L’Italia e la resilienza: una storia ancora (tutta) da scrivere di Alfredo Marchelli - Il Broker.it

L’Italia e la resilienza: una storia ancora (tutta) da scrivere di Alfredo Marchelli

Non riusciremo mai a prevedere adeguatamente il futuro; è molto più̀ utile imparare a migliorare noi stessi sfruttando gli shock, per trarre beneficio dai traumi esterni quando ci aggrediscono.

Introduzione

La resilienza in senso generale può essere definita come l’arte d’adattarsi al cambiamento, trasformando le incertezze in occasioni ed i rischi in innovazione.

La resilienza “economica” più specificatamente deve essere pensata a partire da un’analisi dei rischi sistemici e considerando una comunità\città\stato come un sistema complesso; non è più sufficiente considerare soluzioni singole per le diverse crisi che affliggono la nostra societa:

  • Crisi Economica,
  • Crisi Finanziaria,
  • Crisi Climatica,
  • Crisi Sociale,
  • Crisi Istituzionale.

L’Italia si piazza al 31° posto nel Resilience Index 2019[1] con 72,2 punti; davanti a noi si piazzano la Slovacchia, il Portogallo, il Qatar, il Giappone, l’Islanda, la Polonia, Spagna, Singapore, USA, Belgio, Repubblica Ceca e via discorrendo.

L’Indice di resilienza classifica i Paesi migliori – e peggiori – per le imprese, quelli in grado d’adattarsi ai cambiamenti e garantire un’ambiente favorevole per le imprese.

Tra l’altro dall’Index 2019 emergono anche queste emergenze:

  • i cambiamenti climatici e le loro conseguenze mettono a rischio intere regioni in tutto il mondo e potrebbero dare origine a fenomeni di migrazione forzata di massa;
  • la presidenza Trump negli Stati Uniti e la Brexit nel Regno Unito rischiano di tarpare le ali di due delle economie più potenti e stabili al mondo;
  • le preoccupazioni legate alla sicurezza informatica aggiungono un livello ulteriore di difficoltà alla condivisione delle informazioni.

Oltre a rappresentare una minaccia, queste sfide stanno creando una situazione difficile per il business globale. Se un’azienda dipende da una vasta supply chain, o sta cercando d’espandersi in altri paesi, è importante per lei sapere quali problemi potrebbe incontrare nei luoghi in cui si insedia.

Fatta doverosamente questa – sconfortante – premessa cerchiamo d’analizzare più a fondo la situazione del nostro paese in relazione a scenari nei quali confluiscono sia alcune condizioni oggettive di rischio dell’Index (cambiamenti climatici e rischi naturali) sia il potenziale ruolo dell’assicurazione nel circolo virtuoso della resilienza.

Iniziamo col considerare che assicurazione e resilienza condividono un principio basilare, ovvero quello della conoscenza e valutazione dei rischi[2] come priorità strategica. Se non hai coscienza di come rischi e quanto rischi non potrai mai prendere decisioni razionali.

Trascuriamo qui per ora un reale problema, pressante per gli assicuratori e soprattutto per i distributori di prodotti assicurativi, ovvero quello derivante dai bias cognitivi[3] degli assicurandi, che portano a sottovalutazioni dei rischi ed a valutazioni diverse – e comportamenti diversi – in situazioni di rischio oggettivamente analoghe. Questa scelta deriva dal fatto che in questo articolo non ci riferiremo tanto ai singoli rapporti individuali, quanto alle grandi scelte politiche di fondo.

Incominciamo quindi con alcune premesse che ci aiutino ad inquadrare la situazione.

Per leggere tutto l’intervento scaricarlo qui: articolo su Resilienza luglio 2019 (1)

 

NOTE

[1] FM Global, un assicuratore americano focalizzato sulla gestione del rischio property immobiliare, ha costruito un indice di resilienza annuale in risposta a tali preoccupazioni. Giunto alla sua sesta edizione, l’Indice di resilienza raggruppa 130 paesi in base ad una varietà di fattori che riguardano il rischio aziendale, tra cui la forza e la produttività complessive, l’esposizione al rischio naturale, i problemi legati alla sicurezza informatica, la corruzione nel governo e la trasparenza della catena produttiva.

FM Global è una mutua assicurativa con sede a Johnston nel Rhode Island. Ha uffici in tutto il mondo (in Italia a Milano in Via Mike Bongiorno 13) ed opera principalmente fornendo servizi di loss prevention a multinazionali comprese nel segmento di mercato danni degli Highly Protected Risk (HPR).

[2] Per dirlo anche in angloassicurese, risk analysis e risk assement

[3] Il bias è una forma di distorsione della valutazione causata dal pregiudizio. La mappa mentale d’una persona presenta bias laddove è condizionata da concetti preesistenti, non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi.

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