Effetto Covid-19: cambia la percezione dei Millennials verso le assicurazioni - Il Broker.it

Effetto Covid-19: cambia la percezione dei Millennials verso le assicurazioni

Dopo la pandemia la maggior parte dei giovani comprerebbe un’assicurazione non RC Auto, ma solo da compagnie affidabili e innovative che creino prodotti semplici e intuitivi: è quanto emerge dalla ricerca Assicurazioni e Millennials, condotta dall’Italian Insurtech Association (IIA).

 

La crisi economica causata dal Coronavirus ha accentuato tra i Millennials sentimenti di precarietà e preoccupazione, traducendosi nella ricerca di soluzioni per bisogni primari e di protezione e, quindi, per prodotti assicurativi Salute e Vita.

È quanto emerge dalla ricerca dell’Italian Insurtech Association (IIA) sulla relazione tra Millenials e assicurazioni nel post-Covid, che approfondisce come la disruption generata dall’evento stia cambiando aspettative e interazioni con il settore. Prima del Coronavirus, infatti, solo il 22% degli over-23 aveva comprato un’assicurazione non RC Auto, ma oggi oltre la metà di loro (53%) ha cambiato idea e l’acquisterebbe. La pandemia ha modificato la percezione verso il comparto assicurativo per la maggior parte dei giovani (54%). Per le compagnie vi sono molte opportunità: per coglierle però è fondamentale sviluppare un’offerta semplice, intuitiva e digitale.

Il sondaggio, condotto su un campione di 1.000 italiani nati tra il 1982 e il 1997, è stato realizzato con la collaborazione di YOLO, il primo gruppo di servizi d’intermediazione assicurativa totalmente digitali.

Tra i macro-trend evidenziati viene alla luce, oltre ad una crescente domanda per assicurazioni Vita, Salute e Protezione Reddito, anche la richiesta da parte delle generazioni più giovani di prodotti semplici e intuitivi, caratterizzati da un buon rapporto qualità-prezzo.

La crisi causata dal Coronavirus ha rafforzato nei Millennials il senso di solidarietà e di appartenenza ad una comunità (locale, nazionale, generazionale), mettendo in luce un dato in parziale controtendenza rispetto al luogo comune che vede questa generazione focalizzarsi solo sulla sfera individuale. In quest’ottica, il “consumatore Millennials” chiede prodotti che lo aiutino a vivere meglio e a sentirsi parte di una comunità.

La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di non avere dimestichezza con il mondo assicurativo, ma di essere disposta a dare fiducia a compagnie pronte a soddisfare i propri bisogni. Anche dal punto di vista degli acquisti assicurativi i Millennials seguono logiche piuttosto tradizionali: al primo posto troviamo l’RC Auto (63% nella fascia 23-30 anni e 82% tra i 30 e i 38), seguita da prodotti Danni non Auto, come le polizze Casa (9% nel primo gruppo, 17% nel secondo).

Le caratteristiche maggiormente valutate nel processo di acquisto sono prezzo (75%) e chiarezza del prodotto (58%), ma anche semplicità (21%) e processo di acquisto intuitivo (11%). Al primo posto, invece, tra gli elementi che allontanerebbero i Millennials dal comprare un’assicurazione c’è un linguaggio poco chiaro (70%) e la paura di incappare in frodi (55%). Un buon 34% ammette anche di non sapere dove comprare i prodotti, mentre il 25% non ne comprende il valore.

Interessanti infine le risposte sulle caratteristiche che una compagnia assicurativa ideale dovrebbe avere: per il 59% degli intervistati questa dovrebbe essere affidabile, mentre per il 52% online/mobile e per il 44%tecnologica e veloce.

Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA, ha dichiarato: “I Millennials costituiscono oggi meno del 25% del mercato assicurativo, ma arriveranno al 45% entro il 2030 ed al 75% entro il 2040. Rappresentano un segmento d’importanza strategica perché segnalano esigenze e aspettative da incorporare nei modelli d’offerta, distribuzione e comunicazione di domani. I risultati del sondaggio sono emotivamente condizionati dalla crisi pandemica, ma evidenziano anche questioni che resteranno centrali nel prossimo futuro, prime tra tutte la trasparenza della comunicazione e l’accesso digitale ai prodotti. Su questo l’industria assicurativa dovrà certamente lavorare molto”.

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