INTERVISTA ESCLUSIVA: Stefano Gentili si racconta a Mirko Odepemko - Il Broker.it

INTERVISTA ESCLUSIVA: Stefano Gentili si racconta a Mirko Odepemko

Sono orgoglioso di aver incontrato, seppur questa volta in modo virtuale, l’Amico Stefano Gentili con il quale è sempre un piacere chiacchierare e confrontarsi.

Tanti cambiamenti dall’ultima intervista che abbiamo fatto. Se puoi ce li racconti?
Ci eravamo incontrati, se ricordo bene, all’inizio della mia avventura in Generali Italia, dove ero stato chiamato per gestire la costruzione della rete commerciale unica ed il rinnovo dell’offerta.
Esperienza davvero esaltante che considero in qualche modo conclusa con la firma del Mandato Unico a luglio 2019 ed il lancio nello stesso anno, dopo gli altri prodotti che Generali Italia ha immesso sul mercato in questi ultimi anni, di Immagina Adesso, la polizza multiramo per le famiglie e di Genera Futuro Sostenibile, la polizza vita che investe e sostiene gli SDGs dell’agenda ONU 2030.
Il tutto corroborato dai risultati del 2019, i migliori di sempre per Generali Italia sia in termini di fatturato che di utili.
Era dunque arrivato il momento di fare scelte diverse nella mia vita, da un lato per motivi di salute ma anche per le riflessioni personali, legate al compimento dei miei 60 anni (il 17 febbraio 2020), che mi hanno spinto a cercare nuovi equilibri e a darmi diverse priorità personali.
Era arrivato il momento, come dice Jack Ma, di andare al mare.
Da qui la decisione di uscire dalla gestione operativa della Compagnia, trasformando il mio rapporto con Generali in un contratto da senior advisor con Marco Sesana e seguendo, in sede Ania, la negoziazione per il rinnovo del Accordo Nazionale Agenti.
A questo si è aggiunta, proprio qualche settimana fa, la nomina come consigliere in Cattolica Assicurazioni, incarico che ho accettato con gioia, in considerazione della grande tradizione e valore di tale Compagnia.
Ma il mio obiettivo di maggior spazio per la mia vita privata resta intatto.
Firma del Mandato Unico Agenziale (Stefano Gentili in alto a destra)
Non si può certo essere preoccupati per il Covid. Tu cosa pensi? Ce la faremo a superare anche questa e, soprattutto, avremo imparato qualcosa come sistema italia e come italiani?
Questa esperienza è davvero un momento cruciale del nostro sviluppo come persone e come sistema.
Sto vedendo reazioni davvero sorprendenti da parte delle singole persone di questo Paese, che stanno attingendo a tutte le loro risorse, prima ancora morali e caratteriali che economiche, per superare questa situazione.
Parlo delle gente comune che vedo attorno a me, a cominciare dai miei figli adolescenti, i miei fratelli artigiani e professionisti (quindi del popolo delle partite iva), il mio barista, il mio fruttivendolo…
Personalmente questo spirito mi fa essere positivo.
Di certo il sistema Italia uscirà da queste crisi ma ci saranno, come sempre, vincitori e vinti.
Chi saprà reinventarsi prenderà dei vantaggi, ma non tutti riusciranno a farlo.
Purtroppo invece sono più perplesso rispetto allo spettacolo che le varie istituzioni pubbliche stanno inscenando. Non voglio entrare nel merito dei diversi provvedimenti, rispetto ai quali non ho competenze tali da mettermi a disquisire con cognizione di causa. Ma certo oggi più che mai sarebbe opportuno avere indicazioni coerenti e coese, cosa che invece non accade. La costante ricerca del consenso a breve non aiuta di certo questo Paese nell’indirizzare in modo illuminato una stagione di riforme strutturali di cui da sempre si parla e mai viene perseguita in modo consistente.
Stiamo probabilmente perdendo la miglior occasione dal dopoguerra per realizzare quei cambiamenti che tutti sanno essere indispensabili.
Quindi si, credo che usciremo dalla crisi, ma più per le capacità dei singoli (persone o aziende) che per la capacità del nostro Sistema Paese.
C’è da chiedersi se nel XXI secolo bastino queste energie singole per poter essere vincenti in un mondo sempre più globale.
