Intervista Dott. Andrea Costa - Responsabile Area Tecnica Auto di Direzione - Allianz S.p.A - Il Broker.it

Intervista Dott. Andrea Costa – Responsabile Area Tecnica Auto di Direzione – Allianz S.p.A

Abbiamo incontrato il Dott. Andrea Costa – Intervista Dott. Andrea Costa – Responsabile Area Tecnica Auto di Direzione – Allianz S.p.A – nel suo ufficio di Milano.
 
Redazione Andrea Costa, Lei entra a far parte del team Allianz nel 2008 e, tra le altre cose, diventa responsabile del progetto per l’Italia del lancio dei prodotti assicurativi auto assistiti da tecnologia satellitare. Da lì la Sua esperienza motori-tecnologia-assicurazioni è maturata e si è certamente ampliata. Ci spieghi meglio in cosa consiste il Suo lavoro e su quali avanguardie ha posto la Sua attenzione.
Costa – Sono da sempre un appassionato di motori, e ho potuto coltivare e mettere a frutto questa passione nel mio lavoro, che riguarda l’assicurazione auto. La telematica applicata all’assicurazione auto mi ha quindi condotto ad approfondire gli aspetti collegati alla sicurezza, e più in generale i sistemi e le infrastrutture che possono migliorarla. Ciò conduce a ragionare sul futuro della mobilità e dei rischi connessi: sono tutti temi sui quali mi tengo aggiornato. La guida autonoma è uno di questi: partecipo ai lavori di un team internazionale di esperti costituito in seno ad Allianz che si occupa specificamente di questo.
Redazione – Fotografando, quindi, la situazione assicurativa attuale in ambito RC auto, per lo meno in Italia, è possibile notare un graduale adattamento delle polizze alle nuove tecnologie.
Mi spiego meglio. Le polizze, come sappiamo, spesso e volentieri calibrano il proprio costo in base al tipo di tecnologia utilizzato dalla macchina: vetture automatiche invece delle manuali, presenza di un rilevatore satellitare, le “scatole nere” molto raccomandate dalle assicurazioni.
Lei, però, sembra voler puntare ancora oltre. Un mercato assicurativo del futuro per la guida autonoma, dove non saranno più gli esseri umani a stare dietro al volante, ma un pilota automatico: le self-driving car con soluzioni sensor-based, integrati con sistemi connectivity-based.
Ci può parlare delle capacità di queste tecnologie? In cosa consistono? Avete già preso contatto con le Aziende che le producono?
Costa – È noto che esistono vari livelli nel grado di automazione e assistenza alla guida presente nel veicolo, che vanno sotto l’acronimo ADAS (“Advanced Driver Assistance Systems”). In base al fatto che il sistema consenta di prendere il controllo dei comandi solo in determinate situazioni ovvero richieda o meno la supervisione umana, si determina il grado di capacità che il veicolo ha di gestire in autonomia il proprio movimento. Ebbene, solo il livello cinque, il più alto, consentirà di godere di un completo “pilota automatico”. In tutti gli altri casi, noi umani saremo ancora necessari. Nel 2017 possiamo dire che i modelli più avanzati di vetture già sul mercato si avvicinano al livello tre.
È interessante osservare come il percorso verso la guida autonoma abbia già iniziato a rilasciare effetti positivi sulla sicurezza: sensori, elettronica, supporto al rilevamento notturno di pedoni, sistemi di frenata assistita e automatica sono solo alcuni dei sistemi che già oggi sono a nostra disposizione, installati su vetture sempre più sicure. Questo è l’aspetto di gran lunga più importante, a mio parere.
