Resilienza micro e macro di Alfredo Marchelli - Il Broker.it

Resilienza micro e macro di Alfredo Marchelli

Negli ultimi dieci anni l’Italia è stata il sesto paese al mondo per morti da eventi climatici estremi[1].

Un dato che dimostra tutta la fragilità del nostro paese e pone l’accento su come le condizioni meteorologiche estreme, legate ai cambiamenti climatici, stiano colpendo non solo i paesi più poveri come Myanmar e Haiti, ma anche alcuni dei paesi più ricchi del mondo[2]. È il Giappone difatti il paese più colpito dagli eventi meteorologici estremi, seguito da Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda, Canada e Fiji. Lo rileva il Climate Risk Index 2020, lo studio annuale realizzato da Germanwatch che calcola in quale misura i Paesi del mondo sono stati colpiti da eventi climatici estremi (tempeste, inondazioni, ondate di calore) e li classifica in base alla loro vulnerabilità a tali fenomeni.

In questa prospettiva, il recente sigma di SWISS RE incentrato sulla resilienza, propone i nuovi indici di resilienza – e di grado di copertura assicurativa espresso come rapporto tra ciò che si dovrebbe e potrebbe assicurare ed il livello effettivo di penetrazione dell’assicurazione – elaborati dal riassicuratore svizzero e dalla London School of Economics (LSE).

Ovviamente tali indici sono correlati ai rischi giudicati più rilevanti a livello globale[3] e tra questi primeggia il rischio d’eventi catastrofali di natura meteorologica (insieme al rischio cyber).

Trascuriamo momentaneamente l’aspetto macro nel quale l’Italia si piazza al trentesimo posto, dietro al Brasile e davanti alla Grecia (ma praticamente dietro a tutti i partner storici della UE!), posizione che suggerirebbe più di qualche riflessione sul comportamento dei governi passati, per concentrare inizialmente l’attenzione sulla componente micro ovvero la resilienza nella cosiddetta società civile. Diciamo cosiddetta in quanto questo termine, che ha padri nobili da Rousseau a Hegel per finire a Marx, è oggi usato prevalentemente in declinazione marxiana per separare in termini manichei il cittadino dalla politica[4] estremizzando il concetto hegeliano che “La società civile è l’organizzazione finalizzata a soddisfare i bisogni dei singoli ed in essa si raggiunge un equilibrio armonico”.

Ma prescindiamo anche da questo elemento per prendere in considerazione più dettagliatamente il tema della microresilienza delle famiglie.

Se resilienza può anche voler indicare (il termine è decisamente polisemantico anche in funzione del contesto in cui è adottato; in termini generali indica “la capacità d’un sistema d’adattarsi al cambiamento[5]”) la capacità di sapersi confrontare positivamente e proattivamente con le difficoltà approntando le misure anche economiche necessarie per poter continuare la propria (e della propria famiglia) esistenza/attività anche e nonostante gli shock conseguenti ad eventi dannosi esterni (o anche interni parlando d’individui, quindi una malattia od un infortunio), allora emerge immediatamente il distinguo di fondo della diversa valenza, tra resilienza macro e micro) del concetto di evento catastrofale e di conseguenza la diversa struttura degli ammortizzatori applicabili.

[1] Dal sito RAI NEWS del 4 dicembre 2019

[2] Appare abbastanza ovvio questo dato; a parità di violenza dell’evento ed in presenza d’analoghe specifiche misure di gestione del rischio, i danni saranno inevitabilmente maggiori dove vi è maggiore ricchezza che porta una maggiore concentrazione di beni a rischio.

[3] Il deterioramento delle condizioni ambientali rappresenta il principale rischio a lungo termine della nostra epoca: quattro fra i primi cinque rischi globali nel 2019 sono legati al clima. È quanto viene delineato nel Global Risks Report 2019 del World Economic Forum, pubblicato 16 gennaio 2019. Tra i maggiori rischi per i prossimi dieci anni evidenziati dal report le minacce alla cybersicurezza hanno scalato la classifica rispetto alla posizione occupata nel 2018, ma in cima alle preoccupazioni sul lungo periodo degli intervistati vi sono i rischi ambientali. Tutte e cinque le minacce ambientali individuate nel rapporto rientrano nella categoria dei rischi più rilevanti in termini di probabilità ed impatto: perdita di biodiversità, eventi meteorologici estremi, mancata attuazione d’adeguate misure di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici (ergo resilienza), disastri causati dall’uomo e calamità naturali.

[4] La Politica (in greco Τὰ πολιτιϰά) è un’opera di Aristotele dedicata all’amministrazione della polis a partire dall’organizzazione della famiglia, intesa come nucleo base della società, per passare ai diversi tipi di organizzazione statale.

[5] Wieland, A. & Wallenburg, C.M. (2013): The Influence of Relational Competencies on Supply Chain Resilience: A Relational View. International Journal of Physical Distribution & Logistics Management, Vol. 43, No. 4, pp. 300-320.

 

Per leggere integralmente il paper cliccare qui: Resilienza micro e macro dicembre 2019 (1)

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