Abbiamo letto un articolo che sinceramente ci ha lasciato molto increduli, ma visto la fonte, essendo la Repubblica, crediamo che possa essere quantomeno attendibile nelle sue più importanti riflessioni.
A voi ogni tipo di giudizio ulteriore.
Tra cinque o massimo quindici anni le banche spariranno dalla faccia della terra. La previsione dai toni apocalittici, in realtà ventilata a mezza bocca da molti addetti ai lavori, arriva da Antony Jenkins, ex dirigente della Barclays. Ma cosa potrebbe provocare una catastrofe di portata tale da accomunare il destino delle banche a quello dei dinosauri? Innanzitutto è bene precisare che l’ipotetica “estinzione” riguarderebbe le banche tradizionali, ovvero le banche come le abbiamo conosciute negli ultimi 50 anni.
Ma la rivoluzione tecnologica, come sanno bene i proprietari di agenzie di viaggio o videonoleggio, non guarda in faccia a nessuno. I barbari (ovvero le start up del fintech) premono sui confini dell’impero e l’attuale organizzazione del settore bancario sta già mostrando i primi segni di cedimento. Secondo alcuni dati prospettici, nei prossimi 4 anni gli sportelli verranno tagliati del 10%.
Un risparmio che, però, potrebbe non bastare. Ne è convinto Jenkins, che con praticità tutta americana individua il momento attuale e quello futuro delle banche: “Attualmente il settore sta vivendo un “Uber moment” in cui l’industria viene trasformata da tecnologie come smartphone e carte contactless”. Ma l’approdo più temuto è quello che lo stesso Jenkins, ai microfoni di Bloomberg TV, ha definito “Kodak moment”: un nome che fa tremare i polsi ai manager, poiché evoca un’azienda spazzata via dalle nuove tecnologie, nonostante abbia fatto la storia dell’industria mondiale.
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La redazione
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