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Ricerca Finaccord: tempo di fusioni e acquisizioni per i broker assicurativi “non-vita” di Australia, Canada e Sud Africa


FInaccord-logoLondra, 3 dicembre, una nuova ricerca di Finaccord – società che si occupa di ricerca di mercato, consulenza ed editoria, specializzata nel settore dei servizi finanziari in Europa – rivela che sebbene i livelli di concentrazione di mercato dei broker assicurativi “non vita” operanti in Australia, Canada e Sud Africa sia inferiore a quello dei principali paesi europei sarebbe in atto una tendenza al consolidamento.
Complessivamente il mercato del brokeraggio di assicurazioni commerciali “non vita” dei tre paesi considerati varrebbe approssimativamente 5 miliardi di Dollari nel 2012. Il più importante dei tre mercati è il Canada con circa 2,42 miliardi nel 2012, seguito dall’Australia con 2,01 miliardi e dal Sud Africa con 528 milioni. Viceversa in termini di crescita nel periodo 2008-2012 il Sud Africa si colloca al primo posto con un tasso del 6,8% seguito dal Canada al 3,7% e dall’Australia a solo lo 3,3%. Se però si considera il tasso di crescita al netto dell’inflazione questi dati scendono sensibilmente con il Canada all’1.8%, il South Africa all’1.2% e l’Australia allo 0.2%.
In tutti e tre i mercati i broker vantano una presenza assai importante nei comparti non vita” ha commentato Bernd Bergmann, Consulente di Finaccord che ha poi aggiunto “Storicamente la competizione da parte degli Agenti è stata moderata e gli altri canali distributivi – online e diretti – non hanno compiuto grandi progressi nel contrastare la dominanza dei broker nei confronti dei clienti business. Ma se i broker riescono a difendere bene le loro quote di mercato risulta per loro difficile crescere ulteriormente come canale distributivo nel suo complesso. Considerando poi che dal 2008 la crescita delle assicurazioni commerciali è stata poco significativa il modo più immediato per crescere nel mercato del brokeraggio nei tre paesi considerati è rappresentato dalle acquisizioni”.
Una caratteristica storicamente comune ai tre mercati è il relativo grado di concentrazione rispetto alla maggior parte dei paesi europei. Infatti la ricerca Finaccord pubblicata nel Luglio 2012 sui broker operanti in 20 paesi europei dimostra che mediamente i primi 10 broker di ogni paese concentrano il 67% dei premi mentre i dati relativi a all’Australia mostrano un 63,1%, il 56,8% in Sud Africa e il 43,5% in Canada.
La forza relativa del canale broker ha coinciso, nei tre mercati considerati, con un grado di concentrazione relativamente basso. Nel caso dell’Australia, ed ancor di più del Canada, questo fenomeno è stato la conseguenza di una specializzazione geografica. In Canada è piuttosto frequente infatti che i broker si concentrino su clienti residenti in una sola provincia” ha dichiarato Bernd Bergmann, Consulente di Finaccord.
Tuttavia la tradizionale frammentazione di questi mercati è oggi messa in dscussione dall’intensificarsi di fusioni e acquisizioni che stanno portando un maggiore grado di consolidamento.
In Australia la spinta al consolidamento proviene non solo dai grandi broker globali come Aon, Marsh e Jardine Lloyd Thompson ma anche da player domestici come OAMPS and Austbrokers. In particolare l’ultimo, che opera in parte come network di broker, è stato particolarmente attivo nell’espandere il proprio business nel corso degli ultimi anni attraverso acquisizioni controllando, già alla fine del 2011, il 50% di oltre 41 società di brokeraggio locali.
In Canada invece i player che stanno spingendo la concentrazione sono Hub International, Western Financial Group e BFL Canada ciascuno dei quali ha realizzato importanti acquisizioni nel corso degli ultimi anni.
In Sud Africa infine Aon ha acquisito una posizione di leadership attraverso diverse acquisizioni di alto profilo. Nel contempo Marsh ha recuperato molto terreno a seguito dell’acquisizione di Alexander Forbes Risk Services nel gennaio 2012.
I Broker assicurativi di Australia, Canada e Sud Africa attraversano un momento favorevole a fusioni e acquisizioni, molto di più di quanto non accada in Europa. Se questo trend proseguirà è ragionevole prevedere che la concentrazione di questi mercati raggiunga nel prossimo futuro livelli comparabili con quelli del vecchio continente”, ha concluso Bergmann.
 

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