Vetture a guida autonoma: un paio di riflessioni. - Il Broker.it

Vetture a guida autonoma: un paio di riflessioni.

Da mesi molti colleghi del settore discutono sul futuro dell’R.C.Auto, visto l’ormai imminente avvento delle vetture a guida autonoma. Voglio pertanto unirmi anche io al loro coro, solamente però per esprimere delle mie riflessioni su quelli che saranno alcuni temi che potrebbero far riflettere gli assuntori delle Compagnie quando saranno chiamati a creare i primi prodotti per le masse che vorranno e potranno sostituire le auto di oggi con quelle del domani.Questo scritto nasce da una chiacchierata fatta con un amico con cui abbiamo avuto uno scambio di vedute sul più classico degli episodi che più fa parlare, ossia la morale di chi scrive il software. Infatti parlando delle auto a guida autonoma si riporta sempre il “dilemma morale” ossia quell’esempio in cui nel caso di imminente urto con pedoni l’unica alternativa per salvarli sia una brusca sterzata contro una barriera, che però metterebbe a serio rischio l’incolumità dei passeggeri del veicolo. Quella chiacchierata mi ha fatto pensare però alle conseguenze assicurative, che vorrei analizzare:
 
1. La prima situazione è che l’auto non sterza, provando a frenare il veicolo (senza successo) e investendo i pedoni
2. La seconda situazione è che l’auto sterza evitando i pedoni, ma termina la sua corsa contro una barriera, arrecando danni fisici ai passeggeri, oltre che danni materiali a se stessa.
 
Nel primo scenario la conseguenza assicurativa diretta è che la Compagnia pagherà i danni ai pedoni, ma il proprietario del veicolo si vedrà aumentare la sua classe di merito e conseguentemente il premio pagato l’annualità successiva. La domanda che mi sono posto immediatamente è stata: “è giusto che sia io a pagare le conseguenze di un incidente di cui non ho avuto responsabilità, se non quella di essere passivo spettatore?”. Forse arriverà il momento di iniziare a ragionare su una polizza a tutela della patente e non del veicolo posseduto, poiché oggi conduciamo auto a guida assistita (frenata assistita, cruise control adattivi, sensori di parcheggio, ecc..) dove noi guidiamo ma i sensori ci aiutano ad evitare incidenti, mentre domani avremo auto a guida autonoma assistite dal guidatore, che se distratto non potrà intervenire per provare a minimizzare i danni.
Nel secondo scenario quello che mi è saltato subito all’occhio è la posizione della Compagnia di assicurazione che si troverà a dover risarcire un danno causato da un software programmato fin dal principio a sacrificare il veicolo e i suoi occupanti. Come potrà tariffare la Compagnia questa eventualità? Dovrà giudicare le automobili dalla morale del software che installano? Come potranno ad esempio quotare una copertura Kasko per collisioni quando sanno per certo che al verificarsi di determinati eventi, la garanzia si attiverà certamente.
Non si potrebbe quindi dedurre che parte della responsabilità sarà addebitabile alla casa informatica madre del “cervello” della vettura?
Ecco, questi sono piccoli spunti di riflessione che al di la di quello che sarà il futuro della R.C.Auto, sicuramente interesseranno tutti noi addetti ai lavori e consumatori, quando queste automobili saranno una realtà del nostro quotidiano.
La redazione – Davide Sacchini

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