Danneggiati e Testimoni: Il Garante della Privacy ribadisce la liceità delle banche dati e suggerisce buon senso - Il Broker.it

Danneggiati e Testimoni: Il Garante della Privacy ribadisce la liceità delle banche dati e suggerisce buon senso

privacy-nuove-regole-furto-dati-personaliGià lo scorso 23 settembre avevamo dato conto dell’iniziativa dello Sportello dei Diritti, Associazione di consumatori, che chiedeva a gran voce un intervento del Garante sulla Privacy denunciando una presunta grave violazione della Privacy legata all’istituzione degli indispensabili data base anti-frode.
Intervenga il Garante. L’ennesimo scandalo italiano perpetrato a danno d’inconsapevoli cittadini si sta perpetrando da quando è stata ulteriormente implementata la banca dati sinistri dell’IVASS (l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni che ha sostituito l’ISVAP) con le due banche dati denominate «anagrafe testimoni» e «anagrafe danneggiati», in cui confluiscono i dati di centinaia di migliaia di persone “colpevoli” per esempio, di aver assistito ad un sinistro stradalequeste le parole con le quali si esprimeva l’Associazione tramite il Presidente Giovanni D’AgataARTICOLO INTEGRALE QUI 
Un nostro lettore aveva poi sottoposto la questione all’Avvocato Soave il quale aveva ben chiarito le importanti finalità antifrode sottostanti all’iniziativa e il buon grado di tutela della privacy garantito dalle procedure previste che limitano l’accesso ai dati di dettaglio agli Organi Giudiziari e di Polizia Giudiziaria, a Consap, UCI e, con una serie di cautele e sotto stretta sorveglianza di IVASS alle imprese di assicurazioneQUESITO E RISPOSTA QUI 
Ora, la stessa authority risponde all’Associazione che ha sollevato la questione evidenziando innanzitutto la liceità della scelta discrezionale operata dal Legislatore “…non rientra tra i compiti che la Legge demanda a questa Autorità sindacare le scelte operate in argomento dal Legislatore, rientrando nella sua discrezionalità la possibile (lecita) compressione del diritto alla riservatezza in rapporto ad altro diritto ritenuto prevalente in base alle proprie valutazioni di politica legislativa”.
Il Garante evidenzia inoltre tre punti focali:
1)    Il diritto di accesso ai dati personali detenuti, a vario titolo, dai diversi titolari è già riconosciuto dall’art. 7 del d,lgs. N. 196/2003
2)    Il consenso degli interessati non è richiesto qualora il trattamento sia effettuato in adempimento a specifici obblighi di Legge o per la tutela di un diritto in sede Giudiziaria
3)    Parimenti, l’informativa non risulta necessaria quando i dati siano raccolti presso terzi e trattati in adempimento ai richiamati obblighi di legge o a fini di giustizia
Ciò non ostante l’Autorità avrebbe avuto modo di rappresentare ad IVASS le proprie perplessità in occasione del parere formale reso in conformità con la normativa vigente.
In particolare sarebbero state fornite all’Istituto alcune raccomandazioni suggerendo accorgimenti volti aassicurare l’effettivo rispetto dei principi di necessità e proporzionalità, avuto soprattutto riguardo alle modalità di acquisizione, gestione e conservazione dei dati personali raccolti a fini di prevenzione e contrasto di eventuali fenomeni fraudolenti”.
Nello specifico l’Autorità Garante “…ha proposto all’Ivass di dare comunque adeguata evidenza dell’esistenza delle predette banche dati già in sede di raccolta delle informazioni” compilazione modulo CAI “se del caso anche attraverso un’informativa sintetica da cui possano trarre beneficio, oltre agli stessi interessati, anche i soggetti nella cui disponibilità pervengono, a vario titolo, i dati personali”.
Giovanni D’Agata, Presidente dello Sportello dei Diritti canta vittoria osservando dal sito dell’associazione come “L’Autorità, pertanto, consapevole dei rischi connessi alla proliferazione – nel campo assicurativo – di complessi di dati personali, ha sottolineato di aver avuto già modo di manifestare le proprie perplessità innanzi all’IVASS, mediante un parere formale.
A tale Istituto sono state rivolte alcune raccomandazioni sulla procedure di organizzazione e funzionamento, nonché sulle modalità e condizioni di accesso a tale banca dati. Inoltre, è stato sottolineato come sia assolutamente necessario dare adeguata evidenza dell’esistenze di tali banche dati…”.
Insomma, l’Associazione ha avuto il suo minuto di notorietà anche se la risposta del Garante tra aperture e conferme dello stato del diritto si limita a mitigare saggiamente l’intervento di IVASS ma certo non conferma le deliranti dichiarazioni di chi oggi si dichiara soddisfatto delle modeste concessioni già autonomamente caldeggiate dall’Authority il cui punto di vista certo non sposa le parole di fuoco lanciate solo due mesi fa sall’Associazione “Perché forse non tutti sanno che non solo chi ha subìto o cagionato un sinistro, ma per il solo fatto di aver rilasciato una dichiarazione testimoniale a seguito di un incidente stradale, si può venire letteralmente schedati senza alcuna preventiva comunicazione. Tale gravissima circostanza è passata nel più totale silenzio mascherata da lamentate e non giustificate esigenze antifrode che però vanno a ledere un diritto fondamentale dei cittadini: quello alla propria riservatezza. Ed è così che oggi le compagnie assicurative, di fatto, si ritrovano in possesso dei dati personali di centinaia di migliaia di cittadini senza che sino ad oggi nessuno abbia battuto un colpo. Ma allo “Sportello dei Diritti” non è sfuggita neanche questa nefandezza e per bocca del presidente e fondatore Giovanni D’Agata, è pronta a denunciare al Garante per la privacy unitamente ad un gruppo di esperti tale misfatto tutto italiano”.
Da parte nostra ribadiamo quanto già detto a suo tempo: la banca dati sinistri e, in particolare “Anagrafe dei danneggiati” e “Anagrafe dei testimoni” rappresentano uno strumento antifrode di inestimabile valore. E’ noto infatti come esistano, nel nostro bel Paese, sinistrati professionali e, perchè no, testimoni professionisti. Certo persone sfortunate i primi e con una curiosa coincidenza, capaci di intercettare un quantitativo di incidenti ben superiore a quanto accada ai comuni mortali i secondi. Ma tra di loro, lo diciamo senza timore di smentita, si nascondono truffatori recidivi dai quali dovremmo tutelare i milioni di cittadini onesti che, anche a causa loro, pagano una RCA più salata di quanto sarebbe legittimo, socialmente accettabile e, perchè no, corretto in una normale e sana dinamica di mercato domanda/offerta.
QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA DEL GARANTE
Massimo Rosa

0 Comments

Leave A Comment