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Allianz Global Wealth Report 2020: immunità per la ricchezza

•            Nel 2019 gli asset finanziari globali sono cresciuti del 9,7% raggiungendo 192 trilioni di euro

•        Nel primo semestre 2020, la crisi è stata superata dalla crescita dei depositi bancari e gli asset finanziari globali sono aumentati dell’1,5%

•        Si è ampliato ancora il gap tra i paesi più poveri e quelli più ricchi

•        Italia si conferma stabile al 17° nel ranking globale

Oggi Allianz presenta l’undicesima edizione dello studio Allianz Global Wealth Report, il rapporto globale sulla ricchezza finanziaria dei privati, che mette sotto la lente asset e indebitamento delle famiglie in più di 60 paesi nel mondo.

Un anno eccezionale

Negli ultimi dieci anni non si era mai registrato un incremento così significativo della ricchezza: a livello globale, nel 2019 gli asset finanziari[1] lordi sono aumentati del 9,7%, mettendo a segno la migliore crescita dal 2005, raggiungendo 192 trilioni di euro. Tale performance è ancor più sorprendente alla luce dei macro-trend che hanno visto crescere i disordini sociali, i conflitti commerciali e la recessione economica nel mondo. Tuttavia, grazie alle politiche di forte allentamento monetario messe in atto dalle banche centrali, i mercati azionari si sono sganciati dai fondamentali e sono così cresciuti del 25%, con un impatto positivo sul valore degli asset finanziari; infatti, guardando agli asset azionari, la crescita è stata addirittura pari al 13,7% nel 2019, un tasso mai registrato prima nel XXI secolo. I trend positivi registrati dalle altre due principali asset class sono stati inferiori – ma comunque significativi: gli asset assicurativi e previdenziali hanno raggiunto una crescita dell’8,1%, che riflette principalmente l’incremento degli asset sottostanti, e i depositi bancari hanno registrato uno sviluppo del 6,4%. Nel 2019, tutte le asset class che compongono la ricchezza finanziaria dei privati hanno sperimentato tassi di crescita superiori ai valori medi registrati sin dalla Grande Crisi Finanzia-ria del 2007-2008. Un’altra peculiarità emersa nel 2019 è questa: fino allo scorso anno, la classifica delle aree geografiche a maggior sviluppo era stata dominata dalle economie emergenti. Non è stato così nel 2019: le regioni con i più alti tassi di crescita sono state quelle più ricche, il Nord America e l’Oceania in cui gli asset finanziari1 lordi delle famiglie hanno messo a segno tassi di crescita record dell’11,9% in ciascuna delle due aree. Di conseguenza, i paesi emergenti non sono stati in grado di sovraperformare i paesi ricchi e il processo di avvicinamento si è bloccato.

Quale crisi?

Il 2020 sta registrando trend analoghi, legati alla straordinarietà delle azioni intraprese. La pandemia Covid-19 ha provocato la peggiore recessione mondiale nella storia degli ultimi cento anni, e le banche centrali e i governi hanno messo in atto in tutto il mondo delle politiche monetarie e di spesa pubblica espansive senza precedenti, proteggendo così le famiglie e la loro ricchezza finanziaria dalle conseguenze della crisi mondiale. Secondo le stime di Allianz, le perdite registrate nel primo trimestre dell’anno sono già state recuperate e nel secondo trimestre 2020 si è registrato un incremento dell’1,5% sugli asset finanziari globali delle famiglie, con i depositi bancari in forte crescita (+7,0%) grazie ai generosi interventi pubblici di sostegno e alla maggiore propensione al risparmio. Molto probabilmente, il bilancio finale di quest’anno, l’anno della pandemia, potrebbe essere di segno positivo.

“Fino ad ora, le politiche monetarie espansive hanno per così dire vaccinato gli asset finanziari dal Covid-19” ha commentato Ludovic Subran, capo economista di Allianz. “Ma non dobbiamo prenderci in giro. La politica di tassi d’interesse a zero o negativi è un dolce veleno, che mina la capacità di accumulare ricchezza e aggrava le diseguaglianze sociali, favorendo la possibilità di realizzare profitti inattesi. Ma non è sostenibile. Guadagnare un solo giorno non è essere vincenti nel futuro. Per questo, mai come ora abbiamo bisogno di attuare quelle riforme strutturali post Covid-19 che gettino le basi per una crescita più inclusiva”.

