RBM: gli italiani rinunciano alle cure - Il Broker.it

RBM: gli italiani rinunciano alle cure

rbm
Sono sempre di più gli italiani che rinunciano alle cure. In questo triste spaccato d’Italia i primi costretti alla rinuncia sono i campani: oltre 2milioni, si arriva a sfiorare il milione e 700 mila in Sicilia, 1 milione e mezzo nel Lazio, 1 milione in Lombardia, e poi troviamo Puglia, Calabria, Piemonte e via via tutte le altre con la Val d’Aosta fanalino di coda.
Un quadro che si incupisce ancor più se si verifica l’indice di Buona Sanità dei Sistemi Sanitari Regionali con un’altra classifica presentata da Marco Vecchietti, consigliere delegato di RBM Assicurazione Salute nel corso del convegno “Secondo Pilastro Sanitario e Bilateralità territoriale nella prospettiva della Riforma del Titolo V della Costituzione” che si è tenuto oggi a Venezia. Nella top five troviamo al primo posto la Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, le province autonome di Trento e Bolzano. A chiudere ultime classificate Lazio, Sicilia, Basilicata, Sardegna e Calabria.
welfare-day-venezia-1
Per la prima volta, RBM Assicurazione Salute insieme al Censis svelano il vero volto del panorama sanitario, facendo emergere anche i sistemi sanitari regionali più e meno efficienti ed efficaci. “Ciò che vorrei sottolineare – ribadisce Marco Vecchietti, consigliere delegato RBM Assicurazione Salute – è che la Buona Salute richiede finanziamenti ed investimenti adeguati. Le Regioni con una spesa sanitaria pro capite maggiore mediamente hanno liste di attesa più basse e livelli di soddisfazione dei cittadini più elevati”.
Al convegno era presente anche Federico Gelli, responsabile Sanità Nazionale marco-vecchietti-rbm-assicurazione-salutePartito Democratico che con il referendum ormai alle porte ha detto:”Con la Riforma Costituzionale se vincerà il si, avremo una sanità senza quelle derive federaliste che hanno portato in questi anni all’esplosione della spesa sanitaria e all’aumento della distanza tra regioni del nord e del sud.  Il sistema salute trarrà quindi straordinari vantaggi e sarà in grado di garantire una maggiore equità ed uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale. Alla luce di quale sarà l’esito referendario dovremo poi riflettere sulle risorse che comprendono anche un’ingente quota di spesa privata, tema già inserito nella Riforma della sanità voluta nel 1999 dall’allora ministro Rosy Bindi”.

0 Comments

Leave A Comment