Eccoci finalmente che partiamo con il primo sabato de IL PUNTO!
La domanda che mi sorge comunque spontanea è la seguente: “perchè negli anni precedenti la Generali non riusciva e crescere in questo modo?”; altra domanda che mi pongo è la seguente: “sta crescendo così tanto e in questo modo perchè negli anni precedenti era amministrata così male che oggi invece è più facile fare questo tipo di risultati, rispetto agli anni precedenti?”. Ultimissima domanda che mi pongo – a quest’ultima potremmo rispondere a fine anno quando usciranno tutti i dati – è se questo invidiabile risultato sia frutto di raccolta nel paese italiano, da parte di Generali, oppure è trainato da economie, decisamente più fiorenti di altri Paesi mondiali.
Difficile rispondere a queste domande, ma sicuramente si può affermare che la cura di Mario Greco – che ha sempre detto di voler concentrare il business dello stesso gruppo, nel mondo assicurativo e, quindi, nel vero e proprio core business della Generali – sta dando gli esiti sperati e, come avete sicuramente potuto notare negli articoli usciti ieri su Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 Ore e anche su importanti giornali internazionali, si parla già di dividendi significativi per i soci dello stesso Gruppo.
Ovviamente il CEO Mario Greco
I conti dei nove mesi 2013 chiudono con 1.591 milioni di utile netto, sopra le attese del mercato (a 1,5 miliardi) e in crescita del 40,4% dall’anno prima, con uguali premi (49 miliardi, +0,6%). Il risultato operativo di 3,4 miliardi (+6,2%, nelle
attese) è trainato dalla performance dei Danni (+20,3%), mentre il ramo Vita, pur recuperando tra luglio e settembre, è fermo a 2,1 miliardi (-2%). Il combined ratio ora è al 95,1% (-1,6 punti percentuali), in miglioramento nonostante l’impatto dai sinistri catastrofali, tra cui le alluvioni in Europa Centrale. Frutto, probabilmente, del buon andamento del mercato italiano dove il combined ratio è sceso al 91,5% contro il 98,4% segnato in Francia. Negli ultimi tre mesi i profitti sono saliti addirittura del 75,5% passando dai 291 milioni del 2012 ai 510 milioni di fine settembre. I premi totali, invece, sono di fatto rimasti stabili a 49 miliardi (+0,6%). In compenso, il solvency ratio ha raggiunto quota 152% a fine ottobre, dal 143% di fine settembre, grazie al contributo di cinque punti percentuali arrivato con la cessione della riassicurazione Usa e delle minorities in Messico.
Credo che questa performance sia importante per dare un esempio alle nostre aziende italiane che se concentrassero le loro energie sul loro core business e se riuscissero ad essere maggiormente internazionalizzate possono raggiungere ottimi risultati. Evidentemente bisogna soffermarsi maggiormente su tali segnali di buon governo di una azienda che deve rappresentarci sempre più anche all’estero.
Voi cosa ne pensate?
di Mirko Odepemko