Ariscom, la “cura Michaud” funziona: sei gruppi stranieri interessati alla Compagnia. - Il Broker.it

Ariscom, la “cura Michaud” funziona: sei gruppi stranieri interessati alla Compagnia.

La “cura Michaud” sembra funzionare. E per Ariscom il futuro pare farsi ogni giorno più roseo, mentre le nubi (nerissime) che soltanto pochi mesi fa oscuravano il cielo della società con sede a Roma, sembrano allontanarsi. Già, perché come riporta “Il Sole 24 Ore” sarebbero addirittura sei i gruppi internazionali interessati alla Compagnia fondata nel 2008 e reduce da una serie di esercizi negativi. A giudicare dai risultati a breve termine è stata quindi decisiva la scelta del il 24 luglio scorso, quando il ministro dello Sviluppo Economico – su proposta dell’Ivass – aveva disposto con un decreto lo scioglimento degli organi di amministrazione e di controllo di Ariscom. Un intervento tempestivo, per evitare il peggio. 
L’istituto di vigilanza aveva poi deciso di nominare Massimo Michaud commissario per l’amministrazione straordinaria dell’impresa, Antonio Blandini presidente del comitato di sorveglianza e Piero Cesarei e Vincenzo Maurizio Dispinzeri membri dello stesso. Michaud è manager di lungo corso ed esperienza, con un curriculum di tutto rispetto che lo ha visto ricoprire il ruolo di Ceo di Generali Belgium, amministratore delegato di Axa, Aviva e Allianz in Italia, e presidente del cda per la Nationale Suisse Vita e Danni. Tanta esperienza professionale e un chiodo fisso: l’innovazione. Tra gli incarichi importanti del manager c’è anche quello di Intermediario Assicurativo con la creazione di importanti realtà nel campo del business assicurativo. Una scelta, quella di Ministero e Ivass, che si è rivelata saggia e lungimirante, proprio perché le premesse non erano certo delle migliori. Come ha infatti riportato il “Sole”, il bilancio 2016 si era chiuso con premi per 47,3 milioni di euro, in flessione dell’11,9% rispetto ai 53,7 milioni del 2015. Il risultato netto è stato negativo per 16,2 milioni di euro, contro i 3,4 milioni di rosso che si registravano nel 2015. Tra le flessioni più importanti emergevano quelle nel settore aeronautica (-0,4 milioni) e trasporti (1,7 milioni), dovute alla scelta di ridimensionare l’esposizione sui grandi rischi. Michaud ha saputo, in questi mesi, proporre un modello diverso, in controtendenza rispetto al passato, circondandosi di consulenti specializzati nella riorganizzazione e nel rilancio delle imprese assicurative e puntando sul radicale miglioramento nella gestione dei sinistri e nell’attenzione nei confronti della clientela. Tenendo diritto il timone della “nave” sugli obiettivi più importanti, per fare uscire Ariscom dalla “tempesta”. La ricetta? Innanzi tutto un’attenta selezione dei rischi, anche mettendo in conto una riduzione dei volumi. Qualità contro quantità. E poi scegliendo – al di là della fisiologica, in questi casi, riduzione dei costi di gestione – di orientarsi verso segmenti di mercato vincenti oggi e soprattutto in previsione futura, come infortuni, sanità e responsabilità civile. Lasciando un attimo da parte da pare altri “rami secchi”, per non dire zavorre. 
E i risultati – provvisori, ma molto incoraggianti – non hanno tardato ad arrivare. Ora è già tempo di guardare al futuro, alla selezione di nuovi e importanti soci in grado di rafforzare il capitale sociale e di conseguenza la solidità aziendale, seguendo però sempre la rotta dell’innovazione e della competitività: scommettendo forte sulle nuove tecnologie, su una piattaforma digitale dedicata ai prodotti e sulla capacità di prevedere gli sviluppi del mercato e di anticiparlo, per quanto possibile. La rotta pare essere quella giusta. Il timoniere pure. E la nave, che fino a poco tempo fa pareva a un passo dall’essere piegata dalla tempesta, pare oggi navigare su mari sicuri, puntando rotte sempre più ambiziose. 
Avv. Gian Carlo Soave.

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