Abbiamo raggiunto l’Avvocato Iannitti via skype e abbiamo potuto intervistarlo su temi che ci stanno a cuore visto il periodo a dir poco complesso dettato dal Coronavirus.
Odepemko: Buongiorno avvocato, stiamo vivendo un periodo davvero straordinario, in cui il coronavirus sta colpendo pesantemente la nostra società con continue restrizioni delle nostre libertà. Ritiene si tratti di un potere legittimo da esercitare da parte del governo vista la nostra costituzione?
Iannitti: La domanda è senz’altro stimolante, ma anche complessa da rispondere. La libertà di movimento è una delle libertà primariamente riconosciute dalla nostra Costituzione e, in età repubblicana, (quantomeno a mia memoria) non era mai stata limitata per un periodo così esteso ed in maniera così restrittiva; senza poi considerare che una limitazione così radicale della libertà di movimento finisce col contrastare con la stessa dignità dell’invididuo e con il suo diritto a realizzarsi attraverso il lavoro e la vita di relazione.
Ci troviamo tuttavia in presenza di una limitazione introdotta per la tutela di un altro obiettivo primario tutelato dalla nostra Costituzione, che è la salute dei cittadini. Ciò che induce a ritenere che, seppur gli strumenti utilizzati dal Governo siano quelli della legislazione d’emergenza, vi sia “copertura costituzionale” per misure che sono state adottate, in ossequio al principio “salus populi suprema lex est”.
Odepemko: C’è chi dice che, quando tutto sarà finito (speriamo il prima possibile) ci saranno molte cause che saranno intentate a discapito dello stato da coloro che sono nelle carceri. Adducendo alla non garanzia da parte dello stato della salute e la sua tutela.
Iannitti: Per quanto sicuramente la nostra Costituzione imponga la tutela della salute anche nei confronti dei carcerati, mi sembra prematuro e molto delicato discutere questo tema. Per quanto ne sappiamo, non si sono ancora verificate delle situazioni di danno sostanziale e non sono state adottate misure discriminatorie nei confronti dei carcerati. Temo in sostanza che si sia trattato di un mero ritardo nell’adottare misure ad hoc, in una situazione d’emergenza generalizzata in cui il Governo ha proceduto per ondate di provvedimenti, mano mano che lo scenario e la sua gravità andavano a delinearsi più chiaramente.
Odepemko: Parliamo delle assicurazioni. Che cosa è successo, cosa succede e cosa succederà? Secondo Lei?
Iannitti: Distinguerei i problemi specifici del mercato assicurativo, da quelli propri dell’intera economia italiana. Da quest’ultimo punto di vista, le compagnie e gli intermediari assicurativi sono stati tra i più solerti ad adottare modelli di smart working, che hanno in molti casi interessati l’intera azienda, sin dal weekend del 22/23 febbraio (che la maggior parte degli operatori trascorse al telefono!); nei giorni immediatamente successivi si sono poi naturalmente posti rilevanti problemi in materia di trattamento dei dati personali rispetto ai dipendenti colpiti o potenzialmente colpiti dal virus: vi era difatti l’esigenza di raccogliere e trattare molto rapidamente le informazioni sulla salute dei dipendenti, sia per assicurare un ambiente salubre a tutti i dipendenti, sia per le richieste dei partner commerciali di comunicare tempestivamente eventuali diffusioni interne.
Mi sembra invece che il mercato abbia sofferto di meno il tema dell’interruzione delle “supply chain”, che ha colpito fortemente il settore industriale, nel quale le imprese di manifattura asiatica hanno fatto ampio ricorso al concetto di forza maggiore per giustificare le mancate consegne.
Odepemko: Cosa ci dice invece in merito ai problemi più specifi per il mercato?
Iannitti: Sicuramente il crollo verticale dei corsi azionari accentuerà ancor di più il problema dei rendimenti garantiti su determinati prodotti assicurativi, che già soffrivano di un livello molto basso dei tassi d’interesse; si spera tuttavia che – quando l’orizzonte temporale del problema sia più chiaro – vi possa essere una ripresa generalizzata dei mercati, che in parte si è già vista. Del resto l’esperienza cinese dimostra che l’economia è in grado di riprendersi molto velocemente quando gli Stati riescono a dare l’impressione di controllare la pandemia.
Ma l’onda lunga dell’emergenza sanitaria attuale si vedrà sicuramente sul lato dei sinistri, che vedrà le compagnie molto impegnate a trattare una mole inusitatamente elevata di sinistri.
Odepemko: Cosa intende?
Iannitti: Sono molte le coperture assicurative che rischiano di essere impattate da questa crisi, anche se una vera stima sulle perdite potrà essere effettuata solo dopo un’attenta revisione dei testi di polizza e delle coperture riassicurative, che impegnerà fortemente le compagnie.
Si pensi ad esempio al mondo delle polizze viaggi, dove si presenta un range molto ampio di casistiche da classificare ai sensi di polizza (dai soggetti positivi ma asintomatici, ai voli cancellati dalle compagnie aeree, ai divieti di muoversi all’interno di un paese o di entrarvi proveniendo dall’estero), cui fa da contraltare una parimenti ampia casistica di esclusioni (malattie pre-esistenti, destinazioni sconsigliate, epidemie/pandemie, circostanze note). Analoghi temi andranno ovviamente poi considerati non solo rispetto ovviamente alle polizze malattie, ma anche potenzialmente con riferimento ai sinistri denunciati ai sensi delle polizze di business interruption e delle polizze che coprono la responsabilità del datore di lavoro o più in generale le polizze di responsabilità civile (laddove un domani un attore volesse a mettere in correlazione la diffusione del virus con la condotta di taluni singoli o di talune istituzioni o aziende, ricercando una responsabilità allo stato assolutamente non acclarata).
Odepemko: In sintesi?
Iannitti: La complessità della situazione attuale si sta già riflettendo sulle compagnie, sia sul fronte interno della gestione aziendale, sia sul fronte esterno della gestione dei rapporti con i cliente. Uno scenario che accompagnerà tutta l’emergenza sanitaria, ma che rischia di protrarsi a lungo, sino all’esaurimento della “coda” dei sinistri.
Ringraziamo l’Avvocato per la disponibilità.
Mirko Odepemko
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