intervistare Antonio Coviello, che è co-direttore e coordinatore del Master di II livello in “Governo dei rischi ed Assicurazioni – MAGRISK” dell’Università “Parthenope” e CNR-IRISS, in collaborazione con ANIA e ANRA (patrocinio).
Coviello è ricercatore dell’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (IRISS) del CNR, ed è professore universitario aggregato nell’Università S.O.Benincasa -dove insegna “Marketing Assicurativo” – ed Università “Parthenope”, dove insegna “Marketing dei servizi” (DISAQ-SIAFA).
Ma cerchiamo di conoscere meglio chi è Antonio Coviello.
Ciao Antonio e grazie per aver accettato la nostra intervista. Per i nostri lettori potresti farci una breve presentazione su di te?
Ho 53 anni, vivo a Napoli, sono ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche-IRISS, dove sono responsabile di un progetto di ricerca su <Assicurazioni e risk management>, unico in Italia, nonché professore universitario in più atenei. Sin da bambino <pratico> il settore assicurativo: mio padre Gerardo, è stato agente di città INA-ASSITALIA, scomparso giovanissimo prematuramente; poi, subito dopo la laurea in economia, ho continuato ad affiancare (quale <procuratore d’agenzia>) mio fratello maggiore Angelo, broker assicurativo, che proprio quest’anno festeggia i suoi 40 anni di attività.
Ma la mia “vocazione” era l’insegnamento e la ricerca; così, dopo una breve esperienza quale Tenente nella Guardia di Finanza, ho intrapreso la carriera accademica: quest’anno “festeggio” 25 anni di insegnamento universitario in materia economico-assicurativa, ma in effetti sono <in campo> a diffondere la cultura assicurativa da prima, convincendo rettori e presidi delle Università campane della necessità di attivare percorsi di studio in materia, sino ad allora pressoché assenti. Da dipendente pubblico, ho rinunciato ai grandi guadagni che mi offriva l’attività assicurativa di famiglia, svolta ad alti livelli, ma sono contento per ciò che ho <costruito>.
Sei docente universitario e di diversi master in ambito assicurativo. Puoi parlarcene?
Già a fine anni ‘90, appunto, nell’Università di Salerno convinsi l’allora Preside ad attivare il primo in insegnamento in materia (Economia e tecnica delle assicurazioni, ndr), rigorosamente finanziato da “amici” assicuratori, in quanto l’Università non disponeva di fondi di ateneo (o forse perché non credeva nell’operazione…); dopo solo un paio di anni e circa 300 corsisti, oltre a centinaia di esami e tesi di lauree discusse in materia (un record per un insegnamento “a scelta libera” appena attivato!), nella stessa Università, unitamente alla STOA’, la scuola di direzione di impresa (ndr), organizzai il primo “Master universitario in Insurance Management-MIM”, cui seguì un secondo, con il patrocinio morale di ANIA.
Riuscimmo a coprire le ingenti spese del Master solo grazie ad un finanziamento pubblico del MIUR, che credette nel progetto da me voluto. Il placement fu del 100% ed oggi quei trenta “giovani laureati con Master”, con mia grande soddisfazione, lavorano tutti in campo assicurativo! Nel 2001 ho costituito il Centro Studi e Ricerche “AssicuraEconomia.it”, associazione no profit, ancora in attività, dedita alla cultura assicurativa, coinvolgendo nel Comitato Scientifico i massimi esperti del settore.
Forte di questi risultati, nel 2003 feci attivare nella Seconda Università di Napoli-Facoltà di Economia l’insegnamento di “Economia gestione delle imprese assicurative”, poi “Marketing Assicurativo”, cattedre sempre a me affidate che ho avuto per ben 12 anni, sostenendo alcune migliaia di esami e discutendo centinaia di tesi di laurea in assicurazioni. Poi, perseverando sempre più nell’idea di “diffondere la cultura assicurativa” nelle istituzioni universitarie campane, ho fatto la stessa <operazione di convincimento> (accettando anche la gratuità del contratto, pur di farlo) con l’Università telematica “Pegaso”, l’Università Suor Orsola Benincasa e l’Università di Napoli “Parthenope”, ove in quest’ultimi due atenei insegno attualmente “Marketing Assicurativo”.
Ed infine, quest’anno, ideando, progettando e co-dirigendo il Master universitario di II livello in “Governo dei rischi assicurativi-MAGRISK”, unitamente a CNR (IRISS) ed in collaborazione con ANIA ed ANRA, appena presentato all’Università di Napoli “Parthenope”, nell’ambito della seconda edizione del <Insurance and Finance day>, giornata di studio da me ideata, unitamente a mio fratello Angelo, che ha registrato la partecipazione di circa 10 CEO di primarie imprese assicuratrici. Un vero successo di gradimento!
Come vediamo le iniziative che hai promosso al Sud sono davvero tantissime, complimenti! Quanto è difficile fare cultura assicurativa nel meridione e quali sono le differenze col Nord?
Tanto. Purtroppo la cultura assicurativa è pressoché assente nel meridione. Il motivo? Basti guardare dove sono ubicate le sedi delle compagnie (zero al Sud!) e sbirciare l’agenda “eventi assicurativi”: tanti appuntamenti ed incontri (convegni, workshop, ecc.) a Milano e nel nord Italia, quasi nessuno al Sud. Apparirò sicuramente immodesto, ma tutte le attività pubbliche (con ingresso gratuito!) di cultura assicurativa organizzate a Napoli negli ultimi 25 anni sono state organizzate sovente da me, autofinanziate tramite il Centro Studi e/o miei esborsi personali.
Quali sono le iniziative promosse al Sud Italia ad eccezione delle tue? Non credi siano poche o comunque non così numerose da destare interesse nei giovani? Se gli stessi centri di cultura non promuovono questo tipo di formazione come pensi sia possibile un avvicinamento dei più giovani?
Ne conosco ben poche, se non quelle sporadiche (a pagamento) organizzate da quelle (poche) aziende specializzate che si affacciano al Sud, che reputano questo mercato di basso interesse. Oppure le routinarie iniziative di compagnie rivolte solo agli intermediari. Tale condizione, a mio modesto avviso, è uno dei motivi della “disaffezione” dei clienti assicurativi e, di conseguenza, della maggiore sottoassicurazione conclamata nel meridione d’Italia.
Non ci può essere <interesse> per una materia, per un’industria che ha una grande valenza sociale, come quella assicurativa, se non la si diffonde sin dalle istituzioni scolastiche ed universitarie. E ciò non può essere lasciato solo ad iniziative personali, quali le mie, ma va organizzato seriamente attraverso una grande campagna dedita alla cultura del rischio ed assicurativa, promuovendo e finanziando tutte le attività necessarie.
Come pensi si possa migliorare questo gap proprio del territorio meridionale?
Solo con la volontà (ed i finanziamenti!) delle imprese assicuratrici: partnerariati con Università e centri di ricerca pubblici (CNR in primis), borse di studio per i più meritevoli, organizzazione di convegni, workshop, seminari che diffondano la cultura assicurativa ad ampio raggio: spiegare ai cittadini il <valore> delle assicurazioni in tutti i campi di “rischio”, quali sanità, responsabilità civile, previdenza, rischi informatici, ecc. I potenziali clienti, soprattutto giovani, vanno “educati” alla cultura del rischio e ciò le compagnie, forse, non la reputano una priorità. Solo così sarà possibile vincere questa sfida ed avvicinare i clienti nel tempo, giovani e meno giovani.
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