Ovviamente Allianz vuole essere all’avanguardia anche su questo fronte, e stiamo da tempo concentrandoci su queste tecnologie: abbiamo un centro per la tecnica che, in Germania, si occupa da anni di analizzare le evoluzioni del mondo automotive e di testare l’efficacia dei nuovi sistemi che vengono introdotti dai costruttori in chiave di sicurezza. In Italia, assicuriamo già da tempo alcuni veicoli a guida autonoma di una società all’avanguardia in questo ambito. Io stesso ho avuto la possibilità di essere trasportato in uno di questi veicoli in una prova dinamica, e devo dire che è stato un momento emozionante.
Redazione – La prossima domanda, dunque, sorge spontanea: se la guida del veicolo viene affidata ad un “robot”, la cui operatività dipende da algoritmi complessi e sofisticati, sotto quali profili possiamo parlare di responsabilità del conducente?
Costa – Gli aspetti delle conseguenze di un incidente in termini di responsabilità sono naturalmente uno degli ambiti su cui soffermarsi quando si parla di guida automatica. Il primo punto fermo è che – anche in un assetto ove la tecnologia giocherà un ruolo primario – le responsabilità dovranno poter essere attribuite rapidamente, allo scopo di garantire alla vittima del sinistro che l’assicuratore paghi il dovuto, senza ritardi. Allo scopo, sarà opportuno evitare di coinvolgere il danneggiato in rimpalli o dispute di responsabilità tra ii proprietario del veicolo, il suo conducente (che net frangente potrebbe aver delegato la guida al sistema automatico), e un malfunzionamento del sistema di guida autonoma.
Perseguire questa strada significa garantire al danneggiato un’unica chiara controparte con cui confrontarsi, ovvero l’assicuratore. Quest’ultimo conserverebbe poi il diritto di regresso nei confronti del soggetto responsabile, nel caso in cui – ad esempio – siano provati difetti di costruzione o funzionamento del sistema posto a governo della guida automatica. Per assicurare veicoli a guida autonoma non necessitiamo quindi di regole completamente nuove in ordine alla responsabilità.
RedazioneI colpi di sonno, le sviste, le imprudenze consapevole o meno rispetto del Codice della Strada saranno un ricordo lontano?
Come verrebbe a configurarsi la gestione di un eventuale sinistro tra un veicolo totalmente automatizzato ed uno ancora “manuale”? L’uomo dovrà per forza soccombere alla precisione delta macchina o, in giudizio, potrà dire ancora la sua?
Attualmente le nostre aule di giustizia vedono con sospetto le nuove tecnologie in ambito RC Auto più per una questione di diffidenza dovuta alla scarsa diffusione dei sistemi e problemi di affidabilità della tecnologia. Spesso i sistemi di rilevazione come le “black box” vengono fornite al conducente dalle stesse Compagnie assicurative per tutelarsi naturalmente contro le frodi, ma in alcuni casi mancavano di registrare sinistri effettivamente avvenuti.
Può parlarci dei margini di miglioramento in tal senso e spiegarci quali scudi di protezione potranno essere opportuni contro eventuali manomissioni al sistema?

