- L’interruzione dell’attività è in cima alla classifica italiana, seguita dal rischio cyber, al primo posto a livello globale
- Crisi economica, attacchi cyber, aumento del prezzo delle materie prime, velocità di cambiamento dei fattori di mercato, aumento della concorrenza sono i rischi futuri più temuti dalle aziende italiane
- I rischi long-tail sono sempre più importanti
- Il COVID-19 ha messo ancora di più in evidenza l’interconnessione tra i rischi
Aon plc (NYSE: AON), azienda leader mondiale nei servizi professionali, ha reso noto i risultati della sua Global Risk Management Survey 2021, l’indagine che raccoglie biennalmente i contributi di migliaia di Risk Manager operanti in 60 Paesi/Territori nazionali e 16 diversi settori per identificare i principali rischi e le sfide che le loro organizzazioni stanno affrontando. L’ultimo biennio si è rivelato incredibilmente volatile, con la pandemia di COVID-19 che ha avuto un effetto a catena sugli altri rischi, portando ad una maggiore consapevolezza dell’importanza di presidiare il rischio reputazionale e quello cyber, dal momento che i rischi a lungo termine sono diventati sempre più fondamentali da gestire.
L’edizione 2021 ha coinvolto più di 2.300 manager di aziende pubbliche e private. La business interruption è il rischio più temuto dal campione di aziende italiane, seguito dal rischio informatico, primo della lista invece dei rischi attuali e futuri previsti a livello globale e presente tra i primi 10 rischi di ogni area geografica, settore e tipologia di intervistato. Il rischio cyber ricopre la posizione più alta in classifica dall’inizio del sondaggio, a causa del maggiore ricorso e della dipendenza dalla tecnologia.
La Top10 dei rischi per le imprese italiane riflette fortemente il panorama attuale, in particolare il COVID-19 e il suo impatto sulle organizzazioni, e si discosta di poco dalla classifica internazionale, differenziandosi da questa solo per la presenza del rischio connesso alla maggiore velocità nei cambiamenti dei fattori di mercato e il rischio di credito della controparte.
Hanno partecipato all’indagine 164 intervistati, pari al 7% del campione totale, appartenenti per l’81% al settore privato, in particolare a quello industriale e manifatturiero (20%), delle Istituzioni finanziare (14%) e dell’Energy e Utilities (oltre 12%); in misura minore (6%) al settore pubblico. Il campione italiano è preceduto solo da quello degli Stati Uniti (15,4% dei rispondenti).
In un contesto di mercato difficile, la pandemia sta mettendo alla prova la capacità delle aziende di gestire la volatilità e prendere decisioni migliori. Le organizzazioni stanno spostando la loro attenzione da valutazioni del rischio basate sugli eventi a quelle basate sull’impatto: per esempio, l’interruzione delle attività un tempo veniva vista come un rischio lineare, ma la pandemia di COVID-19 ha dimostrato come possa colpire più settori e aziende contemporaneamente e a livello globale.
“Il mondo è diventato sempre più volatile e l’importanza di poter contare su un migliore processo decisionale non è mai stata così presente”, ha affermato Lambros Lambrou, CEO di Aon per le Commercial Risk Solutions. “I rischi di lungo termine non sono eventi singoli, sono per loro natura interconnessi, come abbiamo visto con la pandemia di COVID-19, che sta cambiando il il mondo, portando alla luce nuovi rischi e riordinando le priorità nella C-Suite. La preoccupazione di gestire questi rischi immediati può compromettere la capacità delle aziende di investire nella gestione dei rischi di domani”.
Esacerbati dalla pandemia di COVID-19, che ha messo in evidenza una sempre più marcata interconnessione tra i rischi, di seguito la Top10 dei rischi in Italia e a livello globale secondo l’edizione 2021 del Global Risk Management Survey:
1. Interruzione dell’attività
2. Attacchi informatici/Data breach
3. Crisi Economica/Lenta ripresa
4. Danno alla reputazione/brand
5. Rischio di incremento del prezzo delle materie prime/scarsità dei materiali
6. Aumento della concorrenza
7. Maggiore velocità nei cambiamenti dei fattori di mercato
8. Rischio pandemico/crisi sanitaria
9. Cambiamenti normativi/legislativi
10.Rischio credito della controparte
TOP TEN RISCHI GLOBALI
1. Attacchi informatici/Data breach
2. Interruzione dell’attività
3. Crisi economica/Lenta ripresa
4. Rischio di incremento del prezzo delle materie prime/scarsità dei materiali
5. Danno alla reputazione/brand
6. Cambiamenti normativi/legislativi
7. Rischio pandemico/crisi sanitaria
8. Problematiche relative a distribuzione o approvvigionamenti
9. Aumento della concorrenza
10. Incapacità di innovare/soddisfare i bisogni dei clienti
“Storicamente, i Risk Manager e gli Assicuratori hanno imparato e preso decisioni analizzando i dati dei danni nel momento in cui si sono verificati. Questo approccio deve evolvere per gestire in modo proattivo le esposizioni emergenti, come le catene di approvvigionamento complesse. Non possiamo fare affidamento solo sul passato per informare i rischi futuri”, ha dichiarato Rory Moloney, Chief Operating Officer for Enterprise Clients di Aon. “Molti dei principali rischi identificati nel sondaggio di quest’anno evidenziano quattro aree chiave nelle esigenze dei clienti, in particolare i bisogni insoddisfatti sotto forma di rischi long-tail. Questi rischi sono molto più all’orizzonte di quanto si creda. C’è una crescente consapevolezza della necessità di affrontare queste “incognite conosciute”. Mentre fronteggiamo eventi senza precedenti, la sfida sarà come sviluppare al meglio le soluzioni per prepararsi adeguatamente e gestirli”.
