La Corte di Cassazione, con sentenza n. 29505/2018, ha condannato, ai sensi dell’art. 589 c.p., per cooperazione nell’omicidio colposo del figlio, investito mentre attraversava la strada, la madre che non ha adottato le cautele del caso quale, a titolo esemplificativo, quella di tenere per mano il bambino durante l’attraversamento.
Nella fattispecie si era, infatti, verificato un sinistro in cui un bimbo di tre anni era stato investito da una vettura mentre attraversava la strada con la madre, riportando gravi lesioni dalle quali era derivata la sua morte.
Sia la mamma del piccolo che il conducente del veicolo che lo aveva investito venivano ritenuti responsabili dell’accaduto.
La ricorrente lamenta che non vi sia alcun nesso causale in quando il sinistro sarebbe stato un evento eccezionale tale da escludere il rapporto di causalità tra comportamento e conseguenza.
La doglianza è inammissibile: il ricorso è generico e fondato sugli stessi motivi già proposti in appello e respinti in secondo grado.
Secondo gli Ermellini la donna non ha adottato le cautele dovute durante l’attraversamento, non essendosi assicurata del fatto che non sopraggiungessero veicoli e non tenendo per mano il figlio.
Ella, dunque, non ha impedito il verificarsi dell’evento che aveva l’obbligo di impedire in virtù della sua qualità di garante del proprio figlio di soli tre anni di età.
Non si può, pertanto, considerare quale causa interruttiva del nesso causale il sinistro occorso al bambino durante l’attraversamento della strada, dovendosi, al contrario, considerare l’evento come realizzato in cooperazione colposa fra il conducente del veicolo e la madre del piccino.
Avv. Patricia Russo

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