Interessante intervista a Marco Ferrara dalla quale estrapoliamo solo alcune domande e risposte.
D: Per Volare legalmente nel pieno centro di Milano quanto hai impiegato e quanto denaro hai speso per ottenere i permessi? E a chi li hai dovuti chiedere?
M.F.: Per quanto riguarda i permessi mi sono attenuto alle indicazioni che mi venivano date man mano che effettuavo i passaggi. Il primo contatto è stato con Enac, Sezione Sapr di Roma, che mi ha detto di contattare la persona competente dell’area di appartenenza. Quest’ultima, molto disponibile e competente, mi ha seguito in tutto il processo indirizzandomi a tutti gli altri enti: Enav, Prefettura e Ministero della Difesa. Per quanto riguarda le tempistiche e la preparazione della documentazione sono stato occupato quasi per un mese, ho inviato 26 tra email e Pec, oltre a tutti i contatti telefonici. I costi sono stati solamente quelli dei diritti Enac per l’accettazione della pratica, 94 euro.
D: Quali le limitazioni richieste dai vari enti?
M.F.: A parte le limitazioni dettate dallo scenario critico tipo S01, Enav ha richiesto un’altezza massima di 40 metri dal suolo (Agl). Non che salire oltre questa altezza sia impossibile, ma i tempi per richiedere il Notam sono di gran lunga superiori rispetto a quelli di cui disponevo.
D: Quali accorgimenti hai adottato per la mitigazione del rischio?
M.F.: Un cavo di vincolo sovradimensionato rispetto ai criteri forniti da Enac, per la ripresa della partenza della corsa dei 10 Km, per il resto, come già detto, uno staff di nove persone e diverse aree segregate. La fortuna è stata anche avere a disposizione l’App Ground Station Pro di DJI che mi ha semplificato di molto la gestione del Geofencing.
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FONTE: dronezine
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