Il report evidenzia i 10 rischi principali per settore ed area geografica, così come la preparazione alla gestione del rischio, le perdite associate e le azioni di mitigazione per ciascuno dei 10 rischi. Include inoltre la top 10 dei rischi principali dei prossimi tre anni e l’analisi di Aon sui rischi sottostimati. I risultati per area geografica e settore includono:
- Il rischio pandemico/crisi sanitaria è balzato al settimo posto (8° in Italia), dal 60° del sondaggio del 2019, ed è nella top 10 di ogni area geografica, ad esclusione di quella del Nord America.
- L’interruzione dell’attività si è classificata come la seconda minaccia più temuta a livello globale. Gli intervistati in alcune aree geografiche, Asia Pacifico ed Europa (Italia) l’hanno collocata come il rischio numero uno.
- Il rischio di incremento di prezzo delle materie prime/scarsità dei materiali è tra i primi dieci rischi previsti per il futuro a livello globale, in terza posizione sia nella classifica italiana che internazionale.
- 4 rischi si sono classificati costantemente tra i primi 10 in ogni area geografica: attacchi informatici/data breach, interruzione dell’attività, crisi economica/lenta ripresa e cambiamenti normativi/legislativi.
- Le problematiche relative a distribuzione o approvvigionamenti sono rientrate nella top 10 dei rischi e si sono classificate ai più alti posti in Europa e Nord America, in gran parte per il loro legame con la pandemia e l’impatto geopolitico. Sebbene non sia un rischio globale di primo piano, la scarsità di forza lavoro e l’incapacità di attrarre e trattenere i talenti si sono classificati ai primi posti in Asia Pacifico e Nord America.
- I settori dell’energy, utilities & risorse naturali insieme a quelli dell’hospitality, viaggi e intrattenimento e della farmaceutica & biomedica hanno identificato l’interruzione dell’attività come il rischio numero uno.
- Il rischio di incremento del prezzo delle materie prime/scarsità dei materiali è stato classificato al primo posto dagli intervistati nei settori agricoltura, food & beverage e industriale e manifatturiero. Si prevede che salirà tra i primi cinque sia a livello globale che in Europa entro il 2024.
- I 3 principali rischi da cui derivano le perdite maggiori per le aziende italiane sono comuni agli altri Paesi: il rischio pandemico/crisi sanitaria, seguito dalla crisi economica/lenta ripresa e dall’incremento del prezzo delle materie prime.
La Global Risk Management Survey 2021 include anche un approfondimento su questioni chiave, tra le quali la gestione del rischio e le tecniche di valutazione, i controlli e la mitigazione e i rischi principali sottoscritti dalle captive. Ulteriori risultati del sondaggio:
- l’edizione 2019 della survey ha rivelato che le imprese globali hanno avuto i punteggi di preparazione al rischio più bassi degli ultimi 12 anni, con una media del 53% a livello globale. Secondo il report del 2021, nonostante gli aumenti nei livelli di preparazione alla gestione del rischio riportati per i rischi tradizionali, la crescente volatilità e la natura mutevole dei 10 rischi principali hanno portato alla più alta perdita di fatturato mai segnalata dalle aziende.
- Anche se le aziende non hanno elencato il cambiamento climatico come rischio principale (al 23° posto, 21° in Italia), questo è intrinsecamente legato ad altri rischi più tangibili, dove l’impatto immediato è misurabile, come l’interruzione dell’attività, la scarsità dei materiali, i danni alla reputazione, i cambiamenti normativi e i problemi della catena di approvvigionamento, che rientrano nella Top 10 dei rischi. Un altro rischio sottovalutato, l’Enviromental, Social and Governance (ESG), si è posizionato al 31° posto (41° in Italia), dal numero 39 del 2019. Si prevede che l’ESG entrerà nei primi 15 rischi a livello globale nei prossimi tre anni.
- Solo il 29% degli intervistati prevede di aumentare il proprio livello di investimento per la gestione del rischio.
Condotta con frequenza biennale dal 2007, la Global Risk Management Survey di Aon fornisce dati e approfondimenti per consentire un migliore processo decisionale nei confronti del rischio in un panorama economico sempre più volatile e complesso. Il report completo è disponibile qui.
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