Il mercato dei servizi peritali: scenari prevedibili di evoluzione tra domanda ed offerta - Cristiano Morales - Il Broker.it

Il mercato dei servizi peritali: scenari prevedibili di evoluzione tra domanda ed offerta – Cristiano Morales

 

 

Le analisi predittive sui possibili scenari evolutivi o involutivi del mercato dei servizi assicurativi post vendita, in particolare dei servizi peritali, è uno dei leitmotiv ricorrenti, da qualche anno a questa parte, nei convegni settoriali e nelle conferenze specialistiche dove interlocutori appartenenti, a vario titolo, al comparto assicurativo (fondamentalmente assicuratori e periti) discettano sulle sorti della professione peritale in sé e di conseguenza su quello che presumibilmente sarà l’assetto “vincente” delle società che operano in questo settore.

 

Le ipotesi formulate dagli assicuratori sono le più disparate: c’è chi indica come preferibile e auspicabile la concentrazione dell’offerta di servizi peritali in mano a pochi attori, organizzati in società strutturate di dimensioni ragguardevoli o raggruppamenti di queste e c’è chi invece sostiene che l’estrema concentrazione è foriera della formazione di posizioni dominanti che possono creare una netta contrapposizione fra la domanda e l’offerta. Sostanzialmente i sostenitori di tale seconda tesi preferirebbero mantenere un atteggiamento da “divide et impera” in modo tale da governare agevolmente le rivalità e la concorrenza a ogni costo.

 

All’interno di queste due posizioni estreme ci sono tutta una serie di visioni, più o meno radicali, che mediano tra concentrazione e ampia concorrenza.

 

Le grandi Compagnie propendono tendenzialmente per la concentrazione del mercato di offerta in quanto ritengono più efficace e meno costosa l’interlocuzione con poche società in grado di gestire grosse moli di perizie, caratterizzate da una grande capacità d’investimento in tecnologia e innovazione e capaci di offrire un pacchetto servizi a tutto tondo: perizie tradizionali e prodotti ad oggi collaterali (la video perizia e il ripristino in forma specifica) che si stanno avviando a diventare sempre più l’offerta preponderante sul mercato assicurativo.

 

Le Compagnie di media/piccola dimensione, con portafogli spesso localizzati, hanno invece una prospettiva diversa: la non presenza di ingenti volumi di sinistri consente loro una gestione più personalistica dei rapporti da cui discende la preferenza per collaborazioni più allargate con società di dimensioni minori fortemente radicate sul territorio ponendo, sempre e comunque, un’accurata attenzione alla qualità del prodotto e alla capacità di proporre tecnologia quest’ultima, in particolare, spinta dalla forte volontà d’innovazione e di differenziazione che caratterizza questo segmento di mercato.

 

Difficile propendere per l’una o l’altra strategia senza tenere in considerazione gli elementi differenzianti.

 

Per adottare una efficiente ed efficace strategia di acquisto di questi prodotti/servizi, ogni realtà assicurativa dovrebbe tenere in considerazione principalmente due aspetti:

• il prodotto che intende acquisire

• la configurazione del mercato di offerta.

 

Partiamo dal prodotto e dalle sue caratteristiche predominanti.

 

Il prodotto “perizia”, almeno quella di massa e la sua declinazione recente (video perizia) è attualmente e nulla lascia presumere che in futuro non lo sia, percepita dal mercato della domanda come una vera e propria commodity; è un “prodotto” indifferenziato in termini di qualità e di prezzo e quest’ultimo è il driver fondamentale di scelta dell’acquirente.

