NUOVA RUBRICA: SANITÀ INTEGRATIVA E MUTUO SOCCORSO di Massimiliano Rosa - Il Broker.it

NUOVA RUBRICA: SANITÀ INTEGRATIVA E MUTUO SOCCORSO di Massimiliano Rosa

Polizza SanitariaCome anticipato nelle scorse settimane parte oggi la rubrica “Sanità Integrativa e Mutuo Soccorso”. Sono particolarmente felice di tornare a dare il mio contributo sulle pagine de Il Broker, testata alla quale sono molto legato e che ringrazio per avermi proposto di gestire questa rubrica mensile.
Oggi il tema della sanità integrativa, in tutte le sue declinazioni, dalla spesa delle famiglie fino al welfare aziendale, è sempre più sotto ai riflettori, ma cerchiamo di capire perché partendo dai macro-fattori di scenario che determinano il crescere dell’esigenza.
La crisi economica, ormai perdurante da 10 anni, e quindi divenuta sistemica, unitamente al forte indebitamento dello Stato italiano, hanno determinato, e sempre più determineranno, una forte contrazione della spesa pubblica destinata alla Sanità.
Basti, in proposito, considerare il fatto che oggi il Servizio Sanitario Nazionale riesce a malapena a coprire il 70% delle prestazioni richieste dal cittadino.
Polizza SanitariaD’altronde la popolazione italiana sta progressivamente invecchiando ed è quindi sempre più bisognosa di cure. Ciò senza contare i massicci flussi migratori che portano nuovi pazienti i quali, spesso, provengono da paesi ove mai hanno avuto la possibilità di curarsi e portano con se le patologie più svariate che ricadono inevitabilmente sul nostro Sistema Sanitario del quale beneficiano senza, peraltro, aver versano un corrispettivo in termini fiscali.
Le conseguenze, drammatiche, sono sotto gli occhi di tutti, ma soffermiamoci ad analizzarne le principali:
 

  • Taglio delle prestazioni – Vedremo nel prosieguo dell’articolo come questo sia progressivo e come, anche per il 2017, non ci si debba aspettare niente di buono;

 

  • Elevato costo del Ticket – Con il declino della sanità pubblica stanno nascendo innumerevoli nuove strutture private che praticano prezzi molto aggressivi. Capita così che spesso il costo della prestazione erogata privatamente e il costo del ticket dovuto al SSN tendano ad omogeneizzassi;

 

  • Liste di attesa troppo lunghe – Qui c’è poco da commentare visto che in alcune regioni per una TAC occorrono 8, 10 o addirittura 12 mesi. C’è invece da riflettere sulla differenza, vita o morte in molti casi, tra il diagnosticare precocemente oppure tardivamente una grave patologia;

 

  • Prenotazioni CUP delocalizzate – Una misura di efficienza, la stessa misura che in una futura macro-regione ci potrà portare a eseguire il nostro esame di alta diagnostica magari 100, 200 o 300 Km da casa;

 

  • Inadeguatezza delle strutture – E’ sotto gli occhi di tutti, basti pensare, a puro titolo esemplificativo che con l’ultimo terremoto abbiamo scoperto che più del 70% degli ospedali italiani non sono antisismici;

 

  • Scarsità dei macchinari e scarsa manutenzione – Effetto che anche in presenza di apparecchiature sofisticate le rende spesso inaccessibili;

 

  • Scarsa qualità delle prestazioni – I medici italiani sono tra i migliori del mondo ma il nostro Sistema Sanitario li sta trasformando in burocrati impossibilitati a prescrivere e fortemente demotivati;

 

  • Episodi di malasanità – Che purtroppo non fanno più notizia ormai.

 
Questo scenario determina inevitabilmente una situazione nella quale i cittadini italiani devono, e sempre più dovranno, mettere mano al portafoglio provvedendo di tasca propria a prevenzione, diagnostica e cura.
Polizza SanitariaUn indicatore sintetico di tale situazione sono le spese “out of pocket”, ovvero “di tasca propria”, sostenute dagli italiani che hanno raggiunto, nel 2015, i 568,70 € procapite (Fonte: Elaborazioni RBM Salute – Previmedical). Importante sapere che nel 2013 erano 484,90 € e nel 2014 530,29€.
Sembra quindi inarrestabile il trend si ribaltamento della spesa sanitaria sulle famiglie italiane.
Anche osservando il susseguirsi delle “Leggi di Stabilità” è facile intuire come vi sia una progressiva limitazione delle prestazioni erogate.
Basti pensare a quanto accaduto a fine 2015 con il cosiddetto “Decreto Appropriatezza Prescrittiva” – D.M. 09/12/2015 che, seppur ammorbidito a seguito delle proteste dei medici, individua ben 208 prestazioni specialistiche a prescrizione limitata e prevede sanzioni per i medici che non si attengono alla prescrizione ministeriale.
Con tale Decreto la prevenzione, sulla quale per anni si è fortemente puntato negli ultimi 20 anni, viene fortemente limitata poiché l’accesso alla diagnostica richiede ora in molti casi sintomi di particolare gravità oppure precedenti diagnosi che la rendano necessaria.
Ma non finisce qui. Già si parla infatti delle nuove misure previste per il 2017 che si concentreranno sull’introduzione di nuovi ticket sanitari per gli italiani. Con il varo dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) – ovvero le cure e prestazioni garantite ai cittadini gratuitamente o con compartecipazione alla spesa – varie prestazioni di piccola chirurgia finora gratuite, dall’intervento per la cataratta a quello per il tunnel carpale, diventeranno infatti a pagamento, oltre all’introduzione di altre prestazioni ambulatoriali sempre con ticket.
Insomma, la situazione è molto difficile e i cittadini italiani, volenti o nolenti, dovranno presto rendersi conto del fatto che il Servizio Sanitario Nazionale non può più dare tutto a tutti come faceva un tempo.
In qualche modo quindi dovremo provvedere a noi stessi come già si fa, ad esempio, nei paesi di cultura anglosassone.
Eppure le compagnie di assicurazioni ancora sembrano non essersene rese conto e, ad eccezione delle due compagnie specialist di riferimento, RBM Salute e Unisalute, continuano ad applicare condizioni assai penalizzanti per il cittadino che sembrano sinceramente volte a scoraggiare l’accesso alle soluzioni assicurative.
Ma se ci pensiamo, considerando anche solo i quasi 570 € all’anno che ciascuno di noi, mediamente, sborsa per coprire prestazioni non garantite dall’SSN, con 60 milioni di abitanti stiamo parlando di un mercato potenziale da circa 35 miliardi che, guarda caso, è, grosso modo, il valore di tutti i rami danni, RCA inclusa, messi insieme.
Massimiliano RosaEcco perché il tema della Sanità Integrativa e del Mutuo Soccorso ci dovrebbero interessare, non solo come privati cittadini, ma anche in qualità di intermediari assicurativi.
Vi aspetto su queste pagine il prossimo mese per continuare ad approfondire l’argomento…
Massimiliano Rosa

0 Comments

Leave A Comment