Vista la tua importante e privilegiata visuale come sta reggendo l’impatto, il sistema assicurativo nazionale? Pensi che stiamo eccellendo nella risposta?
Il sistema assicurativo a mio modo di vedere sta reagendo piuttosto bene. Ed i risultati del comparto ad oggi lo dimostrano. Variazioni in negativo ovviamente ci sono state, ma non così drammatiche come in altri settori. D’altra parte in periodo di incertezza la domanda di sicurezza e quindi di assicurazione tende a crescere.
In tempi molto rapidi le Compagnie hanno “messo in sicurezza” i propri dipendenti e collaboratori ed altrettanto velocemente hanno messo a disposizione delle proprie reti strumenti che consentissero di mantenere relazioni di qualità, seppur a distanza, con i propri clienti.
Agenti e consulenti assicurativi hanno fatto uno splendido lavoro in questo senso.
Le agenzie sono rimaste sostanzialmente aperte anche nei periodi di lock down ed inoltre i consulenti hanno imparato a mantenere rapporti interpersonali di grande qualità anche non in presenza.
Ho visto webinar con oltre 500 clienti on line organizzati da Agenzie su varie tematiche di interesse per i clienti, cosa impensabile solo qualche mese fa.
Oltre l’80% dei clienti hanno considerato di grande aiuto le modalità di gestione “a distanza” della relazione.
Più di un terzo di loro dichiarano di voler mantenere questa modalità, insieme a quella tradizionale, anche post pandemia.
Il lock down ha di certo accelerato un trend già in atto e forse è stata l’occasione perché gli intermediari comprendessero fino in fondo che l’utilizzo della tecnologia non è una modalitá alternativa all’incontro di persona ma rafforzativo della loro capacità di creare relazioni interpersonali di valore.
Veramente il sistema lavorativo italiano, secondo te, sta cambiando e ci ritroveremo presto tutti a lavorare da casa in smart working anche dopo la pandemia?
Il tema dello Smart working era già sui tavoli delle aziende prima della pandemia. Faceva parte di quell’importante dibattito sul bilanciamento fra vita personale e vita professionale, visto anche in ottica di maggior produttivitá di chi riesce a mantenere tale bilanciamento.
Perché “sprecare” un paio di ore della propria giornata per spostarsi da casa all’ufficio quando oggi per buona parte delle attività tutto può essere fatto “a distanza” e quindi da casa?
Quali i costi sociali ed ambientali in termini di inquinamento acustico e dell’aria di queste migrazioni di massa quotidiane?
Il lock down ha accelerato questa tendenza.
Molte aziende, ad esempio nel comparto assicurativo, sono riuscite a mettere in condizione la quasi totalità dei propri dipendenti di operare da casa in tempi davvero rapidi.
Ma soprattutto questa modalità di lavoro sta costringendo tutti a ragionare per compiti e per obiettivi piuttosto che per presidio e presenza. Aiuta a sviluppare una mentalità orientata al task, alla performance ed all’efficienza.
Certo, al termine della Pandemia si dovrà ricercare un nuovo equilibrio sia fra attività in presenza ed attività in remoto, sia anche nell’organizzazione degli spazi fisici delle aziende (e forse pure delle abitazioni private).
Non va però trascurato il fatto che la ricerca del consenso è fondamentale per ottenere il risultato voluto ed il consenso si cerca attraverso la relazione.
Inoltre l’ambiente di lavoro è spesso anche una “bolla” di tranquillità rispetto alla routine a volte caotica di una vita familiare dove i problemi di tutti si riversano in un angusto spazio comune.
Quindi sempre più smart working nel nostro futuro, ma con un utilizzo intelligente degli uffici aziendali e degli spazi comuni.
E soprattutto più focalizzazione sui compiti, lasciando a chi di tali attività ha la responsabilità maggior delega e flessibilità su come portarle avanti.
Ringrazio Stefano Gentili e spero di rivederlo presto, magari bevendoci un ottimo caffè.
Mirko Odepemko per la redazione ILBROKER.IT

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