Editoriale: Flat Tax di Avv. Gian Carlo Soave - Il Broker.it

Editoriale: Flat Tax di Avv. Gian Carlo Soave

La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto la “Flat Tax”, un’imposta forfettaria sul reddito di persone facoltose: chi decide di trasferire la residenza in Italia pagherà un importo fisso di centomila euro l’anno. 
L’agevolazione riguarda chi è residente all’estero da almeno nove periodi d’imposta negli ultimi dieci anni. Potrà beneficiarne anche ogni familiare al quale sono estesi gli effetti dell’opzione, pagando una ulteriore somma di venticinquemila euro. Verranno così tassati solo i redditi prodotti all’estero; quelli prodotti in Italia saranno assoggettati al regime fiscale ordinario delle imposte sui redditi.
L’opzione, da esercitare nei termini di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, sarà tacitamente rinnovata di anno in anno, mentre gli effetti cesseranno decorsi quindici anni dal primo periodo d’imposta di validità. Il versamento dell’imposta andrà effettuato in unica soluzione entro la data prevista per il versamento del saldo delle imposte sui redditi. 
La flat tax ha suscitato molte reazioni e discussioni tra contrari e favorevoli.
In senso sfavorevole viene invocata l’incostituzionalità della flat tax in quanto contraria al disposto dell’art. 53 della Costituzione che recita “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. 
Chi sostiene questa tesi afferma che progressività significa che l’imposta deve aumentare in maniera progressiva rispetto all’imponibile. Con la flat tax parrebbe, invece, che lo Stato non applichi i principi del sistema tributario e realizzi una sorta di condono in un Paese con una tassazione già molto alta, causando disuguaglianze sociali.
In senso favorevole vi è chi afferma che i nuovi residenti – che hanno un livello alto di spesa – in relazione ai redditi prodotti in Italia pagheranno come gli altri cittadini e che la posizione fiscale di un soggetto vada valutata considerando sia le imposte sul reddito che quelle sui consumi. 
Quanto all’obiezione che si tratti di condono fiscale, viene replicato che si ha condono solo quando vengono scontate delle tasse a chi le deve e non le ha versate. Ciò che non ha nulla a che fare con la flat tax.
Non mancano le opinioni favorevoli da parte di chi ritiene questa imposta lo strumento più idoneo per attirare persone facoltose magari intercettando e raccogliendo parte del deflusso finanziario provocato dalla Brexit.
Ritengo che la flat tax possa attrarre patrimoni ed attività così da incrementare l’economia, ma non vi è dubbio che debbano essere create le condizioni per cui coloro che sono stati definiti i “Paperoni” decidano concretamente di trasferire nel nostro Paese i loro affari, non sottovalutando – in tale ottica – la necessità e l’urgenza di realizzare una valida politica fiscale che ci renda davvero competitivi anche per contrastare le possibili favorevoli agevolazioni che verranno messe in atto anche da altri Paesi  Europei e non.
Avv. Gian Carlo Soave.

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