Costa – Andando per ordine, lo spazio per l’errore umano immagino che resterà presente ancora a lungo. D’altra parte, potremmo assistere a errori di natura diversa rispetto a quelli che oggi conosciamo. Esiste già evidenza di imperizia nell’uso di sistemi avanzati di assistenza alla guida, che sono stati concausa di sinistri. La tecnologia avanza molto rapidamente, e una riflessione sulla capacità di un corretto utilizzo dei sistemi moderni di assistenza alla guida da parte dei conducenti va posta. A titolo di esempio, potrei citare il rischio di sovrastima delle capacità del sistema da parte del conducente, il quale potrebbe abbassare la soglia di attenzione, affidandosi completamente a uno strumento non in grado (non ancora, perlomeno) di sostituirlo in toto.
In relazione alla gestione di un sinistro “ibrido” (conducente umano vs automa), non ritengo sarebbe gestito in maniera così diversa da quanta accade oggi. Posto che il proprietario del veicolo è responsabile in solido con il conducente per danni causati a terzi, ritengo che questo principio dovrebbe vedersi confermato anche in assenza di un conducente in carne e ossa.
La questione di black box non in grado di dirimere completamente talune circostanze di danno deve essere sempre traguardata alla luce dell’evoluzione tecnologica. Le auto senza conducente per loro intrinseca costruzione avranno una sensoristica a un più elevato livello tecnologico, garantendo una capacità di rilevamento dati ancor più sofisticata e completa.
La questione toccata nel finale della domanda è chiave. L’utilizzo intensivo di tecnologie a bordo, abbinate a sistemi di comunicazione basati su trasmissione a distanza conduce direttamente a riflessioni sui nuovi rischi emergenti. La questione della vulnerabilità informatica di un veicolo o addirittura di un insieme anche numeroso di veicoli allo stesso momento, quale risultato di un atto di manomissione volontaria, dovrà essere considerato molto seriamente da parte del legislatore. Riassumendo, la trasmissione e l’accesso ai dati devono essere collocati al livello di sicurezza più alto possibile. La “cyber-sicurezza” dovrebbe quindi avere alta priorità nell’agenda di regolazione del settore automotive, man mano che la strada verso veicoli automatizzati sarà percorsa.
Ma ciò ancora non basta. La standardizzazione dei sistemi di raccolta dati nei veicoli altamente automatizzati sarà un altro tassello fondamentale per determinare la responsabilità degli incidenti, così come l’accesso ai dati. Esso dovrà essere non discriminatorio, e garantito a tutte le parti interessate. Ciò sempre e unicamente allo scopo di garantire una rapida e chiara attribuzione di responsabilità.
È probabile che le esperienze attualmente note in relazione alle responsabilità umane con il tempo lasceranno spazio a nuove circostanze, ovvero a contesti ove vedremo la tecnologia e l’intervento umano agire nel medesimo frangente. Sarà un percorso dove i due protagonisti passeranno lentamente il testimone l’uno all’altro. La normale diffidenza inziale verso l’innovazione sarà rapidamente soppiantata dagli indubitabili vantaggi e ricadute positive che avremo davanti ai nostri occhi.
RedazioneSecondo Lei, se un giorno la legislazione vietasse di guidare qualunque veicolo manualmente, ipotesi tra l’altro non così remota, imponendo l’utilizzo di vetture con il pilota automatico (con grave disappunto degli amanti del vecchio stile), il mercato assicurativo RC Auto quali ripercussioni subirebbe di fronte a una tecnologia che potrà abbassare il rischio dei sinistri praticamente a zero?
Costa – Uno scenario in cui il governo dei veicoli sarà affidato ad automi, partendo dall’assunto che oggi il 90% dei sinistri è causato da errore umano, è quello di una marcata riduzione della sinistrosità così come la conosciamo oggi. A questo si arriverebbe in uno scenario ove tutto o larga parte del parco circolante sarà composto da veicoli di questo tipo, ma per arrivarci vivremo un lungo periodo di cosiddetta “fase ibrida”, ovvero auto a guida autonoma che circolano nel traffico ove anche veicoli tradizionali sono presenti. È noto che questo è l’ambiente più difficile per un automa alla guida, in quanto i comportamenti umani sono spesso poco prevedibili, e sarebbero in grado di causare una sorta di “paralisi” ai sistemi di guida automatica. Ecco perché ci possiamo aspettare che le prime generazioni di veicoli autonomi siano immesse in circolazione su corsie preferenziali, ove l’interazione ibrida è nulla, o molto contenuta. Tornando al punto della riduzione della sinistrosità, nel mentre emergeranno come detto nuove circostanze di rischio, oggi meno evidenti, così come nuove forme di mobilità prenderanno verosimilmente piede, e nuove e diverse esigenze e quindi soluzioni assicurative emergeranno. Provando a fare una sintesi, direi che l’evoluzione porterà di certo ad una mutazione della forma dei rischi, più che una loro estinzione.
Redazione – Attualmente esistono già modelli di autovettura del tutto autonomi, ma è quasi impossibile trovare una Compagnia che possa assicurarle.
Che modello di polizza ha in mente nell’attuale ed embrionale scenario assicurativo?
Costa – Credo che una prima parte della risposta possa collocarsi nell’ambito dei nuovi stili di mobilità, cui si associano rischi molto concentrati temporalmente. A fianco di ciò mi attendo di osservare lo sviluppo di nuove proposte anche in tema di contenuti, ove siano contemplati prima marginalmente, e poi sempre più massicciamente quei nuovi elementi di rischio – e di sua copertura – che i veicoli ad alta tecnologia ed automazione porteranno con sé. Ritengo che osserveremo l’emergere di queste innovazioni di prodotto in un orizzonte temporale tutto sommato abbastanza breve.
Ringraziamo il Dott. Andrea Costa e speriamo di incontrarlo presto.
La redazione

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