 

Le considerazioni basate esclusivamente sul prezzo dovrebbero, per completezza, tenere in considerazione il costo totale di acquisto che non è solo il corrispettivo pagato per il prodotto bensì il coacervo di costi palesi o sottotraccia legati al processo di acquisizione:

• i costi legati alla selezione e alla scelta delle società peritali ed al mantenimento del rapporto (processi di onboarding, interlocuzioni con più attori stratificate su diversi livelli in relazione alla complessità organizzativa, …);

• i costi legati alla gestione della comunicazione (conferimento incarichi, stati di avanzamento delle restituzioni, condivisione delle politiche liquidative, …);

• costi di monitoraggio del rapporto (audit, valutazione delle performance, …);

• costi della non qualità (impatto negativo sui risultati economici della Compagnia e sulla soddisfazione del Cliente).

 

Il considerare il prodotto “perizia” come un prodotto altamente fruibile e indifferenziato e le conseguenti politiche di acquisizione basate solo sul prezzo hanno un impatto diretto sui margini di profitto delle aziende che operano nel settore peritale affievolendo la capacità di una gran parte di queste d’investire in innovazione, modernizzazione dei processi produttivi e tecnologia.

 

Per le perizie direzionali legate ai sinistri complessi, l’aspetto qualità è ancora predominante anche se la commoditization sta per caratterizzare anche queste.

 

Per quanto riguarda il mercato di offerta, allo stato attuale, si nota una bassa complessità.

 

Esiste infatti una elevata concorrenzialità tra le società: qualche decina sono di respiro nazionale e centinaia di dimensioni medio-piccole, disperse sul territorio; tutte offrono sostanzialmente prodotti più o meno equivalenti.

 

Non esistono barriere all’entrata insormontabili né tanto meno barriere tecnologiche (la tecnologia attualmente utilizzata nel campo delle perizie assicurative può essere reperita facilmente anche da società minori grazie a pacchetti off the shelf disponibili sul mercato).

 

Una non elevata complessità del mercato di offerta e una medio-bassa rilevanza intrinseca attribuita al prodotto da parte della domanda inducono proprio quest’ultima ad adottare strategie basate sulla semplificazione del rapporto di fornitura e sulla riduzione dei costi transazionali, sull’ottenimento di prezzi sempre più contenuti anche in relazione alla forza contrattuale di ciascun attore.

 

Questa linea di condotta potrebbe però causare una modifica sostanziale nel mercato peritale: poche realtà saranno capaci di far fronte a tali pressioni sul prezzo e sugli aspetti di efficienza operativa e molte saranno le vittime che resteranno sul campo.

 

Questo scenario, tutt’altro che irrealistico, potrebbe modificare profondamente la struttura del mercato di offerta portando a una forte concentrazione su pochi player (i sopravvissuti) e di conseguenza provocare un cambio di prospettiva nell’approccio di acquisto rispetto allo scenario attuale.

 

La concentrazione su poche società dovrebbe necessariamente comportare la rivisitazione delle strategie da parte delle Compagnie.

 

Il prezzo vedrebbe sfumata la sua predominanza a vantaggio di aspetti quali la continuità nella fornitura (capacità di far fronte da parte dei fornitori a volumi consistenti con una qualità complessiva accettabile), la necessità di non soccombere a politiche oligopolistiche e di cartello, l’opportunità di valutare politiche di “make or buy” e per ultima la rivisitazione del rapporto con i fornitori che dovrà necessariamente passare da un rapporto di breve-medio periodo di tipo opportunistico, a un rapporto più stabile e duraturo basato su una forte collaborazione.

 

Si passerebbe dal concetto di “fiduciario” (fornitore di qualità) sempre meno richiesto dal mercato in generale, a quello di “provider” (fornitore di commodity, più che mai attuale) fino al concetto di partner strategico insieme al quale innovare processi e tecnologie e condividere pienamente e non mediatamente la soddisfazione delle esigenze della propria Clientela.

 

Ecco che le scelte del mercato assicurativo saranno dirimenti su quello che sarà l’assetto del comparto peritale nei prossimi anni e il ruolo che al suo interno giocheranno quelle società che più di ogni altra sapranno interpretare il cambiamento e trasformarlo in vantaggio competitivo.

 

0 Comments

Leave A Comment