INNOVAZIONE QUESTA SCONOSCIUTA di Paolo Iurasek - Il Broker.it

INNOVAZIONE QUESTA SCONOSCIUTA di Paolo Iurasek

L’ accelerazione imposta dalla tecnologia ed il quadro macroeconomico degli ultimi anni hanno modificato in modo radicale le dinamiche relazionali del business e non solo. La considerazione che non si fosse davanti ad una crisi , per definizione temporanea, ma piuttosto ad un cambiamento ha presto sostituito nel nostro immaginario l’ idea che , in un qualche modo, si potesse ristabilire l’ ordine precedente. La discontinuità con il passato e la generazione di comportamenti diversi ha trovato così la propria essenza nella ripetizione del mantra “innovazione”.

Su cosa significhi effettivamente innovazione e come la si debba intendere nelle applicazioni pratiche del nostro lavoro ci si è interrogati in convegni, workshop e riunioni frequenti dai quali emerge che non significa fare in modo diverso quanto si facesse prima. Per innovare, dunque, bisognerebbe fare qualcosa “di” diverso e non la stessa cosa in “modo“ diverso.

Ciò a cui assistiamo è invece, tendenzialmente, un atteggiamento predittivo di scenari futuri e spesso, fantascientifici che , con visioni idilliache o catastrofiche a seconda dei casi, immaginano realtà con autovetture senza conducente, computers senza uomini e imprese senza reti di intermediari.

Purtroppo così facendo, dimentichiamo come spesso passiamo troppo tempo a cercare di prevedere il futuro, con fantasia o attraverso modelli matematici, descrivendo realtà che non si realizzano mai, mentre invece, il nostro mondo , le nostre relazioni sociali ed i rapporti politici ed economici delle nostre società sono quasi sempre influenzati da cose che non abbiamo saputo né prevedere né immaginare. E’ stato così per l’ 11 settembre e il nuovo (dis)ordine mondiale che ne è conseguito, per le catastrofi naturali che colpiscono il nostro territorio, per il fenomeno migratorio che interessa il nostro Paese e l’ Europa.

Sprechiamo le nostre energie ed il nostro tempo a prefigurarci situazioni che non si verificano e finiamo per essere sempre impreparati di fronte a ciò che succede.

Ci auguriamo tutti che la tecnologia ci permetta di vivere meglio e con maggiori possibilità. Testiamo autovetture senza pilota su strade che speriamo, così , finalmente prive di errori umani, ma , assistiamo subito ad un primo incidente mortale avvenuto non su un’ affollatissima autostrada italiana o in un centro cittadino ma in Florida , dove gli spazi e le traiettorie sono normalmente più rettilinee di quelle alle quali siamo abituati.

Riteniamo che presto un computer a basso costo potrà contenere tutto lo scibile umano ma assistiamo ancora inermi ad incidenti ferroviari catastrofici i cui controlli e la cui prevenzione è affidata ai fonogrammi.

Così, parlando di intermediazione , prospettiamo come ”innovativa” l’ estinzione della figura dell’ Agente, intermediario professionista, che in alcuni spot pubblicitari è stato visto addirittura come un “peso” inutile e non proprio simpatico che il consumatore deve portare in spalla,  profetizzando come soluzione una gestione diretta attraverso la rete digitale che semplifica procedure e riduce i costi liberando dagli orpelli. Peccato ci si dimentichi contemporaneamente delle grandi difficoltà vissute dalle reti agenziali nei passaggi a sistemi gestionali concettualmente obsoleti pensati più a raccogliere ed organizzare dati che ad essere utili per il front end e per i clienti e che l’ Italia è il penultimo paese in Europa per velocità di connessioni che ha addirittura peggiorato la propria posizione in classifica rispetto all’ anno precedente .

Così si finisce per osservare che quando si parla di “innovazione” riferita ai cosiddetti canali distributivi, l’ unica variabile adottata sia quella della riduzione dei prezzi significativamente superiore proprio al costo di distribuzione. Anche a costo di intraprendere operazioni intraprese in perdita Le provvigioni erogate nel settore auto, ad esempio,  sono esplicite  grazie all’ art. 131 comma 2 bis del Codice delle Assicurazioni ed è facilmente riconoscibile come l’ importo in percentuale ed in valore assoluto sia molto inferiore agli sconti tariffari promessi dalle seducenti pubblicità..

 

.

Ogni volta che si è cercata un’ alternativa all’ intermediazione tradizionale di quella che le imprese amano definire “rete propria” e che gestisce ancora, nonostante tutto, una percentuale rilevante intorno all’ 80% dei rami danni , l’ elemento di novità introdotto è stato quello del prezzo al ribasso. E’ stato così dai primi approcci di bancassurance, o delle compagnie dirette prima telefoniche e successivamente on line, fino ai rapporti con i comparatori iscritti nelle sezioni A o B o con le convenzioni per i gruppi di acquisto.

E’ l’ offerta delle imprese che risulta legata al prezzo, non la domanda dei consumatori.

L’ evoluzione necessaria investe tutta la filiera assicurativa e la capacità di inventare qualcosa di veramente innovativo e straordinario potrà convincere i consumatori ad acquistare un prodotto o un servizio veramente “diverso”, anche utilizzando le nuove modalità di relazione basate sui social media.. Ma è vero che i consumatori rimangono sempre dei clienti che prediligono un incontro fisico, che vogliono essere considerati persone e non numeri, che sono spesso diffidenti di tecnologie che non comportino vantaggi immediati o siano standardizzati , che preferiscono ancora un agente o un broker, che dovrà evolversi e cambiare ma che rimane il perno della loro relazione con l’ impresa.

Paolo Iurasek per Il Broker

0 Comments

Leave A Comment