La convergenza tra paesi più poveri e più ricchi si arresta

Nel 2019 il gap tra i paesi più poveri e quelli più ricchi si è ampliato ancora. Nel 2000, le attivi-tà finanziarie nette pro capite nei paesi industrializzati erano 87 volte superiori a quelle dei mercati emergenti e il gap si era progressivamente ridotto fino al livello di 19 nel 2016, ma da allora in poi si è nuovamente ampliato fino a raggiungere 22 volte (2019). L’inversione del trend di convergenza è generalizzata: per la prima volta, il numero di persone incluse nella classe media è calato sensibilmente, scendendo a livello globale da poco più di un miliardo di persone nel 2018 a poco meno di 800 milioni nel 2019. Guardando comunque al trend regi-strato dall’inizio del XXI secolo, la crescita dei paesi emergenti è molto importante: depurando i trend dalla crescita demografica, la popolazione mondiale di classe media è aumentata quasi del 50% e la fascia dei più abbienti del 30%, mentre i più poveri sono calati quasi del 10%. Nonostante ciò, nel mondo le diseguaglianze rimangono molto forti: il 10% più ricco – cioè 52 milioni di persone nel mondo[2] che contano su un patrimonio finanziario pro-capite netto di 240mila euro – controlla l’84% degli asset finanziari totali (2019); e tra i ricchi, l’1% più facoltoso – che può contare su un patrimonio finanziario netto pro-capite superiore a 1,2 milioni di euro – controlla quasi il 44% della ricchezza mondiale.

Lo sviluppo in questo secolo è eclatante: mentre la quota del decile[3] che rappresenta la popolazione più ricca è calata del 7%, quella del percentile più agiato è aumentata di 3 punti percentuali. Secondo questi dati, quindi, i “paperoni” sembrano guadagnare via via più distacco dal resto della popolazione mondiale.

“È preoccupante il fatto che il gap tra i paesi più poveri e i più ricchi abbia ripreso ad allargar-si, anche prima della crisi provocata dal Covid-19 nel mondo” ha commentato Patricia Pelayo Romero, co-autrice dello studio Allianz Global Wealth Report 2020. “Poiché la pandemia con ogni probabilità aumenterà ulteriormente le diseguaglianze, provocherà una battuta d’arresto nella globalizzazione e il depauperamento dei servizi educativi e sanitari, soprattutto nei paesi con minori risorse economiche. Se più e più paesi vedranno involversi le proprie economie, il mondo nel suo complesso sarà più povero”.

Italia stabile al 17° posto nel ranking globale

Gli asset finanziari lordi delle famiglie italiane sono cresciuti del 5,2% nel 2019, dopo la flessione del 2,7% registrata nell’anno precedente. A confronto con il tasso medio di crescita dell’area geografica dell’Eurozona pari al 7,6%, il trend del nostro paese è tra i più deboli, ad eccezione del Portogallo che ha avuto una crescita ancora più bassa. Per l’Italia, tuttavia, l’incremento registrato nel 2019 resta il più elevato dalla grande crisi finanziaria del 2008-2009.Tale performance è attribuibile alla tipologia di asset class che compongono la ricchezza delle famiglie italiane, con la componente titoli in rialzo del 2,8% nonostante il rally delle borse. Al contrario, le altre due asset class hanno ottenuto performance robuste con i depositi ban-cari in aumento del 4,4%, ben al di sopra della media (2,6%) dell’ultimo decennio, e con gli attivi assicurativi e pensionistici in crescita addirittura del 10,3% (rispetto alla media di lungo periodo del 5,5%). Di conseguenza, la quota di questi asset sul totale è salita al 25%, ai mas-simi mai registrati, sebbene ancora al di sotto dei portafogli di azioni e titoli (39%) e dei deposi-ti bancari (33%).

L’indebitamento delle famiglie italiane è aumentato soltanto del 2,2% – seppure sia il più eleva-to incremento degli ultimi nove anni. Il rapporto debito/PIL delle famiglie è salito al 54,6%, re-stando di due punti inferiore al picco registrato durante la grande crisi finanziaria – e confermandosi sotto il livello delle parsimoniose famiglie tedesche.

Gli attivi finanziari netti, infine, sono cresciuti del 6,1%. Con attivi finanziari netti pro-capite pari a 57.429 euro, l’Italia si è confermata stabile al 17° posto nel ranking dei 20 paesi più ricchi, di una posizione più in alto rispetto alla Germania (18°).

Nel 2020, la crescita è attesa su livelli sensibilmente inferiori, ma con elevate probabilità di mantenersi in territorio positivo. Durante la crisi innescata dalla pandemia, nei primi sei mesi dell’anno gli asset finanziari hanno registrato solo una lieve flessione (-1%) grazie al veloce recupero registrato sui mercati finanziari. Se non si verificheranno gravi deterioramenti della situazione economica e sanitaria, le famiglie italiane potrebbero concludere il 2020 con un bilancio positivo, almeno dal punto di vista della ricchezza finanziaria.

Lo studio Allianz Wealth report è disponibile su https://www.allianz.com/en/economic_research/ in the Publications/Specials section.

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